Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 9 dicembre 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di mercoledì 8 dicembre 2021. Per capire cosa è accaduto nelle ore scorse e cosa ci attende in questa giornata di giovedì

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di mercoledì 8 dicembre 2021. Per capire cosa è accaduto nelle ore scorse e cosa ci attende in questa giornata di giovedì

TOP

MARIO DRAGHI

Mario Draghi

Qualunque altro presidente del consiglio avrebbe fatto una diretta di almeno cinque ore per sottolineare i meriti del Governo nella scarcerazione di Patrick Zaki. Non Mario Draghi. Il suo Governo è stato decisivo, ma la partita non è finita.

Ci sono state quelle che lo stesso premier ha definito “pressioni ragionevoli”, c’è stato un lavoro diplomatico importante guidato da Luigi Di Maio, c’è stato il determinante intervento degli Usa, sia con il presidente Joe Biden sia con i servizi segreti. Ma nulla di tutto questo sarebbe potuto succedere senza la regia di Mario Draghi.

Il quale contemporaneamente è tirato per la giacca in modo pazzesco. Chi lo vuole al Quirinale, chi a Palazzo Chigi. Con i Partiti che lo sostengono incapaci, tutti, di rendersi conto che lui andrebbe tenuto fuori dalla mischia. Perché soltanto Draghi può portare l’Italia fuori dal tunnel della pandemia e da molto altro.

Di un altro pianeta.

NICOLA ZINGARETTI

Nicola Zingaretti (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Il Lazio ha raggiunto e superato 1 milione di dosi di richiamo “booster”. Sì insomma, di terze dosi. Il presidente Nicola Zingaretti ha voluto sottolinearlo immediatamente, dando tutto il merito agli operatori sanitari e ai cittadini. Dimostrando ancora una volta di interpretare in questo modo il ruolo di Governatore.

Dall’inizio della pandemia, grazie anche al fortino dello Spallanzani, il Lazio si è distinto. Non era affatto semplice perché parliamo di una regione nella quale c’è la Capitale, Roma. Con aeroporti, stazioni, bus, turisti, metropolitana. Tenere sotto controllo il contagio è stato e resta complicatissimo. Merito dell’assessore regionale Alessio D’Amato e naturalmente di Nicola Zingaretti.

Però è assolutamente vero che senza il lavoro dei sanitari e la disponibilità dei cittadini nulla poteva essere fatto in questo modo. Zingaretti lo ha evidenziato in maniera perfetta.

Sul pezzo.

FLOP

BERLUSCONI-CONTE

Un gioco di sponda che lascia davvero allibiti perché Forza Italia e Movimento Cinque Stelle se le sono dette di santa ragione in questi anni. Ascoltare Silvio Berlusconi che parla di radici comuni tra i due movimenti e sottolinea come i Cinque Stelle abbiano interpretato il disagio reale del Paese fa davvero saltare dalla sedia.

Giuseppe Conte, dal canto suo, ha affermato che Berlusconi ha fatto molte cose buone, ha interpretato il Paese e il bipolarismo dimostrando di avere tanto consenso. In politica bisognerebbe avere rispetto della propria storia. In realtà sta succedendo che Silvio Berlusconi sarebbe disposto a tutto pur di essere eletto presidente del consiglio, perfino a declamare in versi che Beppe Grillo è stato di gran lunga superiore a Cavour.

Mentre Giuseppe Conte in realtà vuole le elezioni anticipate perché sa che non durerà a lungo alla guida dei pentastellati. E di conseguenza un accordo sulla presidenza della Repubblica potrebbe aprirgli questa finestra. Ma entrambi appaiono poco credibili nello scambio di reciproche carezze politiche.

Zelig.

ROMANO PRODI

Romano Prodi. Foto © Marco Cremonesi, Imagoeconomica

Non fa che ripetere che lui sa contare (verissimo) e che la presidenza della Repubblica è un obiettivo irraggiungibile. Romano Prodi probabilmente non ha mai superato il trauma politico dei 101 che lo hanno giubilato sull’altare del Quirinale. Si tratta del tradimento politico più eclatante della storia politica recente.

Però, nonostante tutto, il fondatore dell’Ulivo è sicuramente un punto di riferimento imprescindibile del centrosinistra. Nella corsa al Quirinale può succedere di tutto e la sensazione è che dalla quarta votazione in poi gli equilibri saranno totalmente imprevedibili.

I Partiti sono combattuti su Draghi. Ci sono naturalmente altre soluzioni, ma certo è che invece Romano Prodi potrebbe giocarsela se riuscisse a lasciarsi alle spalle i 101. Magari da un leader come lui in tanti si aspetterebbero voglia di provarci. Non di stare a guardare.

Indifferente.

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