Top e Flop, i protagonisti del giorno: sabato 29 gennaio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo venerdì 28 gennaio 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo venerdì 28 gennaio 2022

TOP

MATTEO RENZI

Matteo Renzi alla Leopolda 2021

Il prossimo Presidente della Repubblica sarà Pier Ferdinando Casini, vedrai”: Anno Domini 2019, Matteo Renzi profetizza con il coordinatore provinciale di Frosinone di Italia Viva Valentina Calcagni lo scenario che ancora in queste ore è in piedi. “In Parlamento c’è un’onda che spinge Mattarella”: il primo a pronunciare questa frase è stato ieri, ancora una volta, Matteo Renzi, dando inizio alla narrazione che ha portato anche a titoli sui giornali di stamattina. Ma non c’è solo questo: secondo quanto raccontano i cronisti parlamentari Renzi avrebbe pronunciato questa frase nei giorni scorsi: “Ora gli faccio il cucchiaio”.

Quello che si sta verificando a Montecitorio è sotto gli occhi di tutti: schieramenti spaccati, franchi tiratori che fanno scattare il fuoco amico con una facilità irrisoria, alleati che non si fidano l’uno dell’altro, nomi (anche di massime cariche istituzionali) bruciati con una superficialità da scuola media.

Matteo Renzi sette anni fa mandò all’aria il patto del Nazareno con Berlusconi e fece eleggere al Quirinale Sergio Mattarella. Un capolavoro. Era il Segretario del Pd e dava le carte. Se dovesse riuscirci anche adesso, con un manipolo di 40 parlamentari, entrerebbe di diritto nei politici che più di tutti hanno fatto la differenza negli ultimi trent’anni. In realtà può farcela.

Il Messi e Ronaldo della politica.

GIORGIA MELONI

Giorgia Meloni (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Nel centrodestra che non c’è più, è rimasta solo lei. Leale, corretta, determinata. Il leader della Lega Matteo Salvini sta “battezzando” ogni operazione possibile per potersela intestare, ma al tempo stesso sta rimediando una serie impressionante di sconfitte in aula. Senza riflettere molto sul fatto che ha “bruciato” una mezza dozzina di nomi che sono delle personalità enormi nel centrodestra. Nulla descrive la situazione meglio delle quattro righe in apertura dell’articolo di Carmelo Lopapa su repubblica: “Dice che telefona a tanti, ma non a chi. Assicura che incontra, ma non dice dove, promette che la partita si sta per chiudere, ma non dice quando. La trottola impazzita Matteo Salvini ruota senza posa come i dervisci, perso in una personalissima estasi dell’ego. ”

Il fatto che Forza Italia abbia detto di voler trattare da sola, sconfessa la leadership di Salvini nel centrodestra. Quanto a Forza Italia, con Silvio Berlusconi al San Raffaele per motivi di salute, sono emersi i limiti di un Partito senza classe dirigente.

Giorgia Meloni ha fatto capire che c’è solo lei. I Fratelli d’Italia hanno votato i candidati di bandiera, dimostrando estrema lealtà alla Casellati. E difendendo la Belloni. Non è più importante il risultato finale. Nel centrodestra la numero è la Meloni.

Io sono Giorgia e voi non siete un…. Bip.

FLOP

ELISABETTA CASELLATI

Foto: Alessandro Serrano’ © Pool / Imagoeconomica

È la seconda carica dello Stato. Ha commesso l’errore di dare il via ad una serie di telefonate dirette per chiedere dei voti in aula e di esporsi in prima persona. Non doveva farlo per rispetto del ruolo che ricopre. Poi la presidente del Senato è stata oggetto del fuoco amico dei “franchi tiratori” di Forza Italia e di partiti centristi. Quanto è successo ha del surreale, considerando che gli “azzurri” avrebbero dovuto intestarsi loro una eventuale elezione. (Leggi wui A questo punto il Presidente lo eleggono).

In questo modo hanno dimostrato che non vanno oltre la logica del “dopo di me il diluvio” con riferimento a Silvio Berlusconi. Dopo la votazione che l’ha affondata, la Casellati avrebbe voluto riprovarci.

Ma Berlusconi e Tajani l’hanno fermata e lei c’è rimasta malissimo. Facendolo capire bene.

Stoppata due volte.

TAJANI-RONZULLI

Antonio Tajani Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Il centrodestra non esiste più e la votazione sulla Casellati lo ha certificato. Ma non esiste più Forza Italia nel senso di Partito politico egemone culturalmente della coalizione.

Lo sbaglio che ha compromesso ogni tipo di strategia è stato quello della candidatura di Silvio Berlusconi rimasta in campo per settimane quando si sapeva benissimo che non poteva avere alcuna possibilità vera di elezione. Ma in questi ultimi giorni, con Berlusconi fuori gioco per motivi di salute, è emerso in maniera drammatica che in Forza Italia sono tutti contro tutti.

Bernini, Gelmini, Carfagna e Brunetta hanno fatto capire bene ad Antonio Tajani che non lo riconoscono neppure come vice-leader. Licia Ronzulli, fedelissima del Cavaliere, avrebbe dovuto provare a tenere la situazione. Non c’è riuscita. Sia per Antonio Tajani che per Licia Ronzulli l’elezione del Capo dello Stato era un esame di maturità. Loro hanno letteralmente sfaldato il centrodestra e adesso Forza Italia tratta da sola.

Affondati.

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