Top e Flop, i protagonisti del giorno: mercoledì 14 dicembre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di mercoledì 14 dicembre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di mercoledì 14 dicembre 2022.

TOP

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini

La sua linea nei riguardi dei tre “scissionisti dell’Immacolata” è stata impeccabile e non era affatto facile che lo fosse.

Premessa: comunque la si metta Umberto Bossi e la Lega, con qualunque declinazione-evoluzione onomastica la si consideri, sono ancora binomio. (leggi qui il precedente: Fischi e fiaschi della XLIX settimana 2022).

Questo significa che anche a fare la tara allo Statuto prendere provvedimenti contro i tre non era facile. Di fatto gli “scissionisti” hanno aderito ad una costola del partito, non ad una sua autonoma aberrazione.

Questo, Bossi, che sa essere geniale a volte, lo sapeva benissimo quando ha lanciato i Comitati per il Nord. Sapeva cioè che avrebbe creato una nuvola di ambiguità su cui quanto meno obiettare era legittimo. Che male c’è in buona sostanza a scegliere la corrente del Padre Nobile pur restando a pascolare nell’ambito del figlio pop?

Ma Matteo Salvini ha capito subito due cose: che si era posto un problema di autorità e che ce n’era uno ancora più grosso di rilevazione delle reali forze in campo per le Regionali in Lombardia.

Ed ha agito non solo espellendo i tre ma spiegando anche ad un Bossi finto paciere perché quell’espulsione non potrà figliare revoche. E per una volta il nomignolo di Capitano gli è andato a pennello di ruolo e non a matita di satira.

La porta è quella.

LUCA ZAIA

Luca Zaia (Foto: Imagoeconomica / Canio Romaniello)

Il presidente della Regione Veneto la conosce bene, la differenza fra una corrente malandrina ed uno spiffero di secessionismo, perciò sul tema mainstream della Lega l’ha detta chiara: “Una cosa è la discussione, il confronto, un’altra roba un soggetto politico alternativo, che è insostenibile“.

Il discrimine è proprio quello ed è discrimine serio: una cosa è la pluralità in bottega unica, altra cosa è una botteguccia che apre proprio dentro la casa madre e fa il nido sulle mensole di autonomia e ritorno alle origini.

E Luca Zaia, nel parlare dei tre “scissionisti” cacciati da Matteo Salvini perché bossiani, ha spiegato il concetto con i toni didattici di chi la sa lunga: “Da soli magari si fa prima ma insieme facciamo molta più strada. Ben vengano i dibattiti interni ma non le spaccature“.

Che significa? Che se proprio si vuole fare un distinguo fra “nordisti” e “salviniani” quel distinguo non deve avere come terreno il Carroccio. Se non si è salviniani è si è ‘nordisti’ semplicemente non si è della Lega.

Tutto questo con un distinguo morbido: “Nella Lega siamo stabili, ci saranno le stagioni congressuali. Quello che è accaduto in Lombardia a me fa piacere, che Bossi e quelli che hanno istituito il Comitato del Nord abbiano preso le distanze“. E la chiosa è stata netta: “Una cosa è la discussione, il confronto, un’altra roba un soggetto politico alternativo, che è insostenibile“.

Luca fa luce.

FLOP

SIMONA GIROLAMI

Simona Girolami

Nell’organizzazione di una Società, privata o pubblica, il Consiglio di Amministrazione è l’organo al quale è affidata la gestione. Presidente e componenti del CdA governano l’azienda: decidono cosa si deve fare, come si deve fare e chi lo deve fare. Non nascono sotto la pianta di ficus messa come arredamento nell’ufficio presidenziale. Li sceglie l’Assemblea dei Soci attraverso una votazione.

Fatta la doverosa premessa. Chi rappresenta l’assessore Simona Girolami all’interno del Consiglio d’Amministrazione dell’Egato di Frosinone, il nuovo ente incaricato di gestire la raccolta dei rifiuti sul territorio? La risposta scolastica è: l‘ha votata l’assemblea dei soci, cioè i sindaci dei Comuni ciociari e quindi rappresenta loro o quantomeno la maggioranza di loro.

