Top e Flop, i protagonisti del giorno: sabato 12 febbraio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo sabato 12 febbraio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo sabato 12 febbraio 2022.

TOP

MARIO DRAGHI

Mario Draghi

Gli stessi Partiti che sono costretti a sostenerlo come premier gli hanno sbarrato la strada che portava al Quirinale per invidia, mediocrità e timore di non contare più nulla. Mario Draghi non lo ha dimenticato e adesso sa su chi può contare (pochissimi) e su quanti invece no (la stragrande maggioranza).

Perciò ha deciso di cambiare atteggiamento: niente sconti. A nessuno. Chi vuole stare al Governo deve alzare la mano, al massimo. Nella conferenza stampa di ieri, a chi gli chiedeva un suo futuro impegno in politica, ha risposto in maniera secca: “Lo escludo”. Aggiungendo: “Ho visto che tanti mi candidano in tanti posti in giro per il mondo. Ringrazio moltissimo tutti per la loro sollecitudine ma se per caso decidessi di lavorare dopo questa esperienza, un lavoro lo troverei anche da solo...”.

Lasciando intendere quale opinione abbia di chi dovrebbe assicurare un Governo al Paese, ma ne è totalmente incapace. Perché alla fine Draghi è arrivato per il fallimento della politica, dei partiti e degli uomini. Si prospetta un anno di molti fatti da parte del Governo. L’accelerazione sulla riforma della giustizia è un segnale chiarissimo. Mario Draghi però non coinvolgerà i Partiti.

Ira funesta. 

ENRICO LETTA

Enrico Letta (Foto: Andrea Giannetti / Imagoeconomica)

Da diversi mesi a questa parte il Pd è il primo Partito in qualunque tipo di sondaggio. Dopo la vittoria alle amministrative d’autunno e la manovra che ha portato al Mattarella bis al Quirinale, adesso davanti ci sono elezioni comunali ovunque.

Ma soprattutto c’è la questione della legge elettorale. Con il proporzionale il Pd sarebbe al centro di qualunque tipo di equilibrio parlamentare. Con il maggioritario bisognerebbe definire una volta per tutte il rapporto con i Cinque Stelle.

Intanto però Enrico Letta sta lavorando per allargare il fronte delle  alleanze. Sia nell’ambito del centrosinistra che fuori. Ed è riuscito a trovare un modo per dialogare con le correnti interne senza che si determinino strappi e malumori. Su questi presupposti sta già iniziando a ragionare sulla composizione delle liste per Camera e Senato.

Vincente.

FLOP

DI MAIO-RAGGI

Luigi Di Maio e Virginia Raggi (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

La scena simbolo della giornata di ieri è stata quella di Beppe Grillo e Giuseppe Conte a braccetto dopo il colloquio. Con l’Elevato che ha detto di non aver avuto mai dubbi sul fatto che il leader politico sia Giuseppe Conte.

Su queste basi i Cinque Stelle hanno preparato il ricorso contro la disposizione del Tar di Napoli che ha sospeso la leadership di Conte. Un brutto colpo per il ministro degli esteri Luigi Di Maio e per l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che probabilmente speravano nella spallata.

Evidentemente però, al di là delle battute ad effetto, il rapporto politico tra Conte e Grillo è più forte di quello che può sembrare. Fatto sta che il percorso appare tracciato: alla guida dei Cinque Stelle resterà comunque Giuseppe Conte.

Doccia scozzese.

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Secondo alcuni sondaggi la Lega è addirittura al quarto posto, dietro Pd, Fratelli d’Italia e Cinque Stelle. Nell’ambito della maggioranza che sostiene Mario Draghi il Carroccio incide sempre di meno e Matteo Salvini è riuscito nell’impresa di appannare il ruolo di Giancarlo Giorgetti, fedelissimo di Mario Draghi.

Risultato: arretramento nei sondaggi, Caporetto nella sfida per il Quirinale, perdita della leadership nel centrodestra, rifiuto di accettare il fatto di essere al Governo.

Le elezioni amministrative prossime saranno fondamentali, anche per la leadership di Matteo Salvini. All’interno del Carroccio c’è chi aspetta soltanto il momento per porre il tema in maniera forte. Il Capitano però fa finta che va tutto bene.

Nell’occhio del ciclone.