Tomao fa tana al Pd: “Basta fare gli struzzi”

Il Pd non decide. Se schierare in lista il suo 'mister preferenze'. Che però è indagato nell'ambito della concorsopoli. Domenica mattina riprende la Direzione allargata al commissario provinciale ed al Segretario Regionale. Tomao dice: "Prima la famiglia, poi la politica. Soprattutto se non ha il coraggio di fare una scelta”

Questione di ore. Poche. A Minturno è arrivato il momento in cui ognuno deve avere il coraggio delle proprie azioni. Giuseppe Tomao ha una priorità che, dopo mesi di silenzio, vuole perseguire a tutti i costi: “In questo momento deve mettere in sicurezza la mia famiglia. Tutto il resto, mi creda, e lo scriva per favore, è molto relativo…”.

Fino al mese scorso Presidente del Consiglio Comunale, si è dimesso da quando è indagato nell’ambito del primo filone della “concorsopoli” dell’Asl pontina: per la Procura avrebbe saputo in anticipo dal presidente della Commissione d’esame i quiz della prova per diventare, com’è avvenuto, assistente amministrativo. Tomao esce per la prima volta allo scoperto e attacca frontalmente chi, all’interno del suo Partito, il Pd, non ha il coraggio di dirgli che è inopportuna una sua candidatura a sostegno del sindaco uscente di Minturno Gerardo Stefanelli alle amministrative del 3 e 4 ottobre prossimi.

Ostentando una calma olimpica prima di incontrare in un bar di Marina di Minturno il sindaco di Italia Viva, Tomao è stanco di essere diventato il principale argomento della vita politico amministrativa di Minturno ad una settimana esatta dalla presentazione delle liste in vista della competizione elettorale di inizio ottobre. Perché il Pd non decide: se schierarsi con il simbolo, se schierare il suo mister preferenze. (Leggi qui Nel Pd si apre la ‘questione morale’).

L’amarezza di Tomao

Gerardo Stefanelli (al centro) mentre Giuseppe Tomao legge le sue dimissioni (alle spalle)

Nel suo mirino c’è complessivamente il suo Partito, di cui vorrebbe, nonostante tutto, continuare a fare parte. Ma la pazienza, umana e politica, è ad un passo dall’essere esaurita.

Avevo esternato agli amici la mia volontà di continuare ad essere utile a questa causa. Con la nostra attività amministrativa, negli ultimi dieci anni abbiamo consentito a Minturno di diventare un paese normale. Mi era stato risposto che non c’erano problemi. Ora si continuano a celebrare processi e, soprattutto, a non prendere decisioni. Le chiedo, ma è un atteggiamento di responsabilità politica e amministrativa? Me lo faccia sapere per favore

A Tomao non piace la politica dello struzzo, nella quale si nasconde la testa sotto la sabbia. Non menziona neppure i suoi avversari interni: sono il dimissionario capogruppo Dem e l’assessora alla Cultura del comune Mimma Nuzzo, della sinistra Pd. Sono gli stessi che chiesero ed ottennero le sue dimissioni da Presidente del Consiglio comunale quando il suo nome era comparso nel registro degli indagati della Procura di Latina.

“Mister preferenze” contesta al suo Partito di non avere il coraggio di assumersi la responsabilità di dirgli che non lo vuole in campo. O – al contrario – di dirgli che ha ancora fiducia in lui e lo vuole in lista. I fatti parlano chiaro: Tomao non aver ricevuto da nessuno del suo Partito la richiesta di farsi da parte

Debolezza politica

Matteo Mauri, commissario provinciale Pd Latina (Foto: Gaetano Lo Porto / Imagoeconomica)

Il Pd di Minturno non decide. Ha delegato. Al commissario provinciale Matteo Mauri e alla segreteria regionale del Pd. Per Tomao è sintomo di una debolezza politica che porterà il Pd ad esaurire quanto gli resta del suo potere contrattuale coinvolgendo, seppur indirettamente, il sindaco Stefanelli impegnato ad inseguire un bis a portata di mano. E per di più, al termine del primo turno del voto di ottobre.

