Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 17 novembre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di giovedì 17 novembre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di giovedì 17 novembre 2022.

TOP

STEFANIA CRAXI

Stefania Craxi (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

A bufera mezza composta e con il Consiglio straordinario Ue fra i titolari degli Esteri che hanno fatto conclave e ripassino sugli accordi per i migranti è arrivata una chiave. Una chiave di lettura dell’intera faccenda che non è una novità, ma che forse in questi giorni andava ribadita con più forza anche per stemperare i toni del grugno contro grugno fra Italia e Francia.

Quella verità l’ha detta Stefania Craxi, fresca di nomina alla presidenza della Commissione Esteri e Difesa al Senato. Qual è, anzi quale sarebbe dovuto essere l’assioma da cui partire? Quello per cui, anche a fare la tara alle differenze fra i modelli di governo, Roma e Parigi sono omologhe.

Su cosa? Sul fatto che oggi i due Paesi di cui sono “capoccia” hanno logiche bipolari con una destra marcata che se la vede con una sinistra più o meno banco-prog. Ecco, lì siamo quasi eguali. Insomma, il vero gioco non era e non è mai stato parlare dei migranti in sé, direbbero i filosofi, ma di quanto il tema migranti porti acqua alle destre o a chi opponendosi alle destre proprio quella carta si giochi.

Mettiamola come l’ha messa Stefania Craxi, che ha iniziato invocando la Santa Camomilla: “In politica estera è sempre meglio abbassare i toni. Usarla per fare polemica è sempre una cosa sbagliata. Io penso che l’Italia non possa prendere lezioni di umanità da nessuno”. Detto questo la Craxi ha giocato di analisi: “Voglio ricordare che lo stato italiano attraverso le sue diramazioni nel comparto della difesa (la Guardia costiera, la Marina, la Guardia di finanza) ha in questi anni soccorso e salvato tutti“.

Si, ma la reazione di Parigi? “Io penso che la reazione spropositata della Francia sia stata dettata da motivi di ordine interno fra la presidenza Macron e la Le Pen“. Eccola, la chiave: in Francia c’era una destra sovranista da bastonare specie dopo che si era mangiata mezzo Parlamento e per farlo si è andati a bastonare per vie traverse la destra “spaghetti”, portando i toni ad una tale esasperazione che prima o poi qualcuna delle due leader avrebbe “sclerato” e detto-fatto cose abiette.

Ma non è successo, e a farlo sapere ci ha pensato una che su come non perdere le staffe ha preso ottime lezioni private fin da giovanissima.

Lucida.

GIOVANNI ACAMPORA

Giovanni Acampora

Ci sono uomini che per loro posizione sul campo e la lunga esperienza accumulata negli anni, individuano da piccoli elementi quelli che saranno gli accadimenti futuri. Il senatore Piercarlo Restagno individuò subito, nell’Italia del Dopoguerra, i segnali di un cambiamento epocale che di lì ad un decennio sarebbe sfociato nel boom economico; fu per questo che per la sua Cassino rinunciò ai ricchi finanziamenti previsti per l’Agricoltura che doveva sfamare il Paese e puntò sui fondi per l’Industria che avrebbe dato dignità e lavoro al Mezzogiorno.

Per posizione e visione anche il presidente della Camera di Commercio di Latina – Frosinone Giovanni Acampora ha la condizione ottimale per esaminare l’intero campo nel suo insieme. E svilupparne la prospettiva futura. È quello che ha fatto. E ciò che ha visto ed analizzato non gli piace.

Gli indicatori dicono che l’economia della provincia di Frosinone è già all’interno di una fase di radicale trasformazione. La logistica è un settore in costante competizione sui prezzi che possono praticare gli altri territori, a discapito dei salari: ed in questi anni molti posti sono nati dalla Logistica. Il Chimico Farmaceutico sta arretrando e dopo il caso Catalent anche altri stanno iniziando a rimettere le loro cose in valigia; l’Automotive sta finendo e sono troppo lenti i passi verso la Mobilità Sostenibile.

Troppi arretramenti e poca mobilitazione. Lo ha lasciato intuire durante la conferenza stampa con cui ieri ha presentato il progetto per sostenere la formazione di nuovo personale per l’Autotrasporto: conducenti di camion e bus. Un tempo questa era la zona con le maggiori flotte in Italia. Avrebbe voluto che si facesse di più e soprattutto che più persone avessero partecipato a questo che è un segnale con cui invertire la rotta. Per evitare di finire in una fase di declino industriale nella quale l’economia locale non sopravviverebbe. (leggi qui: Un corso anti mismatch: da disoccupati ad autisti di camion e bus).

Ma non tutti lo hanno capito: anche se sono in una posizione migliore della sua.

Occhi di falco.

