Test Pd – M5S: tensioni in Regione, «Preparano la nuova maggioranza»

Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Tensioni in Aula in regione Lazio. Il centrodestra accusa Pd e M5S di preparare un'alleanza da esportare in Parlamento. L'intesa, di fatto, si è vista già oggi. Ecco dove. Ostruzionismo dei totiani. Attesa per l'intervento di Salvini a Sabaudia.

I venti di crisi soffiano a Palazzo Madama. E raggiungono l’Aula della Pisana, sede del Consiglio Regionale del Lazio. Accuse chiare di inciucio, prove tecniche di una nuova maggioranza da esportare poi in Parlamento: il Lazio non è una Regione qualsiasi ma è quella governata da Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Partito Democratico. A gridare all’accordo tra Pd e Movimento 5 Stelle sono stati i Partiti di centrodestra.

È accaduto durante la seduta che oggi doveva chiudere questa fase dei lavori e poi dare il rompete le righe, prima delle vacanze.

Invece il centrodestra ha scavato le trincee in Aula e riempito i sacchi di sabbia. In pratica ha preparato decine di emendamenti su una delle due leggi regionali che sono in discussione in queste ore. È quella chiamata a regolare l’attività di compostaggio nel Lazio.

Perché il centrodestra si prepara a fare ostruzionismo ad una norma che è stata sviluppata dal Movimento 5 Stelle, cioè un altro dei Partiti che sono all’opposizione?

Accordo M5s – Pd

«Tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico c’è un accordo palese» ha sostenuto in aula Pasquale Ciacciarelli, eletto in Forza Italia e con i bagagli pronti da mesi per trasferirsi nel nucleo di fondatori del nuovo Partito di Giovanni Toti. In cosa consisterebbe quell’accordo? «I 5 Stelle hanno aiutato Zingaretti ad ottenere l’approvazione di un documento strategico come il Piano Territoriale (leggi qui L’intesa arriva all’alba: la Regione Lazio approva il Piano Territoriale) e ora in cambio ottengono l’appoggio del Pd per l’approvazione della legge sul Compostaggio».

Per tutta la mattinata c’è stato un fitto scambio di messaggi tra Ciacciarelli ed i consiglieri regionali leghisti e di Fratelli d’Italia. Hanno recepito in pieno il messaggio che gli ha lanciato un paio di giorni fa, quando ha dichiarato alle agenzie di stampa «Sono stato eletto nel centrodestra, resto nel centrodestra, sono a disposizione, con il mio voto, degli altri Partiti di Centrodestra presenti in Aula» .

La strategia intessuta da Ciacciarelli insieme al capogruppo di Forza Italia Antonello Aurigemma (anche lui pronto a passare con il nuovo soggetto politico totiano) è stata quella di non ritirare nessuno dei sacchi di sabbia davanti alla trincea. Cioè: nessun emendamento ritirato. Sono a decine.

Perché hanno preso di mira quella norma? «È su quel testo che Pd e M5S si giocano la partita dell’alleanza. Vogliono verificare la tenuta dell’accordo e poi sono pronti a replicarlo al parlamento».

Cosa c’è dietro

Il centrodestra ha preso di mira il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini. Lo accusa di avere intessuto, un anno fa, il Patto d’Aula che ha tolto le stampelle all’anatra zoppa con cui Nicola Zingaretti aveva governato fino a quel momento. E ora di stravolgere i lavori del Consiglio per agevolare i 5 Stelle.

Le impronte digitali. Per Ciacciarelli e Aurigemma stanno nel fatto che Buschini starebbe aiutando in particolare una delle tre anime dei Cinque Stelle: l’aea che fa riferimento a Roberta Lombardi. Cioè quella con cui è più fitto ed intenso il dialogo politico – amministrativo. Meno sensibile il gruppo di Valentina Corrado e Gaia Pernarella. Isolato e arroccato nella sua ortodossia il consigliere Davide Barillari.

