Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 24 febbraio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo giovedì 24 febbraio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo giovedì 24 febbraio 2022.

TOP

SARA BATTISTI

Sara Battisti

L’assemblea regionale del Partito le ha conferito le deleghe alle Pari opportunità e ai diritti civili. Un altro importante riconoscimento per il vicesegretario regionale del Partito Democratico, che continua quindi un’ascesa politica evidente e tangibile.

Infatti, in meno di un anno è stata eletta presidente di commissione alla Pisana e vicesegretario regionale. In pratica nel Pd del Lazio è la numero due di Bruno Astorre, non di uno qualsiasi.

Le deleghe alle Pari opportunità e ai diritti civili sono quelle che maggiormente si addicono al suo dna di sinistra. Sara Battisti è l’esponente del Pd che negli anni ha sollevato temi non convenzionali, spesso sottovalutati e proprio per questo vere battaglie di civiltà. Ma anche sulla sanità e soprattutto su scuola e sociale.

Barra a sinistra.

PASQUALE CIACCIARELLI

Pasquale Ciacciarelli

Il consigliere regionale della Lega mantiene una pressione a tutto campo sul centrosinistra regionale guidato da Nicola Zingaretti. Su sanità, infrastrutture, rifiuti. Inoltre qualche giorno fa è anche intervenuto per dare atto a Nicola Ottaviani di aver costruito tutte le condizioni per uno storico tris del centrodestra nel capoluogo.

Sta dimostrando ai avere una visione a trecentosessanta gradi ed è già in campagna elettorale, come appare evidente. Punta alla conferma come consigliere regionale senza nasconderlo. Intanto nel territorio provinciale è il rappresentante della Lega che più di tutto mantiene una visione globale.

Alle comunali a volte la situazione può sfuggire di mano (è successo a Sora), ma non si tira indietro. A Frosinone farà gioco di squadra con Nicola Ottaviani. Gettando le basi per un asse di ferro con il coordinatore provinciale che possa poi riverberarsi quando si andrà alle urne per Politiche e Regionali.

Moto perpetuo.

FLOP

GIANFRANCO SCHIETROMA

Gian Franco Schietroma (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

È giusto che lo storico leader del Psi si preoccupi degli interessi del suo Partito a Frosinone, che rappresenta la roccaforte da sempre. Solo che dovrebbe pure considerare che se alla fine il centrosinistra dovesse perdere le elezioni perché i Socialisti sono rimasti fuori dalla coalizione, si determinerebbe un problema politico evidente anche magari a livello nazionale e regionale.

Il candidato sindaco non è più Mauro Vicano, ma quel Domenico Marzi che ha governato Frosinone per due mandati alla guida di una coalizione vasta e trasversale che non si chiamava Campo largo solo perché non c’era quel tipo di espressione in quegli anni. Un’alleanza che vedeva il Psi protagonista assoluto (grazie a Schietroma), ma anche liste e consiglieri comunali con una chiara appartenenza politica di centrodestra. (Leggi qui Tutti dicono si a Marzi. Fanelli capolista).

Adesso è difficile capire perché quello schema non è più attuale. Anche se alla fine Schietroma potrebbe decidere di non rompere il quadro del centrosinistra. Ma intanto c’è la frattura.

Smania di differenziarsi.

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte

C’è stato un momento nel corso delle trattative per l’elezione del presidente della Repubblica nel quale Enrico Letta, capo del Pd, ha capito che non poteva fidarsi politicamente di Giuseppe Conte come prima.

La sentenza del Tar che ne sospendeva il ruolo ancora non c’era. In realtà il motivo è tutto politico. La tesi è però di Marco Travaglio, potentissimo direttore de Il Fatto Quotidiano, secondo il quale i Cinque Stelle possono provare a riconquistare punti nei sondaggi se vanno nella logica dell’uno contro tutti. Dove l’uno sarebbero loro.

Fatto sta che Giuseppe Conte, in attesa di tornare nel pieno delle funzioni di leader politico, sta puntando i piedi e lo sta facendo per far capire che mai starebbe in un’alleanza nella quale c’è pure Azione di Carlo Calenda. Solo che lo sta sottolineando proprio nel momento in cui l’asse giallorosso dovrebbe rinforzarsi per blindare il Governo Draghi considerando la delicatezza della situazione economica, internazionale e politica.

Inoltre in questo modo Giuseppe Conte confida di vincere la battaglia interna con Luigi Di Maio. La coalizione viene in secondo piano.

Pro domo sua e basta.

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