Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 16 dicembre 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di mercoledì 15 dicembre 2021. Per capire cosa è accaduto nelle ore scorse e cosa ci attende in questa giornata di giovedì

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 14 dicembre 2021. Per capire cosa è accaduto nelle ore scorse e cosa ci attende in questa giornata di mercoledì

TOP

ANTONIO POMPEO

La cena al Trofi di Piedimonte San Germano ha messo in evidenza le doti strategiche e pragmatiche del presidente della Provincia. Antonio Pompeo ha invitato Salvatore Fontana e Alessandro D’Ambrosio. Doveva esserci anche Giuseppe Golini Petrarcone, che ha declinato all’ultimo istante. (Leggi qui Pompeo il pragmatico: a tavola con Fontana e Petrarcone).

Pompeo ha chiesto i voti ponderati per Antonella Di Pucchio, sua candidata di punta alle provinciali di sabato. La particolarità sta nel fatto che tutti e tre gli invitati sono usciti dal Pd e sono “contro” il sindaco di Cassino Enzo Salera. Apparentemente potrebbe sembrare un autogol. Tutto il contrario: si tratta di voti che mai sarebbero andati ad esponenti del Pd e che adesso invece potrebbero arrivare. Il condizionale è d’obbligo, ma la mossa del presidente della Provincia è degna di nota.

Si potrebbe definire “operazione valore aggiunto”. Pompeo ha dimostrato determinazione e lucidità. Domenica si vedrà se l’operazione sarà andata a buon fine.

Super concentrato.

VACANA-TAGLIAFERRI

Fabio Tagliaferri

Il vicepresidente della Provincia si sta preparando alla conferma come consigliere, ma intanto allarga il campo di azione guardando alle prossime comunali di Frosinone. La sua civica, Provincia in Comune, sarà sicuramente in campo con il centrosinistra e potrebbe partecipare alle primarie.

In lista ci saranno sicuramente Christian Bellincampi (candidato a sindaco con il Movimento Cinque Stelle nel capoluogo nel 2017) e la dottoressa Valeria Morgia. Ma Vacana sta cercando di aggregare ulteriormente. L’asse di ferro con Biagio Cacciola non è un segreto e potrebbe esserci anche la partecipazione di Giuseppe Patrizi, ex commissario della Provincia. Il quale, nonostante militi in Forza Italia, un pensierino ce lo sta facendo.

Fabio Tagliaferri ha deciso di tirare dritto come portavoce cittadino di Fratelli d’Italia. Ha istituito i responsabili dei Dipartimenti e alle elezioni deciderà insieme al Partito il da farsi. Se cioè stare dentro al centrodestra oppure concorrere per proprio conto.

Avanti tutta. E tutti e due.

FLOP

DURIGON-FAZZONE

Claudio Durigon (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Primo minimo comun denominatore: entrambi della provincia di Latina. Secondo minimo  comun denominatore: entrambi coordinatori regionali dei rispettivi Partiti: Claudio Durigon della Lega, Claudio Fazzone di Forza Italia.

Terzo minimo comun denominatore: il nome, Claudio. Quarto minimo comun denominatore: essere parlamentari importanti, visto che Durigon nella Lega è uno dei fedelissimi del Capitano Matteo Salvini, mentre Fazzone si è conquistato spazi di autonomia che gli consentono di discutere da pari a pari anche con Antonio Tajani.

Poi c’è il quinto e ultimo minimo comun denominatore: delle questioni politiche della provincia di Frosinone i due si stanno disinteressando da tempo. E questo non va bene. Intanto perché Lega e Forza Italia hanno percentuali notevoli pure in Ciociaria. In secondo luogo in questo modo danno la sensazione di preferire comunque la provincia di Latina e questo potrebbe pesare quando si decideranno le candidature a Camera e Senato.

Gli indifferenti.

SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi (Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Lo stop di Enrico Letta, segretario del Pd, all’ipotesi di una candidatura alla presidenza della Repubblica di Silvio Berlusconi è stato forte.

Tralasciando il fatto che parliamo del nipote di Gianni Letta, sacro custode del berlusconismo, va detto che il numero uno dei Democrat ha opposto un ragionamento difficile da smontare, visto che  ha ricordato come mai è successo che al Quirinale sia salito un leader di Partito.

Come se questo non bastasse il Capitano della Lega Matteo Salvini continua a fare il seguente ragionamento: Berlusconi è il candidato se lo vorrà lui, a meno che non si renda conto che ad un certo punto la situazione può prendere un’altra strada. E’ un sì con troppi se e troppi ma.

Silvio Berlusconi vuole diventare presidente della Repubblica, ma ormai comincia a sentire puzza di bruciato.

A bagnomaria.

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