Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 31 marzo 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo giovedì 31 marzo 2022.

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo mercoledì 30 marzo 2022.

TOP

MARIO DRAGHI

Mario Draghi

Telefonata di 45 minuti a Putin, per dire che l’Italia è pronta ad impegnarsi per la pace a patto che vengano dati segnali altrettanto convergenti dal Cremlino.

Contemporaneamente il premier Mario Draghi ha tenuto il punto sull’aumento delle spese militari, ricordando a Giuseppe Conte che quando era lui a Palazzo Chigi aveva intrapreso lo stesso percorso. Alla fine gli ha concesso una dilazione di tempi che cambia poco o nulla.

In questa crisi internazionale determinata da una guerra Mario Draghi si sta dimostrando fermo e propositivo. Specialmente nei confronti delle forze politiche che non perdono occasione per creare problemi in ogni tipo di emergenza. Con il Covid (green pass, vaccini), con la guerra in Ucraina (armi e difficoltà a condannare l’operato di Putin). Mario Draghi ha deciso di tirare dritto.

All’altezza del ruolo e della storia.

ENRICO LETTA

Enrico Letta (Foto: Rocco Pettini / Imagoeconomica)

Da diverso tempo il leader del Nazareno non sopporta le scelte politiche di Giuseppe Conte, capo dei Cinque Stelle e in teoria suo principale alleato. Ha lasciato correre fino all’elezione del presidente della Repubblica, poi ha deciso che la misura era colma e che non era più possibile fare finta di nulla.

Adesso, sulla vicenda dell’aumento delle spese militari, Letta non ha usato giri di parole. Ha detto che il mondo non capirebbe una crisi di governo in questo momento e che quindi il senso di responsabilità deve essere prevalente. Soprattutto però sta facendo capire molto bene ai Cinque Stelle di Giuseppe Conte che il Pd non cercherà il mantenimento dell’alleanza a tutti i costi. E anche che potrebbero esserci convergenze con forze politiche diverse.

Il messaggio è che a restare isolato potrebbe essere il Movimento.

Inflessibile.

FLOP

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte (Foto: Andrea Giannetti / Imagoeconomica)

Ha minacciato la crisi di governo sull’aumento delle spese militari, poi ha accettato una soluzione che neppure si può definire di compromesso. Intanto le grancasse pentastellate diffondevano sondaggi circa la contrarietà della maggioranza degli italiani all’invio delle armi. Quale altro risultato doveva uscire?

Giuseppe Conte si conferma il capo politico perfetto per il Movimento Cinque Stelle, che non guarda mai alle necessità di governo e di rispetto degli accordi con l’Europa o con la Nato. Un Movimento immolato sull’altare del Dio Sondaggio, anche quando le percentuali di un tempo sono un ricordo e basta.

Inoltre Giuseppe Conte non riesce a superare il fatto che a Palazzo Chigi non c’è più lui e che Mario Draghi non è uno che si lascia impressionare.

Ennesima sconfitta politica.

VIRGINIA RAGGI

Virginia Raggi (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Nella chat grillina l’ex sindaca di Roma ha spiegato che i nazisti stanno con Kiev (capitale dell’Ucraina), rilanciando pure su un altro tema: “Sicuri che armi all’Ucraina siano l’unica soluzione?”. Tutto questo dopo che Virginia Raggi per un anno ha tenuto posizioni no vax.

Insomma, non perde occasione per farsi notare, ma le sue posizioni sono sempre contrarie alla linea di un Governo nel quale il Movimento Cinque Stelle è il Partito di maggioranza relativa.

Il leader di Azione Carlo Calenda da tempo critica queste posizioni della Raggi, che obiettivamente allontanano ogni possibile intesa con forze di centrosinistra come il Pd. Forse però la spiegazione è un’altra: dopo la sconfitta alle comunali di Roma per Virginia Raggi c’è la necessità di dare segnali di vita sul piano politico.

Bastian contrario a prescindere.