Top e Flop, i protagonisti del giorno: mercoledì 19 gennaio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo mercoledì 19 gennaio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo mercoledì 19 gennaio 2022

TOP

ALESSIO D’AMATO

Alessio D’Amato (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Il coraggio e la determinazione certamente non gli difettano. L’assessore regionale alla Sanità del Lazio ha dichiarato: “La popolazione scolastica della Regione è di 800.000 unità, per cui 25.000 ragazzi in dad. È un numero importante ma in percentuale modesto e paragonabile alle influenze che avevamo 3 anni fa senza Covid e che anche allora in questo periodo producevano delle assenze in classe”.

Lo ha detto ospite di Adnkronos Live, rispondendo alla domanda se la scuola laziale aveva retto all’ondata Omicron.

Ancora una volta D’Amato ha fatto capire che nel Lazio la pandemia viene fronteggiata con il massimo dello sforzo e con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. L’assessore è costantemente sul pezzo e sul campo, avendo quindi una visione completa e aggiornata. Inoltre, non ne fa passare una.

Più concentrato non si può. 

MASSIMO D’ALEMA

Massimo D’Alema (Foto Andrea Giannetti © Imagoeconomica)

Una lezione di politica a tutta Forza Italia. L’ha data l’ex leader dei Ds Massimo D’Alema, con un’affermazione tanto semplice quanto vera: “Più insistete su Silvio Berlusconi, più al Colle arriva Mario Draghi”.

In effetti è la fotografia perfetta. Perché i tentennamenti sulla candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale da un lato bloccano ogni tipo di confronto, dall’altro non lasciano spazi per individuare altre figure se non quella dell’attuale premier. Perché in caso contrario la maggioranza di Governo andrebbe in pezzi e l’Italia si troverebbe travolta dal caos politico nel pieno della quarta ondata della pandemia.

Ma se da un lato Forza Italia non riesce a far effettuare un passo indietro a Berlusconi, dall’altra Matteo Salvini e Giorgia Meloni non ce la fanno ad accelerare e a proporre un nome di centrodestra che magari potrebbe essere votato anche dal centrosinistra. La frase di D’Alema è un affresco di realpolitik.

Inimitabile.

FLOP

LUIGI DI MAIO

Luigi Di Maio

Nel caos assoluto che regna nel Movimento Cinque Stelle, il ministro degli esteri Luigi Di Maio sta cercando vie alternative. Ma negli ultimi giorni ha cominciato ad aprire varchi verso il centrodestra.

Narrano che abbia parlato con Fedele Confalonieri e perfino con Gianni Letta. Di Maio vedrebbe bene Mario Draghi al Colle, ma magari altre soluzioni (tipo quella di Franco Frattini) potrebbero comunque catturare l’attenzione di una parte dei pentastellati.

Quello che però francamente non si capisce è perché Di Maio continua nella sua assoluta e sostanziale chiusura nei confronti del Pd. Mentre con il centrodestra riesce comunque ad avere sponde migliori. I Cinque Stelle non hanno alcun tipo di spazi in un contesto di centrodestra. E allora perché insistere?

Avvocato delle cause perse.

GIANFRANCO ROTONDI

Gianfranco Rotondi (Foto Paolo Cerroni © Imagoeconomica)

A Renzi dico con franchezza: Berlusconi non è una candidatura “tattica” ma “la” candidatura, il piano A, B e Z. E non è una mia fissa, come si legge spesso sulla stampa, né una bizzarria solitaria ma una scelta condivisa con eminenti leader del centrodestra”.

Gianfranco Rotondi è un politico in gamba e un democristiano orgoglioso di esserlo. Si è fatto le ossa misurandosi con un certo Ciriaco De Mita. Detto questo, però, l’enfasi con la quale parla di Silvio Berlusconi forse crea un effetto boomerang.

Scomodare contesti evangelici, parlare di tutta la questione della presidenza della Repubblica come fosse una saga epica da vedere davanti alla televisione non rappresenta il massimo. E fra l’altro si perde di vista proprio quel contesto politico che uno come Gianfranco Rotondi dovrebbe vedere prima e meglio degli altri. Cioè la possibilità di dare spazi importanti al centrodestra. Indipendentemente da Berlusconi. Servirebbe un Richelieu, non un tifoso.

Pasdaran.

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