Tomao fuori dalla lista del Pd

Il Pd ha deciso: prevale la questione morale. L’ex presidente del consiglio comunale di Minturno non dovrà partecipare alle prossime Comunali.

Nell’ultima bozza il suo nome non c’è più. A Minturno la lista del Partito Democratico per le elezioni Comunali del 3 e 4 ottobre non vedrà schierato il suo elemento più rappresentativo: l’ex presidente del consiglio Giuseppe Tomao. Lo ha deciso il Pd: secondo una versione è stato il Commissario provinciale Matteo Mauri a tracciare la rotta ed imporre il suo risptto; secondo un’altra versione c’è stato anche un pronunciamento “a maggioranza” della Direzione cittadina.

La sostanza politica non cambia: il Pd esce lacerato da questa prova di forza. Che avrà conseguenze anche sull’assetto della coalizione che sostiene il sindaco uscente Gerardo Stefanelli. Un caso simile, a Frosinone ha condannato il centrosinistra all’opposizione per dieci anni: il sindaco uscente Michele Marini stava per ricevere un avviso di garanzia per l’appalto sulla messa in sicurezza della Monti Lepini, lui puntò i piedi e solo una parte del Pd lo sostenne; le indagini non gli hanno trovato un solo centesimo di tangente ed il processo vivacchia come spesso accade per quelli con poca sostanza. Nel frattempo il capoluogo è passato al centrodestra e quella spaccatura non si è mai rimarginata.

Giuseppe Tomao

A Minturno le premesse sono diverse. Giuseppe Tomao, mister preferenze al punto da diventare il Presidente del Consiglio Comunale, lanciato verso la successione al sindaco Gerardo Stefanelli, colonna dell’area che fa riferimento al senatore Claudio Moscardelli, è indagato dalla Procura per gli “aiutini” che avrebbe ricevuto per superare un concorso Asl grazie al quale è stato assunto come dirigente.

Il Partito si è spaccato sul suo caso: per una parte non c’è altro oltre l’avviso di garanzia e quindi Tomao è candidabile, per il Pd c’è una questione morale che va oltre l’aspetto giudiziario. Ed è questa la linea passata ieri.

Difesa politica

La chiave di interpretazione che viene data dai sostenitori di Tomao è un’altra. Per loro è in atto l’assalto alla componente di Claudio Moscardelli, già Segretario Provinciale, dimessosi un secondo dopo che gli è stato notificato l’avviso di garanzia con l’accusa di avere sollecitato quell’aiutino.

Matteo Mauri non è uno tra i tanti nel Pd: ha un rilievo tale per cui è stato indicato come viceministro dell’Interno nel governo Draghi. È lui ad avere rimesso in gioco il Pd a Formia scongelando il simbolo e dando il via libera alla candidatura di Luca Magliozzi. È lui ad avere tolto il Pd di Minturno dal rischio di una spaccatura epocale e dal sospetto di una guerra tra bande: ha fornito un’indicazione politica chiara dicendo che a suo parere Tomao non andava candidato.

Il governo cittadino del Pd ha preso atto della volontà del commissario provinciale ed ha cancellato dalla lista il nome di Tomao.

Via alla lista

Matteo Mauri, commissario provinciale Pd Latina (Foto: Gaetano Lo Porto / Imagoeconomica)

Il sindaco Gerardo Stefanelli a questo punto è pronto per depositare la sua candidatura e quelle nelle liste a suo sostegno. “Sono state completate da giorni” ha fatto sapere il primo cittadino di Minturno. Il suo presentatore nonché vice sindaco Daniele Sparagna per chiudere il fascicolo attendeva solo il Pd.

Oltre al Pd nella coalizione ci sono le civiche Città Futura, Insieme per Minturno e Minturno 2030. In quest’ultima si sono collocati Patrizia Neri e Libero Lombardi, usciti dal Pd la settimana scorsa proprio per il caso Tomao.

Nella lista Dem hanno chiesto qualche ora di riflessione l’assessore all’Ambiente Piernicandro D’Acunto così come il consigliere comunale Francesco Sparagna; i rumors assicurano che saranno in lista: direttamente o con un loro designato sul quale riversare i voti. Confermate le presenze del Segretario Franco Esposito e del capogruppo dimissionario Matteo Marcaccio. Con la decisione della Direzione, potrebbero rivedere la loro posizione di non candidarsi la presidente del consiglio comunale Paola Graziano (eletta nel 2016 grazie al ticket con Tomao e suo successore alla presidenza del Consiglio) e l’assessore alla Cultura della Giunta Stefanelli, Mimma Nuzzo.

La situazione deve essere ancora definita – ha aggiunto il reggente Vanni Cerimoniale –  La nostra lista è pressoché ultimata ma intendiamo renderla ancor più competitiva”.

Insomma il dopo Tomao è iniziato.

Che farà Tomao

Gerardo Stefanelli

Tomao si è imposto una linea: di “non alimentare facili ed inutili polemiche. Bastano quelle che questo partito e, indirettamente, l’amministrazione Stefanelli hanno dovuto subire”. È amareggiato: “Il Pd ha deciso di escludermi e lo vengo a sapere da voi giornalisti. Ho offerto la mia disponibilità a dare il mio importante apporto elettorale ma la mia nuova candidatura non la considero affatto prioritaria. Si può fare politica anche fuori dal Consiglio”. (Leggi qui Tomao fa tana al Pd: “Basta fare gli struzzi”).

Cosa farà adesso? Esclusa l’ opzione di dar vita ad una propria lista civica last minute e tantomeno la possibilità di chiedere ospitalità ad altre componenti della coalizione Stefanelli. Perché a questo punto è chiaro che se Stefanelli dovesse caricarsi Tomao il Pd uscirebbe dalla coalizione.

Tutto lascia intuire che l’ex presidente Tomao si fermerà in questa tornata elettoraledopo che qualcuno, anche nel mio Partito, mi ha condannato senza neppure una richiesta di rinvio a giudizio. Ho dovuto ricredermi in questi mesi su alcuni comportamenti e soprattutto su taluni colleghi che consideravo amici ma tali non sono stati”.

Il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli non ha voluto interferire sulle scelte del Pd. La linea di dialogo gli occorre se vuole puntare alla presidenza della Provincia di Latina tra qualche mese.