Top e Flop, i protagonisti del giorno: mercoledì 18 maggio 2022

I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto in questo mercoledì 18 maggio 2022 e cosa ci attende nelle prossime ore

I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto in questo mercoledì 18 maggio 2022 e cosa ci attende nelle prossime ore.

TOP

MAURO BUSCHINI

L’abbraccio tra Buschini e De Angelis

Se non erano le mille persone dichiarate dai fedelissimi il numero reale non è poi molto distante: le auto hanno saturato tutti i parcheggi di Villa Ecetra a Patrica, occupando tutte le strade intorno fino ad arrivare sulla vicina Regionale. Chi pensava che l’ex presidente del Consiglio Regionale Mauro Buschini fosse un politico sul viale del tramonto deve necessariamente rivedere i suoi parametri di valutazione.

A dare la giusta misura non sono tanto le mille (sicuramente più di cinquecento) persone venute ad assistere alla sua discesa in campo, a quello che è nei fatti l’avvio della sua campagna elettorale per rimanere in Regione Lazio. La misura viene fornita dai nomi che erano al suo fianco in quel momento: Francesco De Angelis e Sara Battisti. Cioè quelli che, a seguire una vulgata, l’avrebbero scaricato. Invece faranno tandem, ancora una volta.

È il vice segretario regionale del Pd a dirlo: “Io e Mauro spesso ci siamo scontrati ed abbiamo opinioni diverse. Ma io e Mauro non ci siamo mai separati. Tanti hanno sperato che ci separassimo: ma questo non è avvenuto. Anche per la capacità di Francesco De Angelis che ha saputo tenere tutti insieme. E anche nei momenti più critici, mauro sa che il mio affetto e la mia vicinanza non gli sono mai venuti meno”. Buschini commosso, l’abbraccio pubblico tra i due è vero e sincero.

Poi prende la parola il vecchio leader, Francesco De Angelis è il papà politico di Buschini: la fa ancora più diretta, “Mauro, ti voglio bene”. E qui la commozione prende entrambi. Il caso Allumiere si è rivelato una bolla di sapone, per il sindaco di quel Comune e per il presidente del Consiglio regionale che si è dimesso per senso delle istituzioni.

Nicola Zingaretti lo ha indicato come coordinatore della sua maggioranza. Ma è la marea umana venuta a Patrica per sostenerlo a dire che quel caso è archiviato.

Il risorto

GIORGIA MELONI

Giorgia Meloni

In attesa di dare manforte a Riccardo Mastrangeli a Frosinone ad Arcore ha mandato di traverso l’aperitivo a Berlusconi, che già era in modalità Maalox per l’arringa finale sul processo Ruby Ter, e a Salvini.

Lo ha fatto con la piena coscienza della nuova forza che i sondaggi da un bel po’ le assegnano e che in queste ore secondo Swg le danno un 22,9%. Con quelle percentuali lei agli aperitivi ci va si per sbriciolare tartine, ma mettendo nel pancarrè chi ormai deve tollerare senza necessariamente stimare. Giorgia Meloni non vedeva Matteo Salvini dalle ore (per loro due) buie della rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, quando venne sancita la differenza netta fra il centro destra di manovra e il centro destra di concetto. Il primo pesca dove non dovrebbe e il secondo neanche mette il verme in punta di amo se le acque non sono “limpide”.

Giorgia Meloni lo sapeva benissimo che all’aperitivo-cena a casa di Silvio Berlusconi lei ci sarebbe andata con l’aura di quella “difficile” perché ortodossa, perciò ha giocato di fino. Per le elezioni e sulla linea politica a corto-medio raggio i tre hanno ritrovato una flebile e parolante unità che non inganna nessuno e sulla questione della ricandidatura di Nello Musumeci in Sicilia è tornato il gap “quirinalizio” con Salvini. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti del giorno: martedì 17 maggio 2022).

Solo che Meloni non è più “Giorgetta”, non lo è da tempo, ed ha giocato di fino. A fine summit non è uscito alcun comunicato congiunto e la cosa sembrava finita con la neutralità tipica degli eventi a cui dare cassa di risonanza è roba da Tafazzi. Perciò a sorpresa il comunicato lo ha fatto uscire Fratelli d’Italia, con più fiumi di parole dei Jalisse: “È sicuramente positivo essersi incontrati ma l’unità della coalizione non basta declamarla. Occorre costruirla nei fatti. Su 26 città capoluogo sono solo 5, ma purtroppo importanti, le città in cui il centrodestra andrà diviso al primo turno ma restano ancora diversi nodi aperti”.

