Tra centrodestra e Cinque Stelle-Pd spunta la solita opzione… tecnica

Foto: © Imagoeconomica Alessia Mastropietro

Sul Salva Roma i pentastellati potrebbero chiedere il soccorso rosso ai Democrat di Zingaretti. Matteo Salvini non si fida più e cerca di riposizionarsi nel centrodestra. Ma c’è una manovra da 50 miliardi da fare e allora… meglio un professorone. O le urne

Adesso è molto più di un indizio. Lega e Movimento Cinque Stelle stanno pensando al dopo elezioni Europee come se dovessero decidere tra un divorzio in toto o una separazione in casa. 

Matteo Salvini non si fida più e sta guardando a futuri scenari di centrodestra, come del resto ha fatto in questi undici mesi di governo, visto che alle elezioni locali (Regionali, Provinciali, Comunali) ha sempre tenuto la barra sulla coalizione originaria.

Da due mesi i Cinque Stelle di Luigi Di Maio hanno cambiato linea e strategia: attacchi alla Lega su tutto, rivendicazione del ruolo del presidente del consiglio Giuseppe Conte, culminato con la frase di quest’ultimo nell’intervista a El Pais (“Comanda Salvini? E’ un’illusione ottica”).

Dopo il caso Siri e le polemiche sui migranti, sul 25 aprile e su tutto il resto, adesso lo scontro può spostarsi in Parlamento. Precisamente sul Salva Roma, dove secondo Il Capitano i Cinque Stelle starebbero cercando i voti del Pd. Se questo dovesse succedere, allora l’accelerazione verso la crisi diventerebbe irreversibile. Perché a quel punto al Capo dello Stato Sergio Mattarella potrebbero essere presentati due modelli diversi di governo di salute pubblica: uno classico di centrodestra, l’altro inedito Cinque Stelle-Pd, già ipotizzato lo scorso anno e poi polverizzato dall’intervista di Matteo Renzi a Fabio Fazio.

Certo non è semplice, perché le posizioni di Renzi non sono cambiate e anche tra i Cinque Stelle l’ostilità nei confronti del Pd è enorme. E viceversa. Nicola Zingaretti lo sa ma ha bisogno di tenere sotto pressione i pentastellati. E la Lega. Per questo continua a ripetere che se il Governo salta non c’è altra strada se non quella delle elezioni anticipate. Ma c’è l’Europa, che tiene sotto stretta osservazione i conti dell’Italia e sa che occorrerà una manovra complessiva di quasi 50 miliardi di euro.

Chi la fa? Chi se la intesta? I partiti è difficile. Ecco perché la soluzione di un tecnico alla guida del Governo in caso di crisi ci sta. I numeri? Si troveranno in Parlamento.