Top e Flop, i protagonisti del giorno: sabato 19 novembre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di sabato 19 novembre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di sabato 19 novembre 2022

TOP

MAURIZIO STIRPE

Maurizio Stirpe

Da presidente illuminato a presidente dell’illuminazione green il passo è stato breve. Maurizio Stirpe rappresenta la sintesi della razza industriale: pragmatico ma visionario, ancorato ai conti ma immune dalla tirchieria; parsimonioso ma con improvvise spinte alla generosità. Che però devono essere in linea con la sua cifra.

Qualche esempio? A Frosinone ed alla Ciociaria ha regalato un sogno chiamato Frosinone Calcio e nessuno provi a negare che i due campionati in Serie A abbiano contribuito a cambiare l’immagine che l’Italia aveva su questi territori. Ha costruito uno stadio unanimemente considerato un modello nazionale; generato una cittadella dello sport nella vicina Ferentino innescando un meccanismo di attrazione e stimolo per i giovani; ha puntato su Fiuggi e sulla valorizzazione nazionale dei suoi impianti sportivi.

Tutta sintesi tra visione, passione, industria. A leggerlo bene è così anche il Pnrr: molti l’hanno letto come un salvadanaio generosamente aperto per sperperare alle spalle dell’Europa. È altro: il mondo sta andando in malora, si sta surriscaldando e senza un cambio di direzione siamo destinati ad estinguerci. Per questo sono stati messi in campo fondi con i quali rendere conveniente il risparmio energetico; le imprese risparmiano, il pianeta però si risparmia tonnellate di polveri che lo stanno soffocando.

Maurizio Stirpe ha deciso di dare il suo contributo. Raccontando a tutti che è ora di cambiare se vogliamo salvare la Terra. Ha trasformato il suo stadio in un gioiello del green: il Frosinone ha completato l’impianto fotovoltaico che lo renderà autosufficiente e potrà fornire energia alla collettività. “Gli investimenti della società e la lungimiranza del presidente consentiranno la riduzione di 285 tonnellate di immissione di CO2”, ha detto il direttore Salvatore Gualtieri.

Presidente illuminante

ALIOSKA BACCARINI

Il sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini © Valerio Portelli / Imagoeconomica

Quando le truppe devono partire all’assalto c’è sempre uno che deve assumersi l’onere di lanciare tre squilli di tromba ed impugnare la bandiera. Accadeva nelle guerre napoleoniche come in quelle di trincea nella Prima Guerra Mondiale. Poi però se la truppa non riconosce lo squillo è chiaro che non parte l’assalto.

Alioska Baccarini si è assunto l’onere di suonare i classici tre squilli di tromba per mobilitare i sindaci del territorio intorno alla candidatura del sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli come presidente della provincia. Lo ha fatto suonando le note giuste per far capire che non si tratta di un’operazione politica ma trasversale; non frosinonecentrica ma di territorio; non di potere ma di razionalità nell’ottica della riforma Delrio. (Leggi qui: L’endorsement di Baccarini e la volata delle firme).

Intonare i tre squilli non è mai scontato. Perché potrebbe non funzionare. Come ha scoperto a sue spese il sindaco di Alatri Maurizio Cianfrocca, ritrovatosi da solo e con la tromba in mano dopo avere convocato i sindaci di centrodestra per aggregarli intorno ad un candidato.

Se l’appello di Baccarini risulterà determinante lo diranno i prossimi giorni. Ma ha avuto il merito di scuotere e mobilitare. Le prime risposte e le conseguenti firme di adesione sono già arrivate. Ed in un centrodestra più diviso dei figli di Giacobbe nella Bibbia, era meno scontato di tutto.

Catalizzatore politico.

FLOP

CARLO TAORMINA

Carlo Taormina (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

C’è il Diritto e c’è l’opportunità, ci sono le regole scritte e ci sono quelle applicabili “a lume di naso”. Premessa: quando scriviamo che un cittadino non è colpevole fino a terzo grado di giudizio e che la presunzione di reato non è suggello di attribuibilità procedurale di quel reato non scherziamo.