Poi di polpa: “A partire dalla non ancora ufficializzata ricandidatura del presidente uscente Nello Musumeci in Sicilia, su cui la personale dichiarata disponibilità di Silvio Berlusconi (poi mezza ritrattata) si è fermata di fronte alla richiesta di Matteo Salvini di ritardare l’annuncio del candidato”.

E in chiosa dopo crescendo rossiniano: “Fratelli d’Italia, nel confermare la sua indisponibilità a qualsiasi futura alleanza con il Pd e M5S, confida nella stessa chiarezza da parte degli alleati, convinta che occorra essere uniti non solo nella forma ma anche nelle scelte, nei progetti e nei programmi”.

Mattè famo a capisse.

FLOP

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte

Stefania Craxi eletta alla guida della Commissione Esteri al posto del “decaduto per tweet” Petrocelli. È una sconfitta dell’ormai sempre più evanescente legame tra Cinque Stelle e Pd.

Giuseppe Conte aveva candidato Ettore Licheri tirando troppo la corda rispetto alla Nocerino, vicina a Di Maio e non sgradita alle forze di governo di centrodestra. È finita con 12 voti contro 9 e un’astensione.

Per Giuseppe Conte è uno strappo da non minimizzare: riunisce immediatamente il Consiglio nazionale stellato. E qui scandisce: “Oggi registriamo che di fatto si è formata una nuova maggioranza, che spazia da Fratelli d’Italia sino a Italia viva”. Avverte il presidente del Consiglio Mario Draghi e gli fa sapere che “spetta innanzitutto a lui prendere atto della responsabilità di tenere in piedi questa maggioranza”. 

In realtà lo schianto era annunciato, eppure tutti hanno continuato a suonare il violino. Alla prima votazione Craxi viene eletta. Conte sbatte e si sbatte, dice che c’è una nuova maggioranza e prende schiaffi dalla Meloni su Twitter.

Enrico Letta commenta “Troppi incidenti ci portano a deragliare”. Ma ‘sto treno chi lo guida?

Cinque stelle, quattro gatti

ENRICA SEGNERI – LUCA FRUSONE

Enrica Segneri

Maurizio Cattoi e Filippo Gallinella. Rispettivamente nati a Bressanone e Firenze. Il primo eletto alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Marche, il secondo in Umbria.

Ci sono voluti loro per presentare una proposta di legge, la numero 3503, che riguarda Cassino e la sua storia. L’hanno depositata il 3 marzo 2022 e prevede l’istituzione della Giornata della Battaglia di Montecassino e della canzone ‘Papaveri Rossi su Montecassino’. Un solo articolo, 7 commi, un’idea precisa: considerare il 18 maggio come una solennità civile, da festeggiare anche con la partecipazione del Ministero della difesa.

Partire da questi eventi e coinvolgere le scuole, portare temi come la pace, la libertà e la fratellanza tra i popoli all’interno delle aule. Promuovere un concorso tra gli istituti superiori di secondo grado, in tutte le regioni italiane, per premiare i 20 migliori alunni che abbiano realizzato saggi o altri lavori sulla battaglia di Montecassino, che ha aperto le porte alla liberazione del nostro paese. E poi soldi: per il Comune, affinché si valorizzino i luoghi in cui questi tragici fatti sono avvenuti; per il Museo Memoriale del secondo corpo d’armata polacco, affinché si migliorino le strutture di accoglienza dei visitatori. Utilizzare la storia per due finalità: educare le nuove generazioni e creare risorse per il futuro, nel campo turistico stavolta.

Insomma, una buona idea. Peccato solo che sia dovuta arrivare da Firenze e da Bressanone. Grazie ai due deputati che hanno firmato la proposta di legge, grazie a chi ha dato il la. Nella lista dei ringraziamenti manca qualcuno però: i nostri deputati.Staranno lavorando a proposte per il Trentino o per la Toscana.

Occasione persa.