Tintari e Mastrobattista spiegano la vela dell’Udc

I centristi hanno intenzione di contare nelle amministrative di Fondi e Terracina. Si schierano con Fratelli d'Italia. Il tutto con il commissario Di Sangiuliano che invoca il potere dei piccoli, cita don Sturzo e lancia bordate a Fazzone. Evcocando il prefetto Frattasi.

Con il senno del poi se fosse stato ancora in vita il senatore e sindaco di Formia Michele Forte, la scelta di quella che un tempo era la quarta gamba del centrodestra italiano sarebbe stata inevitabile. Cioè far parte dello schieramento tradizionale con Forza Italia, Lega ed Alleanza Nazionale.

Ma sotto i ponti della politica italiana e provinciale è passata tant’acqua. E chi pensava che l’Udc fosse un residuato di quanto esploso alle elezioni politiche del 27 marzo 1994 – le prime che hanno incoronato premier Silvio Berlusconi – è rimasto profondamente deluso.

Il progetto politico ed elettorale del compianto senatore di Formia, da poco più di 2 anni su scala provinciale è confluito con armi e bagagli nella Lega di Claudio Durigon. In blocco. Tutto intero.

La vela di Cesa

Lorenzo Cesa al Congresso di Fiuggi © Dire

Tuttavia l’attuale Udc – quella ancora guidata da Lorenzo Cesa – ha fatto una scelta a dir poco significativa. L’ha fatta in vista delle elezioni amministrative che il 20 e 21 settembre decideranno le sorti di due dei comuni più importanti del territorio pontino, quelli di Terracina e Fondi.

La forza politica che all’ultimo congresso nazionale di Fiuggi dello scorso anno ha chiesto di essere la “casa dei moderati” ha deciso di interpretare a modo suo il moderatismo della nuova destra italiana. Quella impersonata da Fratelli d’Italia.

Ufficialmente lo fa non presentando una propria lista con il blasonato scudocrociato. Ma “rafforzando” due delle civiche che sosteranno i candidati sindaco di Fdi di Terracina e di Fondi Roberta Tintari e Giulio Mastrobattista.

Vietato disorientare gli ex Dc

Giulio Mastrobattista

A Fondi l’Udc era orientata a presentare una propria lista per supportare la sfida del candidato sindaco di Fratelli d’Italia. Ma il disco rosso è stato acceso per una ragione precisa. Che è: evitare di disorientare l’elettorato ex Dc.

Elettorato che ha già due opzioni da tempo protagoniste della campagna elettorale. Una è la Dc e sta con il candidato sindaco di Forza Italia e della Lega Beniamino Maschietto.

L’altra opzione è il Patto Fondi guidato dall’ex poliziotto Udc Maurizio Cima. Sta nel fronte opposto, con il candidato sindaco Giulio Mastrobattista. È una delle tre articolazioni dello schieramento, insieme a Fratelli d’Italia e la civica che porta il nome dell’avvocato Mastrobattista.

Frattasi, l’esempio antimafia

BRUNO FRATTASI FOTO © ALESSIA MASTROPIETRO / IMAGOECONOMICA

Al commissario provinciale dell’Udc di Latina, Giuseppe Di Sangiuliano, poco interessa che l’attuale Udc del dopo Michele Forte rappresenti soltanto una piccola parte dell’immensa forza elettorale che possedeva un tempo. «La cosa più importante – evidenzia il commissario – non è essere grandi e spocchiosi, ma pieni di coraggio e generosità».

E l’esempio preso in prestito è l’ex Prefetto di Latina Bruno Frattasi. Ancor prima di diventare prefetto era stato commissario prefettizio nei comuni di Gaeta e nello stesso capoluogo pontino. Frattasi, dopo aver diretto il dipartimento dei Vigili del Fuoco presso il ministero dell’Interno, è stato nominato dal governo di Giuseppe Conte nuovo Capo di Gabinetto dello stesso Viminale.

Perché Frattasi è il simbolo della nuova Udc? Semplice, per il «coraggio che ha avuto allora». Questo aggiunge polemicamente Di Sangiuliano. A cosa si riferisce? A quando propose, esattamente dieci anni fa all’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, lo scioglimento del comune di Fondi per infiltrazioni di matrice mafiosa. Innescando un duello a distanza con il senatore di Fondi Claudio Fazzone, che nella Forza Italia alla guida di quel Governo aveva addirittura un peso ancora maggiore di quello attuale.

Di Sangiuliano vs Fazzone

CLAUDIO FAZZONE

Il commissario pontino della “vela” è durissimo quando nel suo bersaglio mette il coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone.

«La questione dell’eternità politica dipende dal momento e dalle circostanze in cui si pone. Ma a tutti voi chiedo di non aspettare il lancio delle monetine perché è questo il momento del riscatto. Anche solo un voto può essere importante. E l’amore vince sempre. È il nostro accorato appello a tutte le persone libere e forti».

In questo modo paragona l’egemonia politica di Claudio Fazzone su Fondi a quella di Bettino Craxi nel Partito Socialista; finita – come si ricorderà – con il lancio delle monetine addosso al leader all’uscita dall’Hotel Raphael di Roma. Tutto con tanto di parafrasi all’invocazione Sturziana di 101 anni fa, agli uomini Liberi e Forti.

Chi continua a fare acquisti a Fondi intanto è proprio il candidato FdI Giulio Mastrobattista. Ha raggiunto un’intesa con Italia Viva dell’ex sindaco Bruno Di Manno. Il quale si candida personalmente nella civica che affianca i Fratelli d’Italia e sarà protagonista della campagna elettorale ormai al via.

I renziani saranno della partita nella lista “Giulio Mastrobattista sindaco”. Con un chiaro ed annunciato proposito: costringere il candidato di Claudio Fazzone, Beniamino Maschietto, all’over time del ballottaggio.

Se dovesse verificarsi questa circostanza, il centrodestra pontino e provinciale davvero non esisterebbe più.