Tiero tiene in piedi la maggioranza e fa esplodere l’opposizione

Basta un'assenza per mettere in crisi la maggioranza Coletta. E basta un presidente che resta in Aula a far esplodere l'opposizione. Come accaduto oggi sui debiti fuori bilancio.

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

L’opposizione non vota debiti fuori bilancio. Accade oggi nella minoranza 2021 del Consiglio comunale di Latina, tutta di centrodestra; come accadeva in quella 2016, composta sempre di centrodestra con pezzi di centrosinistra (Nicoletta Zuliani si ritrovò, a fine consiliatura, capogruppo di se stessa nel Pd). Tutti fuori dall’aula, al momento del voto.

Ma oggi, in piazza del Popolo, il livello di scontro si è alzato. Tema, sempre l’anatra che cammina un po’ di qua e un po’ di là: l’amministrazione del sindaco Damiano Coletta uscita dalle urne lo scorso autunno con una maggioranza di centrodestra ed un sindaco civico sostenuto dal centrosinistra.

E se nel Gruppo del sindaco (Lbc – Latina Bene Comune) non era presente il consigliere Massimiliano Colazingari, grillo saggio della maggioranza, il 17esimo soldato di Damiano Coletta è stato il presidente del Consiglio, Raimondo Tiero. È stato lui l’uomo che ha tenuto in vita la seduta assicurando il numero minimo di presenti per poter ritenere valida la seduta. Ma formalmente è di Fratelli d’Italia, ovvero di centrodestra, ovvero di opposizione

E la minoranza è esplosa.

Maggioranza appesa, minoranza esplosa

Raimondo Tiero

Non deve essere sembrato vero, in avvio di seduta, al centrodestra, di vedere l’assenza di Colazingari. Significava che la maggioranza è pericolosamente a rischio.

Approvato all’unanimità il primo punto all’ordine del giorno, l’aggiornamento del regolamento sulla tutela dei dati personali, Dino Iavarone (Latina nel cuore) ha preso la parola, per contestare il fatto che «a distanza di sei mesi, il Consiglio ha prodotto molto poco: mozioni, varianti, oggi il regolamento. Nulla sul bilancio, solo una commissione sul Piano triennale delle opere pubbliche. E la questione della perdita del finanziamento per l’adeguamento sismico delle scuole? È stata affrontata solo sulla stampa». (Leggi qui La troppa grazia dei fondi. E leggi anche Quei fondi per le scuole perduti: se io sono mulo tu sei asino).

Ma è Patrizia Fanti (FdI) ad affondare il colpo: «Oggi qualunque consigliere si sarebbe aspettato una relazione significativa su quanto accaduto nella scorsa settimana, e non è stato così». A quel punto, Tiero prende la parola per fermarla: «Non è tema all’ordine del giorno». La Fanti contesta: «Lei non può fermare la mia dichiarazione» e continua. Ma il presidente le spegne il microfono, aggiungendo anche: «Lei deve imparare la correttezza!».

“Tiero, presidente non imparziale”

La minoranza insorge, con Massimiliano Carnevale che contesta a Tiero di non essere imparziale. Si alzano, abbandonano l’aula. «Parole scomposte e toni incompatibili con il ruolo di garanzia che deve assumere un presidente del Consiglio», le definiranno poi tre capigruppo di opposizione.

I debiti fuori bilancio saranno votati solo dalla maggioranza, con Tiero come 17esimo (nelle due votazioni si asterrà). In particolare, si tratta di 3.500 euro di spese legali, nella vicenda di lavoro risalente al 2012 (all’epoca della giunta di centrodestra del sindaco Giovanni Di Giorgi) che vide il Comune contrapposto al proprio allora dirigente dei Lavori pubblici, Lorenzo Le Donne, per un mancato riconoscimento di oneri; l’altro debito è di 10.737 euro per una ditta fornitrice di beni che lamentava il mancato pagamento di una fattura del 2009 (allora c’era la giunta di centrodestra di Vincenzo Zaccheo).

I debiti fuori bilancio, arrivano, anche a distanza di 10 anni, e, da sentenza esecutiva, rappresentano un obbligo. Non c’è alcuna discrezionalità nel riconoscerli o meno: vanno pagati, perché così ha stabilito un giudice. Se nessuna opposizione, da una decina di anni, li vota (anni fa una consigliera di minoranza disse, tra il serio e il faceto: «Il numero legale sui debiti fuori bilancio non si tiene. E poi, se la Corte dei conti ha qualcosa da ridire, se la prende pure con me?»).

Basta poco per mettere tutto in bilico

Damiano Coletta

L’opposizione punta il dito. «Svilita e calpestata la nostra funzione di rappresentanti dei cittadini. Dopo sei mesi l’amministrazione è ferma. E dal Presidente del Consiglio un atteggiamento irrispettoso nei riguardi della minoranza» scrive il centrodestra in una nota firmata dai capigruppo Massimiliano Carnevale (Lega), Dino Iavarone (Latina nel Cuore) e Patrizia Fanti per Matilde Celentano (Fratelli d’Italia).

Quanto accaduto oggi ha un’altra lettura: Coletta è alle prese con la sua maggioranza dai numeri incerti. Una sola assenza (quella di Massimiliano Colazingari) può metterla in crisi.

E l’opposizione, che, tra le sue armi, ha anche l’abbandono dell’aula, ha fatto quello che ha ritenuto opportuno per evidenziarlo.