Termovalorizzatore o inceneritore per Lombardi non si fa

Termovalorizzatore o inceneritore: per Roberta Lombardi bruciano entrambi e quindi danneggiano l'ambiente. La mediazione per trovare un punto di equilibrio con il sindaco di Roma. E per risolvere la questione rifiuti. Le conseguenze per San Vittore del Lazio

Giura che non intende giocare con le parole. E nemmeno intende giocare. Ma che sta facendo dannatamente sul serio. Roberta Lombardi vuole risolvere quanto il sindaco Roberto Gualtieri il problema dei rifiuti che soffocano Roma. Lui vuole realizzare un termovalorizzatore entro tre anni, lei vuole un impianto di tipo diverso.

Nessuno dei due è salito sulle barricate. Ma la posizione di entrambi è ferma: ma con dei piccoli spiragli nei quali avviare la discussione; prima sul piano tecnico e solo poi sul piano politico.

Inceneritore o termovalorizzatore

Il punto di caduta non sarà un gioco di parole tra termovalorizzatore ed inceneritore, assicura l’assessore alla Transizione Ecologica. Un sospetto nato dal fatto che nella sua comunicazione Roberta Lombardi usa il termine inceneritore, cioè una cosa ben diversa dal termovalorizzatore che Roberto Gualtieri ha annunciato di voler fare. (Leggi qui: La gente non lo vuole? E noi o’ pittammo).

E che le due cose siano tecnicamente ben diverse lo ha appurato anche la Regione Lazio: in Commissione Ambiente nelle settimane scorse uno dei tecnici ascoltati sul tema dei termovalorizzatori ha sostenuto che l’impianto di San Vittore del Lazio dove si bruciano i rifiuti di Roma non esiste. Ma c’è al suo posto un inceneritore. (Leggi qui: San Vittore ed il termovalorizzatore fantasma).

«Non è mia abitudine usare la semantica per distrarre l’opinione pubblica dai giochi di Palazzo. Ho usato, molto consapevolmente, la parola inceneritore perché è il termine giusto per descrivere questo tipo di impianti» assicura Roberta Lombardi.

Questo o quello per me pari son

Roberta Lombardi

Per l’assessore alla Transizione Ecologica, sul piano del principio non c’è differenza tra termovalorizzatori ed inceneritori. Perché «le Direttive Europee sull’incenerimento dei rifiuti, emanate tra il 1999 ed il 2000, parlano solo e esclusivamente di “inceneritori”, in quanto i termovalorizzatori, sebbene producano una piccola quantità di energia, non eliminano il processo di combustione».

Sta qui la battaglia di principio che il Movimento 5 Stelle sta portando avanti. «In entrambi i casi – sostiene Roberta Lombardigli impianti bruciano e producono ceneri, il termine più giusto per definirli è “inceneritori”».

Il nodo sta nel resto. È qui che c’è il nodo da risolvere tra la visione del Pd e quella del M5S. Una visione che aveva già portato nei mesi scorsi l’amministrazione di Nicola Zingaretti a dire no ai nuovi termovalorizzatori nel Lazio: li aveva banditi dal suo Piano Regionale dei Rifiuti.

Questione di tassonomia

Copenhagen termovalorizzatore di Copenhill

Il nodo sta nella Tassonomia Verde dell’Unione Europea. Spiega l’assessore: «La tassonomia verde dell’Unione Europea non prevede affatto impianti di questo tipo. L’articolo 17 del regolamento 2020/852, dice espressamente che l’incenerimento è una delle attività che arrecano danno all’ambiente, dunque in netto contrasto con il principio DNSH (Do No Significant Harm),che è uno dei pilastri del PNRR».

Troppo sul tecnico. «Per essere più precisi – spiega Roberta Lombardi l’Unione Europea ritiene che “se un’attività economica comporta un aumento significativo della produzione, dell’incenerimento o dello smaltimento dei rifiuti, ad eccezione dell’incenerimento di rifiuti pericolosi non riciclabili”, non risponde al principio “Dnsh”, ovvero “non arrecare danno significativo” all’ambiente».

Rivedere San Vittore

Il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio

Su quel termovalorizzatore ed i profili per il Piano Rifiuti della regione Lazio prendono posizione anche altri. Lo fa Europa Verde. Con Filiberto Zaratti (Portavoce regionale di Europa Verde), Marco Cacciatore (Consigliere Regionale di maggioranza e Presidente della Commissione Rifiuti) e Simona Saraceno

Sostengono che con il sindaco Gualtieri nominato Commissario ai Rifiuti per Roma Capitale, va da sè che il Piano Regionale Rifiuti deve rivedere i suoi numeri.

Il Lazio produce annualmente 3 milioni di tonnellate di rifiuti. Se 1,7 saranno trattati autonomamente da Roma con il suo nuovo impianto «è evidente che il Piano rifiuti regionale si dovrà occupare solo delle restanti 1,3 milioni di tonnellate annue. A questo punto è ovvio che, relativamente all’inceneritore di San Vittore del lazio, non solo sono possa essere ampliato, ma anzi vada drasticamente ridotto nelle sue attuali dimensioni».