Top e Flop, i protagonisti del giorno: mercoledì 27 aprile 2022

I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo mercoledì 27 aprile 2022

I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo mercoledì 27 aprile 2022

TOP

MARIO DRAGHI

Mario Draghi

Il presidente del Consiglio andrà a Kiev per far capire una volta di più che l’Italia ha ben chiara la situazione: da una parte c’è l’aggressore (la Russia di Putin), dall’altra l’aggredito (l’Ucraina di Zelensky).

Nonostante i silenzi, gli imbarazzi e le posture da contorsionista che ci sono nella maggioranza di governo, il premier mantiene il timone in maniera salda. All’interno della Nato e del blocco occidentale. Erano decenni che il nostro Paese non aveva una posizione così chiara, forte e netta. Anche su un punto spinoso, come quello dell’invio delle armi per consentire agli ucraini di non essere cancellati dalla faccia della terra.

Mario Draghi è sempre più un punto di riferimento nel panorama politico europeo e internazionale. Andrà avanti in questo modo, fregandosene degli umori elettorali dei Partiti.

Autorevolissimo.

ANDREA MARCUCCI

Andrea Marcucci (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Uno dei leader di Base Riformista (la corrente degli ex renziani rimasti nel Partito Democratico) del calibro di Andrea Marcucci ha trovato il coraggio di dire che bisogna fare di tutto affinché anche Matteo Renzi e Carlo Calenda facciano parte del Campo largo.

Un modo per dire che se proprio bisogna scegliere, allora è preferibile staccarsi dal Movimento Cinque Stelle. Anche perché Beppe Grillo e Giuseppe Conte preparano da tempo l’uscita dal Campo largo per cercare di ottenere qualche zero virgola in più nei sondaggi o nel risultato delle elezioni politiche del prossimo anno.

Ma alla base del ragionamento di Marcucci c’è soprattutto una considerazione politica. I prossimi anni saranno caratterizzati anche dalla politica estera per via del conflitto tra Russia e Ucraina. Il Pd è visto come il caposaldo dell’alleanza atlantica ed Enrico Letta è un interlocutore privilegiato degli Usa. Meglio avere come compagni di viaggio Calenda e Renzi, che la pensano allo stesso modo. I Cinque Stelle sono nell’altra parte dello schieramento.

Coraggioso.

FLOP

SALVINI-TAJANI

Matteo Salvini ed Antonio Tajani (Foto: Alessandro Serranò via Imagoeconomica)

Ancora una volta, la decima nell’ultimo anno, sembrano vicinissimi ad una federazione tra Lega e Forza Italia per cercare di frenare l’avanzata dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. In tutte le precedenti occasioni, dopo le pressioni di altre aree del Carroccio e degli “azzurri”, il progetto è stato rimesso in soffitta. Sarà la volta buona?

Dipenderà dai sondaggi delle prossime settimane e soprattutto da come andranno le prossime amministrative.

Intanto però Antonio Tajani e Matteo Salvini sono uniti nel non riconoscere alcun tipo di leadership del centrodestra alla Meloni. Anche a costo di perdere, come centrodestra, tanti Comuni e magari qualche Regione. Tafazzisti.

BEPPE GRILLO

Beppe Grillo (Foto Paolo Cerroni © Imagoeconomica)

Per l’Italia ha proposto il modello Costa Rica (sì, staccato). Consiste nello smantellamento dell’esercito. Momento migliore (naturalmente lo scriviamo in senso ironico) non poteva scegliere: guerra alle porte dell’Europa, invio di armi italiane ai partigiani ucraini, minacce al nostro Paese da parte della Russia di Putin, possibilità di un allargamento del teatro del conflitto.

In due mesi di guerra non c’è stata una condanna netta  di Grillo e di molti esponenti dei Cinque Stelle nei confronti di Putin. Il Movimento negli anni scorsi ha aperto alla Cina e alla Russia, era schierato dalla parte di Maduro e teorizzava l’uscita dalla Nato.

Non sarebbe meglio dire chiaramente che in questo momento i Cinque Stelle non sono dalla parte della Nato e dell’Occidente?

Campione del mondo di sofismo.