Top e Flop, i protagonisti del giorno: mercoledì 12 ottobre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di mercoledì 12 ottobre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di mercoledì 12 ottobre 2022

TOP

ANTONELLO ANTONELLIS

Antonello Antonellis

Fare delle scelte impone coraggio. Non basta la capacità di decidere, non è sufficiente possedere gli strumenti con cui analizzare e capire cosa sia meglio. Occorre il coraggio di scegliere e soprattutto di sostenere quella scelta. Cosa non comune in un’epoca nella quale tutto si appiattisce verso il centro: cioè si cerca di avere una posizione che prende il più possibile del consenso dall’una e dall’altra parte. Puntualmente finisce che per non scontentare né l’uno e né l’altro non si fa mai nulla. Antonello Antonellis, Segretario provinciale di Azione a Frosinone non ha fatto così.

Nelle ore scorse ha letto la notizia riportata da Alessioporcu.it sulla prima cisterna con Gas Naturale Liquefatto arrivata da Tortona per rifornire un distributore a Ferentino. Ed ha detto che è stata una follia impedire quel progetto in Ciociaria regalandolo coì ad altre aree del Paese. (Leggi qui: Un camion da Tortona carico dei nostri no).

«Si ha subito la sensazione di un’altra grave battuta di arresto per la provincia di Frosinone. Un’amarezza leggere che l’idea del carburante GNL, gas naturale liquido, incolore, limpido, non tossico, che serve per rifornire, a zero emissioni, i camion, poteva essere prodotto da noi ed, invece, ora viene importato da Tortona».

C’è una riflessione industriale che il dirigente di Azione compie. «Un’altra sconfitta figlia del NO al futuro da parte delle Istituzioni locali, più attente a non perdere i quattro voti di chi si oppone per ideologismo o per interessi particolari che agli interessi di una società, di un territorio, che deve camminare in avanti, e non girare la testa al ‘700».

Non si è limitato a pensarlo. Lo ha anche scritto, mettendoci la faccia. E ora gli toccherà sostenerlo politicamente, schierandosi a favore di quegli impianti che ormai è già troppo tardi per realizzare su un territorio che ora rischia di non rialzarsi.

Il coraggio delle idee.

MASSIMO GALLI

Massimo Galli (Foto © Imagoeconomica)

Tempi e protocolli biologici sono un po’ come i loro cugini geologici: noi umani li abbiamo inventati in metodo e convenzione, li sappiamo enunciare ma non li sappiamo capire.

Non possiamo farlo anche perché l’uomo non è solo un condensato cartesiano, ma per fortuna è anche patchwork emozionale. Ecco perché dopo due anni e mezzo di pandemia Covid noi proprio non ci riusciamo, a seguire i flussi di “attacco” del virus con la calma olimpica dello scienziato che sbircia il vetrino.

Non ce la facciamo perché abbiamo avuto morti e perché abbiamo avuto paura. Paura e morte sono solo due vestiti che diamo alla nostra dimensione finita, ma il covid ha ammazzato anche il filosofo spiccio che era in noi. Perciò oggi che i contagi risalgono ancora abbiamo sottopelle il tarlo elettrico dell’inquietudine che ogni gazzella ha quando fiuta di nuovo il leone.

No, il fatto che si mandino sonde su Marte proprio non ci aiuta. Ecco perché tocca ai tecnici prendere le misure della nostra inquietudine e scorciarne gli orli. Tecnici come Massimo Galli, che su AdnKronos Salute ha rimesso a tepore il bollore senza cadere nell’ipocrisia opposta del freddo.

Ha detto Galli: “Sulla pandemia da Covid non vanno confusi i catastrofismi con le previsioni dettate dai numeri. Se si vuole dire che, rispetto ad un’ondata pandemica, non siamo in una situazione comparabile a quella degli anni scorsi, sono assolutamente d’accordo“.

E ancora: “Se si vuole dire che la pandemia è finita, e vogliamo stabilirlo per decreto, non lo sono: questa affermazione non è suffragata da dati scientifici. Il problema è ancora presente e va considerato con tutta l’attenzione necessaria“.

