Top e Flop, i protagonisti del giorno: mercoledì 8 dicembre 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 7 dicembre 2021. Per capire cosa è accaduto nelle ore scorse e cosa ci attende in questa giornata di mercoledì

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 7 dicembre 2021. Per capire cosa è accaduto nelle ore scorse e cosa ci attende in questa giornata di mercoledì

TOP

SERGIO MATTARELLA

Sergio Mattarella alla Scala (Foto Francesco Ammendola / Via Imagoeconomica)

Minuti e minuti di applausi, standing ovation e coro inequivocabile: “Bis”. Eppure l’orchestra non aveva suonato ancora nemmeno una nota. Alla Scala di Milano Sergio Mattarella ha capito perfettamente di non essere soltanto il Capo dello Stato, ma la “bussola” della Repubblica in questi tempi terribili di pandemia.

Naturalmente non tornerà indietro dal suo proposito di non concorrere per il bis al Colle. Ma indubbiamente dovrà riflettere su come la classe politica preparerà la sua successione. Perché il tributo alla Scala è quello del Paese. E il Paese vuole un presidente della Repubblica rappresentativo di tutti gli italiani. Non divisivo, non di parte. Non eletto con un compromesso al ribasso.

E l’idea di Mario Draghi è stata accolta dai partiti come uno scenario dal quale ottenere qualcosa in cambio: le elezioni anticipate per esempio. Ancora una volta i Partiti hanno dimostrato di non comprendere il loro fallimento storico. Mattarella viene percepito come un baluardo.

Custode della Repubblica

MAURIZIO LANDINI

Maurizio Landini (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Il leader della Cgil ha avuto coraggio a proclamare lo sciopero in questo particolare momento. Poi però ha illustrato le motivazioni e spiegato le modalità. Dimostrando che in Italia esiste ancora un sindacato che guarda ai più deboli. Landini ha detto che indubbiamente c’è una ripresa nel Paese, ma che proprio per questo occorrono operazioni di redistribuzione del reddito che aiutino le fasce deboli della popolazione.

Invece non sta andando così, perché perfino il premier Mario Draghi è stato messo sotto dalla sua maggioranza per quanto riguarda la riforma del Fisco. Draghi è stato stoppato e le decisioni assunte non sono andate nella direzione di un sostegno a chi ha più bisogno. In secondo luogo in Italia c’è un boom di precariato assurdo e fuori controllo. Senza considerare le tantissime crisi aziendali non risolte, il tema delle pensioni e l’attacco sistematico al sistema dei diritti dei lavoratori.

Ma Landini ha pure aggiunto che lo sciopero non riguarderà i lavoratori della sanità e delle rsa perché loro devono garantire i servizi in tempo di pandemia. Un segnale di responsabilità.

Lucidissimo.

FLOP

CARLO CALENDA

Carlo Calenda. Foto © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Giuseppe Conte non aveva fatto in tempo ad ufficializzare il suo no alla proposta di candidarsi per il seggio lasciato libero da Roberto Gualtieri, che il leader di Azione ha fatto sapere che lui lo avrebbe battuto.

Carlo Calenda è stato un bravissimo ministro e come competenze specifiche non ha nulla da invidiare a nessuno. Alle comunali di Roma ha ottenuto un risultato molto importante Ma non riesce proprio a gettare… ponti. Le sue esternazioni sono costantemente “contro”. Contro il Pd, contro Zingaretti, conto Astorre, contro Renzi, contro Conte. Contro chiunque altro non sia Carlo Calenda.

Il che dimostra sicuramente un’altissima autostima. Al tempo stesso però non si capisce quale tipo di strategia voglia perseguire Carlo Calenda. Perché certamente da solo non può andare da nessuna parte. In politica occorrono alleanze e coalizioni. Carlo Calenda è straordinariamente efficace nella fase della distruzione del gioco, ma straordinariamente in affanno in quella della costruzione. Magari ogni tanto potrebbe riflettere su questo.

Terminator. E basta.

ENRICO LETTA

Enrico Letta (Foto: Andrea Giannetti / Imagoeconomica)

I confini del Campo Largo si stanno restringendo di parecchio. Lo sciopero proclamato da Cgil e Uil rappresenta una spina nel fianco del centrosinistra. Perché Landini e Bombardieri stanno usando un linguaggio di sinistra su temi di sinistra. Occupando uno spazio che è anche quello del leader del Pd, per nulla convinto di molti provvedimenti del Governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi.

In secondo luogo il no di Giuseppe Conte alla proposta di candidatura per il seggio lasciato libero da Roberto Gualtieri fa in modo che il Movimento Cinque Stelle mantenga tutti i suoi spazi di autonomia. Fuori dal centrosinistra.

All’orizzonte c’è l’elezione del presidente della Repubblica e in queste condizioni il Pd (che è sempre stato al centro di questo appuntamento) rischia di essere non soltanto marginale ma perfino ininfluente. Senza un’intesa vera, stabile e globale con i Cinque Stelle come si fa a pensare di poter essere competitivi per il Quirinale e poi alle politiche? Inoltre con il mondo sindacale è necessario ricucire sul serio. Altrimenti si verrà scavalcati a sinistra.

Nella palude.