In pratica, cosa avrebbe fatto Mauro Buschini nella seduta di oggi? Prima ha fatto approvare il rendiconto del Consiglio: che non era all’Ordine del Giorno; lo ha fatto inserire e lo ha fatto approvare.

Il capogruppo azzurro – totiano Antonello Aurigemma ha scopertole carte: chiedendo la verifica del numero dei presenti in Aula. A garantire la regolarità della seduta è stata Roberta Lombardi con Loreto Marcelli ed il resto del suo gruppo consiliare. Senza quei 6 voti, la manovra Buschini non sarebbe riuscita.

Altre impronte digitali. Al momento di discutere gli Ordini del Giorno sul Ptpr, sono stati bocciati quasi tutti quelli presentati da Fabio Ghera (FdI), mentre venivano approvati quasi tutti quelli dei Cinque Stelle.

Poi l’operazione “top”: Roberta Lombardi chiede l’inversione dei punti all’Odg per approvare il Piano di Assetto del Parco del Gran Sasso.

La conseguenza pratica dell’ostruzionismo avviato dal centrodestra: è saltata a giovedì la conclusione dei lavori d’aula avviati oggi. Ci sarà prima la discussione di alcuni Ordini del Giorno, poi la legge su Caporalato sviluppata dalla capogruppo di Zingaretti Marta Bonafoni, infine il testo sul Compostaggio, sviluppato dai 5 Stelle.

Tutti al mare

In serata, tutti al mare: i consiglieri del centrodestra andranno a Sabaudia per ascoltare l’intervento di Matteo Salvini. I rumors circolati in in regione dicono che da lì il Capitano lancerà la crisi di governo, lo strappo definitivo con il Movimento 5 Stelle.

Nel pomeriggio anche tra i Consiglieri regionali del Lazio si è diffusa la voce secondo la quale un Sms ha ordinato ai quadri politici leghisti di non allontanarsi da Roma. Ma la Lega smentisce. Tutti attendono la roadmap della crisi.

Il Movimento 5 Stelle in Regione è diviso. Una parte è per il no a qualsiasi alleanza con chiunque. Una parte prende atto del dialogo intessuto da Nicola Zingaretti all’inizio della legislatura regionale. E dei risultati che ha portato.

Ciacciarelli è convinto: «Il voto sul Compostaggio serve per trovare una quadra per il governo bis». Una parte dell’Aula mormora «Dopo avere dissipato tutto quello che noi avevamo risparmiato ora è arrivato il momento di fare la manovra finanziaria e non vuole assumersi le sue responsabilità: ha già tolto gli 80 euro che noi avevamo dato alle fasce più deboli».

Rumors, tanti rumors ed in parte leggende, in Regione. Come quella secondo la quale una parte di Forza Italia romana è favorevole a partecipare ad un governo di salute pubblica.

Altre voci circolate tra i banchi dicono che Matteo Salvini questa sera lancerà l’ultimatum irricevibile: «Chiederà la testa di ministri intoccabili come Tria, Trenta, Toninelli». Spiegano che la proposta è irricevibile anche per un altro motivo «Un rimpasto così ampio deve passare per forza attraverso le dimissioni del Premier». Tra i grillini c’è chi vaticina: «Se è così, perso per perso, Luigi Di Maio lo precede e scrive un messaggio su Facebook mentre Salvini mette il primo piede sulla sabbia».

Buschini e Leodori a Roma

Ora si tratta solo di aspettare: il comizio dalla spiaggia di Sabaudia. E la legge sul Compostaggio.

Ma se la Lega smentisce la precettazione dei suoi parlamentari, nessuno può smentire che ad autoprecettarsi siano stati i tre potentissimi uomini di punta di Nicola Zingaretti: il vice presidente della Regione Daniele Leodori, il presidente del Consiglio Regionale Mauro Buschini, il capogruppo Dem Marco Vincenzi.

La sensazione è che il trio abbia da lavorare tutta la notte.