E siccome gli Egato nascono da un accordo politico tra centrosinistra e centrodestra, su un tavolo regionale è stato stabilito il criterio con cui assegnare i rappresentanti in ogni provincia. In Provincia di Frosinone al Pd sono toccati il presidente (Mauro Buschini) ed un Consigliere (il professor Giovanni Betta, già rettore dell’Università di Cassino), al Terzo Polo un consigliere (la sera prima della nomina i renziani hanno rinunciato a favore di Azione), due al centrodestra (uno alla Lega ed uno ad FdI che ha rinunciato la sera precedente, pare dopo una telefonata del ministro Francesco Lollobrigida; la Lega ha rinunciato al mattino dopo una telefonata del sottosegretario Claudio Durigon al quale aveva telefonato Lollobrigida).

In Assemblea, il capogruppo della Lega Gianluca Quadrini ha ignorato gli ordini di scuderia ed avanzato la candidatura dell’assessore Girolami. Entrambi sono stati espulsi dal coordinatore Nicola Ottaviani un’ora dopo la votazione. Ora il sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini ne sconfessa l’operato e minaccia il rimpasto con cui mettere fuori il suo assessore; il coordinatore locale della Lega Quirino De Santis sparge il sale sulla ferita dicendo “Noi non svendiamo la nostra dignità e la nostra storia al prezzo di 5 mila euro al mese (a tanto ammonta il compenso previsto per i membri del CDA dell’Egato). Useremo la scopa per ripulire questo squallore che nostro malgrado ha finito per coinvolgere il nostro Partito“.

La domanda a questo punto è legittima. Chi rappresenta il consigliere d’amministrazione Simona Girolami? La parte politica che l’ha designata? O la parte di sindaci che l’ha votata? E che lo ha fatto sulla base di un equilibrio politico. Se il centrodestra avrà perplessità come quelle sollevate dal Comune di Ceccano tramite l’assessore Riccardo Del Brocco sarà lei a farsene carico poiché viene da quell’area? O le ignorerà in quanto sconfessata?

Soprattutto: chi è ora Simona Girolami nel CdA di Egato?

Crisi di identità politica ed aziendale.

BARBARA DI ROLLO

Barbara Di Rollo con Sara Battisti

Molte volte il silenzio è la scelta più saggia. Perché parlare, anche dicendo cose giuste ma nel momento sbagliato, si rischia di aumentare le tensioni ed esasperarle, farle esplodere. Per questo ci sono situazioni nelle quali, pur avendo cose interessanti da dire, risulta migliore la scelta di tacere.

Se però quella scelta non viene accompagnata dalla opportuna motivazione, l’intelligente strategia del silenzio rischia di apparire come superbia del ruolo o vuotezza contenutistica. Cioè: se non spieghi che stai parlando perché vuoi aiutare il clima a rasserenarsi, passi per una che non sa cosa dire.

È l’inciampo accaduto alla Presidente del Consiglio Comunale di Cassino Barbara Di Rollo nel giorno in cui è stata proclamata ufficialmente Consigliere regionale del Lazio. Le ha lasciato il posto Mauro Buschini dimettendosi per assolvere in pieno le sue funzioni di presidente dell’Egato della Provincia di Frosinone.

In questa fase, l’onorevole Barbara Di Rollo è in attrito con il suo sindaco Enzo Salera. Con coerenza gli ha comunicato che domenica non sosterrà la sua decisione di votare per Gino Germani come presidente della Provincia di Frosinone; Salera si è già informato sulla possibilità di sfiduciarla ma occorrerebbero i voti delle opposizioni. La sua ritorsione sarà quella di aprire la giunta alle figure che Barbara Di Rollo finora ha sempre bloccato.

La saggezza femminile sta nel tacere. Ed aspettare il momento opportuno per reagire. Magari nel 2024 quando ci saranno le elezioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Cassino. Saggio. E micidiale sul piano politico. Ma va esplicitato. Altrimenti l’effetto rischia di essere quello esattamente contrario.

Mi si nota di più se parlo o se non parlo?