Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 10 febbraio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo giovedì 10 febbraio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo giovedì 10 febbraio 2022.

TOP

ANTONELLO ANTONELLIS

Antonello Antonellis

Il segretario provinciale di Azione ha dato una scossa nell’ambito dei rapporti tra le forze politiche. Parla in modo semplice e diretto e assume decisioni. Lo sta dimostrando nel dibattito in corso a Frosinone per la scelta del candidato sindaco. (Leggi qui Lo scatto di Azione come un urlo nel deserto).

Insieme a Luciano Gatti, Alessandra Sardellitti e Francesco Quadrini ha incontrato Mauro Vicano, a sua volta accompagnato da Vincenzo Savo. Antonellis ha ascoltato le proposte politiche ed amministrative, quindi ha deciso per il sostegno a Vicano. Senza girarci troppo intorno e senza perdere tempo.

Facessero tutti così, i tempi della politica verrebbero abbattuti senza problemi. Ma Antonello Antonellis ha anche presieduto i lavori del Congresso regionale di Azione e questo conferma in quale considerazione sia tenuto da Carlo Calenda. Il Partito di Calenda è la vera novità di questa fase politica, anche sul piano nazionale. E Antonellis è l’uomo giusto al posto giusto.

Sulla cresta dell’onda

NICOLA OTTAVIANI

Nicola Ottaviani (Foto: A.S. Photo / Andrea Sellari)

Questa sera verrà ufficializzato il tutto, ma Nicola Ottaviani ha già centrato il risultato: celebrare le primarie per la scelta del candidato sindaco. Il 27 marzo. Con un’organizzazione pensata nei minimi dettagli.

Ha ragionato da sindaco più che da coordinatore provinciale della Lega e punta a dimostrare ai vertici nazionali del suo Partito che si può tenere il centrodestra unito anche con un metodo (le primarie) che culturalmente e tradizionalmente appartiene alla sinistra.

Se dovesse centrare il risultato di una partecipazione rilevante, allora proverebbe a giocarsi le sue carte per una candidatura parlamentare. Ma in ogni caso ha creato i presupposti affinché possa continuare a svolgere il ruolo di regista politico di una maggioranza che per dieci anni lo ha sostenuto in tutto e per tutto.

Dopo di me… ancora me.

FLOP

FONTANA-SALA

Beppe Sala e Attilio Fontana (Foto Canio Romaniello © Imagoeconomica)

Galeotto fu il fuori onda e chi lo ha trasmesso. Però il presidente leghista della Regione Lombardia Attilio Fontana e il sindaco progressista di Milano Beppe Sala potevano uscirne meglio.

Si parlava del Pnrr ed entrambi hanno convenuto che la situazione è difficile anche perché lo strumento sarebbe sbilanciato a favore del Mezzogiorno. Infatti  si è ripetuto Sud Sud Sud.

Magari fosse vero. Magari il Mezzogiorno riuscisse a presentare progetti tali da poter intercettare i fondi europei per lo sviluppo. Certamente anche il Nord dovrà avere le sue possibilità, ma è difficile pensare che la Regione Lombardia o il Comune di Milano non siano nelle condizioni di poter utilizzare al meglio questa opportunità. Poi magari in questo Paese qualcuno dovrebbe ricordare che esiste un concetto che si chiama solidarietà. E che le zone più svantaggiate andrebbero aiutate e sostenute. Certe riflessioni appartengono alla sfera della banalità.

Fiera dell’ovvio.

SALVINI-CONTE-MELONI

Foto Imagoeconomica

In Italia nessuno si pone mai il problema che il Paese va governato. Ci si sofferma sempre e soltanto sull’aspetto della propaganda e della campagna elettorale. Le elezioni per il Quirinale hanno determinato degli effetti politici forti ma anche messo a nudo dei limiti dei protagonisti e dei partiti che guidano.

Matteo Salvini, per esempio, ha dimostrato di non essere nelle condizioni di unire il centrodestra e di proporsi quindi come prossimo premier se la coalizione (nel frattempo andata in frantumi) dovesse vincere le elezioni. Inoltre all’interno della Lega ha i suoi problemi.

Giuseppe Conte, prima ancora che il Tar di Napoli lo congelasse come capo politico dei Cinque Stelle, aveva dovuto fare i conti con una parte di Movimento che non lo riconosce come guida. Inoltre ha completamente sbagliato strategie.

Giorgia Meloni capitalizza al meglio il fatto che Fratelli d’Italia è all’opposizione, ma ogni volta che deve cimentarsi su un tema importante e delicato (per esempio la gestione della pandemia e il giudizio sui vaccini) mostra limiti derivanti dalla volontà di guardare sempre e soltanto alla piazza.

Senza il quid.

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