Galli lo ha detto dopo l’appello del direttore generale dell’Istituto nazionale Lazzaro Spallanzani, Francesco Vaia, secondo il quale, in questa fase pandemica, non c’è nessun allarme e vanno evitati i catastrofismi. Quelli e le trombe del giudizio gratuite. Così, come facciamo noi umani da quando nelle nostre notti buie qualcuno ha acceso un fuoco.

La giusta misura.

FLOP

DANIELE NATALIA

Daniele Natalia

Non c’è due senza tre. Non è una regola matematica. E non appartiene alle condizioni certificate dalla scienza con i suoi metodi di ricerca in laboratorio e di validazione poi sul campo. Non c’è due senza tre è una dannata sintesi dell’esperienza di chi si trova quotidianamente a confrontarsi con la realtà. E, spesso, pure con la sfiga che è parte di quella realtà a voler prendere per buone le Leggi di Murphy con i loro paradossi pseudoscientifici.

Ne è convinto da ieri sera anche il sindaco di Anagni Daniele Natalia. Che si è visto saltare il terzo Consiglio comunale di fila. Al di là del dato statistico c’è il dato politico. Che è faccenda più grave. Natalia non ha più la maggioranza grazie alla quale quasi cinque anni fa venne eletto. E tra qualche mese deve ripresentarsi alle urne per chiedere agli elettori un secondo mandato. (Leggi qui: Non c’è due senza tre: ko pure il terzo Consiglio).

Ora si trova nella morsa. Tra la possibilità di dimettersi spezzando l’assedio e giocando d’anticipo sui suoi avversari, nessuno di quali è pronto per le urne. Oppure resistere e varare una campagna di inaugurazioni con la quale dimostrare che lui, in questi cinque anni, le cose le ha fatte. Malgrado la sua maggioranza.

Il futuro non è… Fiorito.

LEONARDO TRICARICO

Leonardo Tricarico (Foto: Paolo Cerroni © Imagoeconomica)

Se c’è una cosa che in questi orribili mesi di guerra ci è arrivata urticante quella è stata la continua messa in onda, in Russia, di grevi tavole rotonde a trazione iper nazionalista. In quelle circostanze anchor-women, generaloni a cuccia ma indomiti ed esperti “matriosky” hanno fatto a gara per disegnare scenari truci ed additare trame. Ecco, fatte le dovute proporzioni e in scala cose del genere sono accadute anche qui da noi.

Non proprio eguale ma già simile ad esempio è arrivata la reprimenda del generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e presidente della Fondazione Icsa.

A Presa Diretta Tricarico ha detto: “La Nato è stata tradita da alcuni Paesi membri perché non sono state rispettate le regole costitutive dell’Alleanza. Bisognerebbe vedere le riunioni del Comitato Atlantico“. E poi, di lama traversa: “Se c’è stata una concertazione vera. Io sono sicuro che non ci sia stata“. Per Tricarico insomma qualcuno fra i paesi Nato avrebbe tradito l’articolo quattro dell’alleanza.

Qual è? È quello che dice che le decisioni devono essere prese all’unanimità. Tricarico ce l’ha in particolare con il segretario atlantico Jens Stoltenberg: “Ha avuto un ruolo negativo in tutta questa vicenda – perché vorrei ricordare che Stoltenberg è solamente autorizzato a guidare le consultazioni. Quindi lui può parlare solamente quando è autorizzato a farlo da tutti i Paesi membri – ha sempre straparlato, ha sempre buttato benzina sul fuoco, è sempre stato il ventriloquo di qualcun altro“.

Premessa: al 90% Tricarico ha ragione nel pensarlo. Postilla: Tricarico ha torto marcio nel dirlo ora che gli step bellici dell’Occidente sono così avanti. Silloge: il cortocircuito informativo sulla guerra di Mosca a Kiev è figlio anche delle uscite extra protocollari di ex addetti ai lavori a cui il bollino “ex” sta stretto.

Ma questa è una guerra ed è ora di capirlo: non tutto quello che si fa poi si dice e non tutto quello che si pensa poi si diffonde. Tricarico ha avuto incarichi strategici e dovrebbe saperlo.

Il congedo non è franchigia.