Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 20 gennaio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo giovedì 20 gennaio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo giovedì 20 gennaio 2022

TOP

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA

Francesco Lollobrigida (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia ha voluto ricordare che il Partito di Giorgia Meloni è primo o secondo nei sondaggi e che quindi si candida a governare un grande Paese come l’Italia. In questa prospettiva non c’è spazio per gli attacchi assolutamente ingiustificati a “galantuomini” come Alfredo Pallone.

Neppure c’è spazio per rese dei conti interne che nulla hanno a che fare con l’aspetto politico. Per questo motivo Lollobrigida ha fatto sentire la sua voce in maniera forte e autorevole. Ricordando che mai si può soltanto pensare che Alfredo Pallone abbia potuto compiere atti contrari al Partito, che invece “ha sostenuto lealmente e del quale rappresenta un valore aggiunto per tutto quello che ha saputo dimostrare sul piano della carriera politica ma anche della vita”. (Leggi qui Vicano scende in campo: andrà al tavolo del centrosinistra).

Allo stesso tempo Lollobrigida ha detto che il senatore e commissario provinciale Massimo Ruspandini e l’onorevole e coordinatore regionale Paolo Trancassini dovranno occuparsi delle elezioni comunali di Frosinone. Stando nel centrodestra.

Perentorio.

GIAN FRANCO SCHIETROMA

Gian Franco Schietroma (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Ha sentito l’esigenza di sottolineare come il Partito Socialista non sia in vendita e non sta assolutamente cercando di alzare il prezzo in vista delle prossime comunali di Frosinone. Gian Franco Schietroma, segretario del Psi nel Lazio, ha voluto sgombrare il campo da “voci” che evidentemente lo hanno indotto a mettere i puntini sulle “i”. (Leggi qui Vicano scende in campo: andrà al tavolo del centrosinistra).

E allora ha voluto ricordare come tra Psi e Partito Democratico i rapporti politici sono interrotti da cinque anni, dal 2017. Data non scelta a caso perché è quella delle scorse elezioni comunali, quando il Psi effettuò un passo indietro ritirando la candidatura a sindaco di Vincenzo Iacovissi per favorire la convergenza su Fabrizio Cristofari, indicato del Pd. Cristofari che poi non è stato messo nelle condizioni giuste dal suo stesso partito.

In questo modo Schietroma ha marcato le distanze in vista delle prossime comunali.

In contropiede

FLOP

SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi (Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Mi candido, non mi candido. Accelera e poi frena: fa filtrare dichiarazioni di preoccupazione e poi smentisce e rilancia la sfida. Silvio Berlusconi, l’uomo che ha inventato il centrodestra in Italia, è abituato ad alternare tattica e strategia.

Stavolta però è diverso, perché in palio c’è la carica più alta dello Stato: la presidenza della Repubblica. L’operazione Scoiattolo non sembra aver raggiunto il risultato di far capire a tutti che il fondatore di Forza Italia può farcela. Ma a questo punto dovrebbe essere prevalente un ragionamento di coalizione e di massimo rispetto nei confronti della Lega di Matteo Salvini e di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. (Leggi qui Sgarbi, Tajani e il centrodestra bloccato dalla ‘malattia’ del Cav).

Nel senso che se Berlusconi vuole provarci, allora non può che sciogliere la riserva. Se invece si è reso conto che non ci sono i numeri, allora è preferibile sgombrare il campo e lasciare spazio ad altre possibili manovre per un centrodestra maggioritario per la prima volta nell’elezione del Capo dello Stato.

Troppo concentrato soltanto su sé stesso.

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte (Foto: Andrea Giannetti / Imagoeconomica)

 Il capo politico del Movimento Cinque Stelle ha fatto sapere che se il centrodestra presenterà Silvio Berlusconi per la presidenza della Repubblica, loro usciranno dall’aula nelle prime tre votazioni. E ci sta.

Ieri però, nell’incontro con Enrico Letta (Pd) e Roberto Speranza (Articolo Uno-Leu), Giuseppe Conte non ha effettuato quello scatto che in molti si attendevano. Nei giorni scorsi ha rivendicato la circostanza, vera e obiettiva, che i pentastellati sono la forza di maggioranza relativa in Parlamento. E magari proprio per questo dovrebbero assumere l’iniziativa anche per quanto riguarda l’indicazione di un nome per il Quirinale. Nome che non hanno però.

Allora perché non convergere con il Pd e cercare di preparare il terreno ad una candidatura di Mario Draghi che potrebbe avere effetti importanti anche sul piano della maggioranza di governo? Così i Cinque Stelle continuano a giocare soltanto di rimessa.

Assenza di decisionismo.