Top e Flop, i protagonisti del giorno: sabato 11 giugno 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende sabato 11 giugno 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende sabato 11 giugno 2022.

MARCO DELLE CESE

Il Consorzio Industriale del Lazio ha ufficializzato la convocazione per martedì del CdA. Darà il via alla creazione della prima Gigafactory nel Lazio: più di ogni altra definizione, calza a pennello quella data dal presidente di Unindustria Cassino Francesco BorgomeoÈ come avere un pozzo di petrolio dietro casa”. (leggi qui Fincantieri, convocato il CdA per il via libera finale).

L’operazione Gigafactory è frutto in larghissima parte del fiuto e della capacità organizzativa di Marco Delle Cese. È stato l’allora presidente del Cosilam ad intercettare il colosso di Stato della Cantieristica nautica ed il suo progetto in fase di sviluppo con uno spin off dell’Università di Cassino. È stato lui a spianare la strada affinché Fincantieri scegliesse Cassino e non la Motor Valley.

Per l’industria Cassinate si apre una prospettiva di lunghissimo respiro, con un Contratto di Filiera che ha la potenzialità per garantire anni di sviluppo nella nuova Mobilità Sostenibile con cui verrà soppiantato l’Automotive.

Nello stesso giorno, Marco Delle Cese si toglie un macigno dalla scarpa. Lo fa durante il Congresso della Uilm che saluta lo storico Segretario Generale Provinciale Francesco Giangrande. Nel suo intervento, Marco Delle Cese attacca a testa bassa il Reddito di Citadinanza. Dicendo: “Se la cittadinanza dà diritto al reddito, allora il lavoro deve diritto al benessere. Perché se uno che è cittadino ha diritto, solo per questo, ad 800 euro, allora chi si alza la mattina alle 5 per andare a lavorare non può avere diritto soltanto a mille euro.

Doppio top

FRANCO GABRIELLI

Il prefetto Franco Gabrielli (Foto Imagoeconomica)

Una balla. La storia dei dossier realizzati dai Servizi con i nomi degli amici di Putin in Italia non esiste. È in realtà un’esagerazione, una distorsione di ben altro. E bene ha fatto il Sottosegretario Franco Gabrielli a smontare quella balla. Nel modo più semplice: declassificando il documento che aveva dato origine alla Fake News e diffondendolo ai giornali.

Leggendolo si capisce che il notizione nasce da chi spera d’essere stato dossierato ed avere così i suoi 5 minuti di notorietà. Perché in quel dossier non c’è altro che una raccolta di Fake News diffuse per screditare i politici italiani durante la guerra in Ucraina. Solo che le Fake News questa volta hanno generato una Fake News.

E messo in luce la disperata necessità di protagonismo di tanti nani e ballerine di terza fila. Che sperano così che qualche luce della ribalta possa cadere su di loro e poter dire “C’ero anche io”.

Barbe vere, dossier finti

FLOP

SALVATORE FONTANA

Salvatore Fontana

Ha annunciato le sue dimissioni da consigliere comunale. E lo ha fatto su Facebook, ancora una volta. C’è chi non riesce a fare a meno di fumare, chi durante il giorno non resiste senza un bicchierino, altri una mano di videopoker devono giocarla: Salvatore Fontana non ha vizi se non la dipendenza dai social. Che rischia di costargli ciò che è più prezioso per un politico: la credibilità..

Ad esempio: il 4 marzo aveva annunciato le sue dimissioni su Facebook. In realtà aveva inviato solo un Pec. Al Protocollo gli hanno spiegato che bisogna presentarsi personalmente, farsi identificare, altrimenti le dimissioni non sono valide. E lui quella volta non le ha più presentate. (Leggi qui: Caos Fontana: «Mi dimetto. Forse resto. Ora ci penso»).

Lo stesso – con ogni probabilità – è accaduto anche questo venerdì. Alle 13:30 Salvatore Fontana Annuncia le sue dimissioni. Ma in serata non ce n’è traccia al Protocollo. Lui dice di avere mandato la Segretaria. Allora le dimissioni sono farlocche perché a questo punto sa benissimo quale sia la procedura: deve andare di persona. (Leggi qui Il regalo di Fontana al sindaco: si dimette nel giorno del suo compleanno).

È certo che Salvatore Fontana lunedì mattina si farà trovare dinanzi alla porta dell’ufficio Protocollo: perché sa bene che se non lo farà la sua credibilità sarà di poco inferiore allo zero.

Ma al netto delle debolezze e delle dipendenze social che hanno spinto il consigliere ad annunciare le dimissioni ancor prima di presentarle è il dato politico che desta più perplessità.

Solo poche settimane fa Fontana aveva accettato l’incarico di coordinatore provinciale di Italia Viva, adesso dice che non vuole più stare in politica e parla di clima d’odio. Di grazia: e quest’odio quando è emerso? Tutto nella giornata di ieri? La spiegazione più plausibile è che sia finito sotto pressione. Anche per via delle indagini che lo hanno visto coinvolto in qualità di imprenditore: nulla di eclatante. Un ragionamento che può essere concesso al Fontana imprenditore, non al Fontana Coordinatore politico. Perché in politica si antepongono gli interessi della collettività a quelli personali. E in politica, soprattutto, serve maggior rispetto per le istituzioni. La bacheca Facebook, il Comune non sono l’asilo Mariuccia.

Le dimissioni si danno, non si annunciano.

NICOLA MORRA

La Commissione Parlamentare Antimafia in serata annuncia di avere completato l’esame dei 19.472 candidati alle prossime Elezioni Comunali. Ne ha trovati 18 che sono ‘impresentabili’ e quindi le loro liste devono sostituirli. Peccato che appena tre ore e mezza dopo quell’annuncio finisca la campagna elettorale e tre giorni e mezzo dopo ci saranno già gli eletti in tutti i Municipi.

L’elenco degli impresentabili piazzato a poche ore dall’inizio del silenzio elettorale in cui i candidati non possono più parlare è una buffonata inaccettabile, una gogna del tutto evitabile. Perché quella commissione e le sue decisioni sono poco più che cartastraccia.

Solo la Legge può impedire ad un cittadino di candidarsi: una legge severissima, tra le più rigide in Europa, nota come Legge Severino. Che prevede candidabili ed incandidabili, eleggibili ed ineleggibili. Il resto sono deliri schizofrenici di Partiti svuotati di ogni autorevolezza, capaci di azioni autolesionistiche degne solo della loro inadeguatezza. Come è stata le decisione di istituire una Commissione incaricata di dare il bollino di brava persona ad un cittadino che intende candidarsi.

Facendolo con ritardo, quando la campagna elettorale è finita, cioè quando è tutto inutile. Come quella Commissione.

Commissione impresentabile.