Non potremmo farlo perché chiunque dovrebbe conoscere la differenza fra legge e giustizia in uno Stato di Diritto. Ora però bisogna anche fare un altro discrimine, che è quello fra le cose opportune e le cose che proprio stonano. Ecco, che Giuliano Castellino entrasse alla Camera per una conferenza stampa sulla nascita di un Partito era cosa giusta ma del tutto sconveniente, un po’ come mettere la canotta e i bermuda in chiesa ad un funerale via.

E che all’ex leader di Forza Nuova ed estremista di destra, a processo per i fatti che hanno portato all’assalto della sede della Cgil dello scorso anno, si sia “impedito” di entrare alla Camera proprio mentre al Governo c’è la destra c’era da aspettarselo.

Era all’orizzonte perché nessuno più della destra deve stare attento agli imbarazzi ed agli scivoloni e perché il primo a saperlo doveva essere proprio Castellino. A Montecitorio si presentava un nuovo Partito, “Italia Libera”, ed il presidente Carlo Taormina da un po’ sta facendo il diavolo a quattro.

Ha detto il legale: “E’ grave che nel tempio della democrazia, dove sono entrati tutti, anche personaggi delle brigate rosse, non possa entrare Giuliano Castellino. Non so quanti parlamentari siano indagati o imputati e siedono qui, che nessuno infatti blocca“.

Vero, verissimo, ma c’è un fattore che Taormina non ha valutato rifugiandosi dietro la toga. Quello per cui in politica e nelle istituzioni vale anche l’intensità del momento e il valore pubblicistico dello stesso, non solo la norma. Come conciliare la democrazia che Taormina invoca con la presenza in Parlamento di una persona che di fatto ha guidato un movimento che è in predicato di scioglimento per mozione parlamentare?

L’avvocato Taormina ha scelto l’esistenza bivalente del Diritto e della passione politica. Dovrebbe sapere che questi due parametri hanno eguale peso e differenti bilance. Magari poteva evitare di far finta di scordarselo.

Smemorato.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO CON GIUSEPPE CAVO DRAGONE CAPO STATO MAGGIORE DIFESA (foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

È vero che qualche volta “è colpa” dei giornalisti che devono farsi il giro delle proverbiali sette chiese quando un tema diventa mainstream. Però anche chi viene interpellato per la 31ma volta su uno stesso argomento dovrebbe dare un input al tema, anche a far la tara ai doveri istituzionali.

Ecco, Matteo Perego di Cremnago sul tema migranti ha fatto un po’ come fa il cetriolo nell’insalata ricca: si vede ma non si sente. E se non ci fosse non ci sarebbero commensali a strapparsi i capelli.

Il vice di Guido Crosetto e Sottosegretario alla Difesa ha detto: “La linea decisa dal governo italiano sul tema dei migranti porterà naturalmente a un coinvolgimento degli altri Paesi europei, già sta accadendo soprattutto in termini di riconoscimento di una responsabilità oggettiva che non può essere solo italiana nell’affrontare la gestione dei flussi migratori“.

Insomma, sul tema che riguarda la responsabilità di tutta Europa sul tema migranti Perego & co. ha detto che è responsabilità di tutta Europa farsi carico del tema migranti, un vero upgrade che rasenta lo scoop.

Poi il sottosegretario ha voluto stupire ed ha tirato fuori gli argomenti buoni, quelli nuovi: “Il problema dell’immigrazione riguarda tutti gli Stati europei che devono prenderne atto e agire di conseguenza“. Ora, a contare che il tema migrati per sua natura dovrebbe essere più “emergenziale” d’estate perché col mare cheto si viaggia più motivati e che sul tema migranti solo la bocciofila di Cuneo non ha detto la sua, dal Sottosegretario ci si sarebbe aspettato un “guizzo” più lucente sull’argomento.

Ma il dato è che oggi qualcuno h deciso che le tragedie di ieri e di sempre dovessero diventare il temini di oggi, e a noi tocca sorbirci settantasette volte settanta perle al giorno. E giureremmo che questa di Matteo Perego di Cremnago non sarà l’ultima della collana.

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