Questo comportamento giacobino – secondo Tomao – non può durare all’eternità. Dopo la riunione fiume di venerdì, il direttivo del Pd, allargato in video conferenza al commissario provinciale Mauri, è stato aggiornato, nonostante la giornata festiva e tutto sommato ancora estiva, a domenica mattina alle ore 10.

Mi facciano sapere…” ha concluso Tomao, consapevole che questo “non decidere” ha acuito un logoramento. Generando anche un’altra conseguenza: ha impedito all’ex Presidente del Consiglio di valutare altre soluzioni elettorali. Una avrebbe riguardato, almeno un mese fa, la lista forzista “Idee e legalità” che sostiene sempre il sindaco uscente di Minturno Gerardo Stefanelli. Tomao avrebbe potuto portare lì le sue preferenze se il Pd gli avesse detto che non lo voleva.

Le opzioni in campo

Gerardo Stefanelli

La situazione è delicatissima. Perché Tomao non intende lasciare in libertà le sue preferenze. Ed il Pd dopo lo spoglio potrebbe scoprire che gli sono costate almeno un seggio in Consiglio.

Il commissario provinciale Dem, il deputato milanese Matteo Mauri,  si è rifugiato in un comprensibile no comment: “La ringrazio per l’attenzione ma per ora non rilascerò dichiarazioni. Buona serata”.

I voti dell’ex presidente d’aula Tomao e dei rappresentanti della componente moscardelliana del Pd fanno gola a Stefanelli per vincere senza ricorrere al ballottaggio. Ma sa che non può fare passi falsi e compiere scouting nelle file Dem: “Ora mi tocca fermarmi e aspettare”.

Tomao ha confidato a molti suoi amici di volersi candidare alle amministrative di ottobre nonostante l’avviso di garanzia che gli è stato notificato a maggio. Le opzioni sono due. La prima è collocarsi all’interno di una delle quattro liste che sostengono Stefanelli: Minturno 2030, Città Futura, Insieme per Minturno e Idee e legalità

Il sindaco renziano ha detto sabato pomeriggio a Tomao che la soluzione è poco praticabile. Le liste sono completate e poi perché teme eventuali disimpegni all’interno della formazione disposta ad accogliere l’ex presidente del consiglio comunale. Perché con tutte le sue preferenze toglierebbe una casella agli altri aspiranti consiglieri.

Oppure una lista autonoma

Claudio Moscardelli (Foto: Giornalisti Indipendenti)

La seconda soluzione è la più ardita, la più difficile ma anche non impossibile: Tomao darebbe vita, in meno di una settimana, ad una civica autonoma in appoggio a Stefanelli. Per allestirla avrebbe bisogno dei colleghi Dem vicini all’ex segretario provinciale Claudio Moscardelli (anche lui indagato e dimessosi): Paola Graziano (che ha confermato che non si candiderà a prescindere), Piernicandro D’Acunto e Francesco Sparagna

Accetterebbero di seguire Tomao in questo tortuosissimo percorso elettorale? Probabilmente no, consapevoli che la lettera di espulsione dal Pd diventerebbe esecutiva nel giro di poche ore. Peché lo Statuto Dem è chiaro: chi si candida contro il sindaco indicato dal Partito è fuori per almeno due anni.

E non è finita. Ad essere preoccupato è, a ragione, lo stesso sindaco di Minturno: sa che se dovesse approntare un nascondiglio per Tomao significherebbe non beneficiare più dell’apporto elettorale, seppur risicato in termini numerici, del simbolo dell’unico partito nazionale.

La carriera politica di Stefanelli è soltanto agli inizi. A febbraio 2022 ci saranno le elezioni per il nuovo presidente dell’amministrazione Provinciale, incarico a cui ora punta dopo il “no grazie” tributato nel 2019 al Pd  (che scelse l’attuale sindaco di Pontinia Carlo Medici) e, un anno dopo, le elezioni regionali e politiche. E il Partito Democratico, seppur dilaniato a livello locale da veti e polemiche interne, potrebbe tornare molto utile.