Top e Flop, i protagonisti del giorno: martedì 7 giugno 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende martedì 7 giugno 2022

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende martedì 7 giugno 2022

TOP

I CARABINIERI

Finita la deposizione, il maresciallo si avvia verso l’uscita della sala della Corte d’Assise di Cassino. Incontra un collega di una stazione vicina e si intrattiene a parlare con lui. Il giudice chiama la causa successiva, il commesso capo pronuncia ad alta voce il nome della testimone chiamata a deporre. Il maresciallo si volta e dice: “È in ospedale, ha avuto un attacco di appendicite e verrà operata nel pomeriggio”. Il presidente della Sezione, incredulo allunga gli occhiali sulla punta del naso: “Maresciallo Pilozzi, ma lei i suoi concittadini li controlla ad uno ad uno quando vanno a dormire?La risposta è spontanea:E allora come lo controllo il territorio?

Aneddoto avvenuto un quarto di secolo fa nel Palazzo di Giustizia a Cassino. Benvenuti in quello che erano, sono e saranno i carabinieri: la nostra sicurezza.

Hanno celebrato da qualche ora l’anniversario della loro fondazione. Non basterebbero anni per raccontare gli aneddoti che ognuno di loro ha contribuito a consegnare alla leggenda. Come il ‘capitano’ Cristiano Congiu: appena sbattuto in retrovia a Pontecorvo per avere messo in imbarazzo gli americani della VI Flotta ai quali aveva ricordato che questa è l’Italia e loro, per quanto marines, stavano sul suo territorio e pertanto dovevano rispetto alle leggi dello Stato italiano.

Da sx il capitano Congiu, il maresciallo Pilozzi ed il colonnello Murgia

Signor Capitano, proprio oggi… domani dobbiamo fare degli arresti complessi…” il maresciallo Di Mascio, quasi mezzo secolo dentro quella divisa con gli alamari, si preoccupava che l’ufficiale appena arrivato a comandare la Compagnia di Pontecorvo potesse ritrovarsi da subito coinvolto in un’operazione dai risvolti poco piacevoli. “A che ora è prevista l’operazione” domandò il nuovo ufficiale. “All’alba” confermò il maresciallo.

L’indomani, concentratisi intorno all’obiettivo tutti i carabinieri, il Capitano Cristiano Congiu disse “Aspettate qui”. Buttò giù la porta e da solo, con i suoi due molossi Sansone e Dalila, si fiondò dentro la casa stretto nel suo cappotto da ufficiale e catturò da solo i due pericolosi ricercati. Li consegnò ammanettati alla truppa, incredula, in attesa all’esterno. Quisquilie per lui. Che si consegnò alla leggenda anni dopo in Afghanistan, ammazzato in circostanze chiare solo per i verbali. Chiarissime per chi ha un minimo di dimestichezza con gli ambienti che a Kabul frequentava Cristiano Congiu e con la sua rettitudine di Carabiniere per nulla avvezzo ai compromessi.

Usi ad obbedir tacendo e tacendo morir

ALESSANDRO SALLUSTI

Alessandro Sallusti

Asservimento alla propaganda russa” nel pieno di una guerra in atto che coinvolge a pieno titolo l’Europa e pertanto pure l’Italia. Il rischio c’era e purtroppo la trasmissione di Massimo Giletti Non è l’Arena da Mosca ha imboccato quella deriva.

Avrebbe dovuto essere la testimonianza della libertà di pensiero della Democrazia europea. Talmente solida da non temere di andare direttamente a Mosca a dimostrare la capacità di analisi, giudizio ed indipendenza critica del giornalismo italiano. Invece quella trasmissione è stata totalmente soggiogata dagli ospiti russi che si sono impadroniti in breve della conduzione, trattando da ragazzino impreparato il conduttore.

L’eroe della serata, a quel punto, è stato Alessandro Sallusti: che per un certo periodo ha occupato la scrivania che fu di Indro Montanelli. Cioè l’uomo che aveva sulla scrivania una foto di Stalin: “Direttore, perché?” “Perché è l’uomo che ha ucciso più comunisti di chiunque altro”.

Il direttore di Libero lo ha detto nel suo stile: a muso duro e senza peli sulla lingua: “Non ci sto a fare la foglia di fico a quella cretina (il riferimento era alla portavoce degli Esteri di Mosca che aveva detto a Giletti ‘le sue domande sono da bambino‘) ed a quei due coglioni che hai accanto. Ricordagli che il Cremlino che avete alle spalle è un palazzo di merda, lì sono state decise le peggiori nefandezze del XX secolo. Abbi il coraggio di ricordarglielo. Rinuncio al mio compenso e lascio questa trasmissione”.

Il vero eroe di Mosca.

FLOP

CARLO CALENDA

Talvolta ci si infila una maschera e ci si trova talmente bene sotto di essa da dimenticare di averla. Càpita. È accaduto al fondatore di Azione, Carlo Calenda. Che nel pomeriggio pensava di stanare Italia Viva scrivendo “Va chiarita in modo definitivo la linea di Italia Viva (un no chiario a Pd / M5s)”.

Il fatto è che nel mondo del web ogni tanto, per caso, passa proprio la persona giusta. Lo ha fatto Luciano Nobili, parlamentare renziano più dello stesso Renzi.

Tre righe. Micidiali come un siluro sulla linea di galleggiamento. “Scusa Carlo ma quando parli di “no chiaro a Pd/5S” e di “abbandonare opportunismi” stai annunciando l’uscita di Azione dalla maggioranza Zingaretti/Lombardi nel Lazio?.

Colpito. Affondato.

GIUSEPPE CONTE

Nemmeno i democristiani di stretta osservanza. Nemmeno Moro con le sue convergenze parallele. I grillini di Giuseppe Conte vanno oltre. In Regione Lazio stanno con il Pd di Nicola Zingaretti, al Comune di Roma (che è sempre nel Lazio) stanno contro il sindaco Roberto Gualtieri. Roba da seduta psichiatrica: per Giuseppe Conte ma anche per il Partito Democratico.

Lo Stato Maggiore del fu premier gialloverde e poi convertito al giallorosso ha messo a punto l’emendamento anti termovalorizzatore nell’Urbe. Verrà protocollato entro le prossime ore. Dice no al termovalorizzatore senza mai nominarlo. Lo fa nella consapevolezza che le possibilità di vedere approvato quel testo correttivo sono inferiori a quelle della scoperta di un pianeta gemello della Terra.

Le circonvoluzioni moroteiste sono quanto di peggio la politica del XXI secolo possa proporre ai suoi elettori. Che si erano affidati al M5S per mandare in soffitta quei vecchi modelli, ambigui e dalle mille sfaccettature.

Conte li ha risvegliati e rimessi al centro.

Ectoplasmi della I Repubblica