FLOP

I CRITICI DI PASQUALE TRIDICO

Tridico
Il presidente Inps Pasquale Tridico © Alessia Mastropietro / Imagoeconomica

I TG Mediaset in questi giorni lo avevano messo un filino all’indice. Perché a loro dire sul Reddito di Cittadinanza aveva fatto qualche carpiato di troppo. Pasquale Tridico non è solo una persona che si vorrebbe mettere in lista di proscrizione perché vicino ed “incaricato” a suo tempo dal M5s. Lui è anche il presidente dell’Inps.

E l’Inps non è solo l’acronimo di un ente che nella mistica social segue gli stanchi passi dei pensionati italiani che fanno gli “umarel” davanti ai cantieri. È anche uno spot di calcolo con potenzialità immense. Perciò quando Tridico ha iniziato a dire la sua sul reale valore del Reddito di Cittadinanza e sul disvalore di voler decapitare a tutti i costi, più di qualche naso è andato sghembo. Ma più di qualche mente si è accesa.

Tridico ha riassunto una faccenda su cui non tutti si sono concentrati. Il RdC non è un regalino statico al proletariato. È una misura dinamica che ha aiutato molti a fare economia per il Paese, oltre che a restare a galla. Ha detto il capoccia Inps: “Circa il 20% dei percettori già lavorava, con guadagni minimi, fin dall’inizio della misura. Non ha smesso di farlo. Anzi ha aumentato la propria offerta sul mercato, come abbiamo rilevato nell’ultimo rapporto annuale Inps”.

Poi la stoccata ai censori: “Un dato sufficiente a rilevare che il reddito non incentiva a stare sul divano“. E a spiegarla meglio? “Il programma del Rdc non è statico, anzi ha una mobilità molto sostenuta, con un tasso di sostituzione di circa il 50%: dall’inizio sono ‘entrate’ 5 milioni di persone e ne sono ‘uscite’ la metà”. Che significa? Che la metà dei percettori ha preso il RdC per rimettersi in sesto e poi ha lasciato il posto a chi in sesto voleva rimettersi. Non esattamente il quadro sclerotico e sanguisugo che viene descritto in questi giorni insomma.

Ma allora chi è che nel RdC ci sguazzava a vita a a parte la quota lestofanti che però sta anche nelle sacrestie? “Chi ha maggiore distanza dal mercato del lavoro: minori, anziani, disabili e soggetti che non presentano rapporti di lavoro negli ultimi anni o che non ne hanno mai avuti“. Cioè esattamente quelli che in spunta del Governo in carica devono essere i soli a rimanere, giustamente aggiungeremmo, tutelati.

Però da oggi e per Tridico birba chi dice che gli altri se ne stavano sul divano, perché pare proprio che non sia verissimo.

La versione di Pasquale.

MAURIZIO CIANFROCCA

Maurizio Cianfrocca

Solo la storia dirà se si sia immolato gettandosi nelle fiamme per il Partito e per l’alleanza. Oppure se lo abbia fatto perché totalmente digiuno dei riti e delle allucinazioni che sono la base elementare della politica. Ma il presente dice, in maniera sconsolata, che la riunione dei sindaci del centrodestra convocata dal sindaco di Alatri Maurizio Cianfrocca per individuare il candidato Presidente della Provincia è stata un fragoroso fallimento.

Non poteva essere altrimenti. E chi ha consigliato in questo senso il sindaco di Alatri o lo ha immolato o lo ha mandato al massacro. Perché nessun Partito ha avallato la sua iniziativa, nessuna intesa è nemmeno lontanamente in atto nel centrodestra, nessuna forza civica o gruppo di consenso è alle spalle di Maurizio Cianfrocca (a differenza del suo collega Enzo Salera che a Cassino ha portato una trentina di Comuni, facendo capire che al netto delle divisioni i numeri ci sono). (leggi qui: Provinciali, la bomba di Pompeo: «Così il Pd ha segato le gambe ai candidati»).

In queste condizioni era fisiologico che nessuno, dicasi nessuno, sia andato ad Alatri. Demolendo le ambizioni catalizzatrici del sindaco. L’unico a poter segnare qualche frazione di punto da questo buco nell’acqua è il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli. Che è candidato alla guida della Provincia, seppure con la scomunica di Fratelli d’Italia. Perché andando ad Alatri, Riccardo Mastrangeli ha dimostrato che realmente è disposto a mettere in discussione la sua candidatura dopo essersi confrontato con le altre proposte dal centrodestra. Che però non ci sono. Ed in assenza, la sua allora è l’unica espressa dall’intera area.

A cosa intendesse arrivare Maurizio Cianfrocca non è dato sapere. Anche questo lo dirà il futuro del racconto.

Cilecca.

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