Top e Flop, i protagonisti del giorno: martedì 14 settembre 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 14 settembre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 14 settembre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MARIO DRAGHI

Mario Draghi

“Faremo quello che si deve, anche se impopolare”. C’è tutto Mario Draghi in questa frase. È stato chiamato a Palazzo Chigi dopo il fallimento di un’intera classe politica. Ma solo una minima parte della classe politica lo ha capito davvero.

Il presidente del consiglio si appresta a tirare dritto sul Green Pass e contemporaneamente a vedere approvata definitivamente la riforma Cartabia sulla Giustizia, un traguardo mai raggiunto prima da nessuno. Poi si passerà alla riforma del Fisco e a tutto il resto. E quando inizierà sul serio la fase operativa del Pnrr, allora comincerà la distribuzione delle risorse per il rilancio del Paese. Tutto in meno di un anno, con un Parlamento balcanizzato e con una maggioranza con zero grado di coesione.

Mario Draghi è riuscito  a fare tutto ciò proprio perché non si pone minimamente il problema di essere popolare. Un Governo così l’Italia non lo aveva mai avuto. A questo punto tocca a lui scegliere se restare a Palazzo Chigi o andare al Quirinale.

Imperatore.

LETTA-MELONI

Enrico Letta e Giorgia Meloni (Foto: Marco Cremonesi / Imagoeconomica)

Sono quelli che hanno capito meglio degli altri che con un esecutivo come quello attuale l’unico spazio vero che ha la politica è quello del dibattito sui valori e sulle grandi tematiche. E allora hanno deciso di legittimarsi a vicenda.

Da quattro giorni Enrico Letta ripete come un mantra che nella scelta del prossimo Capo dello Stato va coinvolta l’opposizione. All’opposizione c’è soltanto Giorgia Meloni con i suoi Fratelli d’Italia.

Il segretario del Pd sa che in questo modo diminuisce il potere di veto della Lega di Matteo Salvini, perché i Fratelli d’Italia si stanno muovendo diversamente su tutto. La Meloni dal canto suo sa che alla fine l’avversario del centrodestra rimane il Pd, soprattutto in una fase nella quale non si vedono orizzonti di gloria per il Movimento Cinque Stelle.

Entrambi stanno lavorando affinché venga archiviata la lunga stagione del tripolarismo e si ritorni ad un bipolarismo con confini netti e chiari. In questo panorama la Lega è in difficoltà e le parole e le scelte di Giancarlo Giorgetti negli ultimi giorni sembrano prefigurare perfino scenari congressuali anticipati nel Carroccio. Enrico Letta spera in un successo dei candidati sindaci del Pd, Giorgia Meloni in un boom delle sue liste di partito. Perfino a Milano.

Gioco di sponda.

FLOP

BORGHI-ZAIA

Claudio Borghi (Foto: Sara Minelli / Imagoeconomica)

Nella Lega è già iniziata la resa dei conti. Intanto su temi come il Green Pass e come l’obbligo vaccinale. Claudio Borghi è uno che ha posizioni molto nette e per nulla in linea con l’ala governista del Partito. Ieri ha paragonato Luca Zaia ai governatori del Pd Vincenzo De Luca e Michele Emiliano.

Perché, ha spiegato, Zaia vince con il sostegno forte delle liste civiche. Volendo quindi sottolineare che l’apporto della Lega è politicamente annacquato. In realtà però è proprio attraverso le civiche che Luca Zaia ed altri saldano la Lega alle istanze degli imprenditori e del Nord Est. E’ quella la forza di un’area che potrebbe presto rivendicare il ruolo che oggi ricopre Matteo Salvini.

Luca Zaia naturalmente risponde per le rime, ma evita (almeno finora) di consumare quello strappo che invece è nell’aria. Se uno come Giancarlo Giorgetti si espone e si impone come è successo negli ultimi giorni vuol dire che qualcosa di profondo è in atto. E a questo punto il passo indietro di Claudio Durigon come sottosegretario al Mef ha rappresentato molto più di un segnale.

In ogni caso né Borghi né Zaia seguono il proverbio che i panni sporchi si lavano in famiglia.

Tafazzisti.

ENRICO MICHETTI

Enrico Michetti

Quando arriverà lo scatto? Se lo chiedono tutti nel centrodestra nazionale e se lo chiede soprattutto Giorgia Meloni, perché è stata lei a lanciarlo come candidato a sindaco. Enrico Michetti continua a rimanere primo nei sondaggi, ma questo per l’apporto delle liste civiche del centrodestra.

Ma il punto è anche un altro. Roma viene da anni che hanno letteralmente sfibrato la sua immagina nel mondo. E una Capitale del genere ha in ogni caso una dimensione internazionale. La questione dell’emergenza rifiuti è l’aspetto più eclatante, ma ce ne sono tanti altri. E adesso che mancano poco più di due settimane al voto, si comincia a capire che difficilmente (a meno di clamorosi miracoli) Virginia Raggi potrà arrivare al ballottaggio.

Enrico Michetti ha un solo modo per provare a vincere al ballottaggio: arrivare con un vantaggio enorme davanti a Roberto Gualtieri al primo turno. Però questo non pare stia succedendo, almeno stando ai sondaggi. E soprattutto non si vedono segnali di un cambio di passo.

Senza scatti.