Terremoto in Forza Italia: chiesta la testa di Claudio Fazzone

Lettera esplosiva nelle mani del vice coordinatore nazionale di Forza Italia. I Consiglieri azzurri del Lazio chiedono la testa di Claudio Fazzone. E l'azzeramento dei dirigenti provinciali. È una dichiarazione di guerra interna. Che potrebbe spaccare il Partito.

La rivolta contro Claudio Fazzone arriva di sera. La lettera viene consegnata nella mani di Antonio Tajani, vice coordinatore nazionale di Forza Italia e numero 2 del Partito dopo Silvio Berlusconi. Due pagine e poco più con le quali contestare la linea del Partito, chiedere la testa del potentissimo e intoccabile coordinatore regionale del Lazio.

La firma il Gruppo di Forza Italia in Regione Lazio: il capogruppo Antonello Aurigemma, l’ex vice presidente Adriano Palozzi, il presidente della commissione Cultura Pasquale Ciacciarelli. Manca la firma di Laura Cartaginese, il consigliere che ha votato contro le indicazioni del Partito approvando il Bilancio di Nicola Zingaretti e mettendosi fuori da Forza Italia; ma che nessuno ha espulso. Non c’è nemmeno la firma di Giuseppe Simeone, il Consigliere del Golfo e presidente della commissione Sanità: fedelissimo di Fazzone.

L’atto di accusa

La sfiducia a Claudio Fazzone è un atto d’accusa alla sua gestione di Forza Italia. È una dichiarazione di guerra politica al Coordinatore.

Nel documento si chiede di far tornare Forza Italia ad essere «motore trainante del centrodestra all’interno della dibattito politico». Viene invocato «il dialogo, il confronto e la meritocrazia». Si chiede di «valorizzare l’operato, le energie e le proposte dei tanti militanti e amministratori locali». Si denuncia in modo aperto che queste energie vengono «soffocate da un partito regionale che negli ultimi anni non è mai riuscito nemmeno a riunirsi per la benché minima azione comune ed ha sempre abusato della propria rendita di posizione».

E c’è un avvertimento: i tre Consiglieri avvisano Tajani che questa rendita politica «non è più sopportata né può  più essere garantita».

In Regione atti contrari alla linea

A Claudio Fazzone viene contestata la gestione della mozione di sfiducia a carico di Nicola Zingaretti. Quella finita in un buco nell’acqua lo scorso dicembre.

Claudio Fazzone disse “Se avete i numeri non c’è bisogno di mozioni, andate dal notaio e fate cadere Zingaretti adesso“. Il capogruppo Antonello Aurigemma invece portò in Aula la mozione ed andò alla conta: puntava a compattare il centrodestra, a marcare le distanze politiche dal governo regionale.

La mozione non passò. Fu l’avvio di un felice scontro interno. Di fronte al quale oggi il Gruppo scrive a Tajani «C’è bisogno, oggi più che mai, di avviare una nuova fase, in cui l’arroganza sia sostituita con la disponibilità all’ascolto». Ed a proposito della mozione dicono che «in Consiglio Regionale, dove abbiamo assistito ad atteggiamenti contrari alla linea e ai valori del nostro Movimento, generando incomprensioni e creando malcontento e risentimento diffusi all’interno della nostra base». 

Azzerate Fazzone

Per questi motivi, i tre consiglieri regionali del Lazio hanno chiesto ufficialmente “di procedere all’azzeramento dei vertici del Coordinamento Regionale e di quelli provinciali, al fine di portare avanti una vera azione di rinnovamento oramai ineludibile».

Non solo la testa di Fazzone ma anche quella di Adriano Piacentini a Frosinone e di tutti i coordinatori fedeli al Regionale perché indicati da lui.

«Servono persone in grado di svolgere al meglio questo importante incarico, e non si può continuare, come avvenuto in questi anni, prendendo posizioni, in troppi casi senza il minimo confronto, che in più di una occasione hanno messo in difficoltà il nostro elettorato».

L’altolà a Tajani 

La lettera contiene anche un altolà ad Antonio Tajani. I Consiglieri ribadiscono la loro lealtà alla linea di Partito. Ricordano di avere preso atto delle indicazioni date da Forza Italia «abbiamo eseguito anche se non condividevamo». Ma adesso sono loro a presentare il conto «adesso siamo noi a rinnovarti la richiesta di un intervento, per il bene del nostro partito e per rispetto dei tanti militanti, che in questi mesi hanno assistito a scelte, molto spesso incomprensibili e ingiustificabili, che hanno svilito il grande lavoro che il gruppo consiliare in regione Lazio sta portando avanti».

O da una parte o dall’altra. Senza tentennamenti né mediazioni. Ed anche a brutto muso. Aurigemma, Ciacciarelli e Palozzi ricordano ad Antonio Tajani che «il Presidente Berlusconi ti ha affidato un incarico che era volto al rilancio e al rinnovamento del Partito: dopo 7 mesi, dobbiamo constatare che nella nostra Regione non si può assolutamente parlare né di rinnovamento, visto che non c’è stato alcun tipo di cambiamento, né tantomeno di rilancio, dato che continuano ad aumentare le defezioni da parte dei nostri amministratori».

La richiesta è senza appello: azzeramento dei vertici territoriali. Vogliono la testa di Claudio Fazzone

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