Top e Flop, i protagonisti del giorno: sabato 4 giugno 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende sabato 4 giugno 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende sabato 4 giugno 2022.

ERNESTO MARIA RUFFINI

Ernesto Maria Ruffini (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Nelle foto del suo profilo social sembra il frutto di una ricombinazione genetica fra Gianluca Vacchi e Lorenzo Guerini ma lui fa cose molto diverse da loro anche se con entrambi ha qualcosa in comune. Con Vacchi l’amore per i balletti che però preferisce far fare agli altri. E con Guerini il dominio delle armi pesanti che però lui usa senza pelosità diplomatiche.

Perché lui, Ernesto Maria Guerini, è il direttore dell’Agenzia delle Entrate, vale a dire l’Arma Strategica di Massa, la “Bomba Zar” delle offensive tributarie e fiscali. E che Ruffini abbia un piano tutto suo per sderenare gli evasori fiscali italiani in un Paese dove evadere le tasse è più iconico della pizza e del mandolino lo si è capito subito al Festival dell’Economia.

Festival dove Ruffini ha detto senza mezzi termini che lui, gli evasori, non li vuole comodi in galera ma vigili a lavorare per ripagare gli italiani di quello che hanno sottratto al Fisco, cioè agli italiani medesimi. Ora, al di là delle iperboli del personaggio, il principio non è sbagliato: cosa ce lo tieni a fare un grande evasore in galera se poi quello dichiara bancarotta e non ha più sghei per rimettere in circolo ciò che non ha dichiarato?

Ha detto Ruffini che l’Agenzia delle Entrare ha individuato 19 milioni di evasori, cioè di persone che hanno almeno una cartella esattoriale da groppone: “16 milioni di persone fisiche e 3 milioni di società, ditte, partite iva”. Poi ha calato l’asso: “Li abbiamo individuati e devono lavorare per ripagare la società”.

La chiosa è stata da squalo tigre: “La pena detentiva per chi non paga le tasse non mi ha mai convinto, che faccio, preferisco mettere in carcere l’evasore così poi fallisce l’attività, oppure farlo lavorare finché non ripaga la collettività?”. Qualcun giura che dopo aver lasciato rotolare questa frase sul pavimento Ruffini abbia riso e che i suoi non erano denti, ma zanne.

Gabellotto Supremo.

PIERINO NARETTI

Daniele Natalia e Pierino Naretti

Ad Anagni Il postino Naretti suona sempre due volte. Lui però non consegna lettere, ma emendamenti al Bilancio. Provocando il mal di stomaco al sindaco Daniele Natalia.

Due giorni dopo aver annunciato un emendamento al bilancio di previsione per avere 100.000 euro da usare per lavori sulla Casilina, il consigliere comunale Pierino Naretti ha fatto il bis. Presentando una nuova richiesta.

A quanto pare, Pierino Naretti aveva preso piuttosto male il fatto che la prima, la sua maggioranza (si fa per dire), gliel’aveva bocciata. E siccome melius abundare quam deficere, Naretti ha pensato che doveva tornare sul luogo del delitto. (Leggi qui: Tu respingi? E io la ripresento: scintille tra Naretti e Natalia).

Forse Mike Bongiorno pensava a lui con il mitico Lascia o raddoppia. Perchè, in effetti, Naretti ha deciso di raddoppiare. Provocando, dicono, un’incazzatura notevole al primo cittadino. Per due ragioni. La prima: amministrativa, non si gioca con il Bilancio come se fossero le cartelle del Monopoli; la seconda, politica: Naretti non ha avuto alcun rispetto per la maggioranza di cui fa parte, meno ancora ne ha avuto per il coordinatore provinciale del suo Partito che, per inciso, è anche il suo sindaco.

Comunque vada, Naretti il suo l’ha fatto. Se resta in maggioranza il problema sarà del sindaco. Se se ne va, farà il martire. Un atteggiamento che in campagna elettorale fa sempre bene.

Sorprendentemente genio.

FLOP

DAVIDE BARILLARI

Ci ha messo dieci anni ma alla fine se n’è accorto: il Consiglio Regionale del Lazio nel quale siede “serve a niente“. E per questo ha presentato una mozione con la quale il Consiglio Regionale del Lazio impegna il governatore Nicola Zingaretti ad abolire il Consiglio Regionale del Lazio. Una sorta di eutanasia politica, un suicidio collettivo, un autoaffondamento; come i capitani che colano a picco con la loro nave. (Leggi qui La mozione: “Abolire il Consiglio Regionale del Lazio”).

Se è una provocazione ci si è dedicato: nove pagine di analisi, tesi, riferimenti normativi. Se ne è convinto davvero, ispira tenerezza. Non deve essere facile arrivare ad una consapevolezza simile, dopo avere dato l’assalto alla Regione armato di apriscatole. E scoprire che era del tutto inutile: che quei dieci anni poteva dedicarli ad attività ben più utili per la collettività. E che l’unica cosa sensata da fare con quell’apriscatole era aprirci una scatoletta di buon tonno all’olio d’oliva per arricchire una gustosa insalata.

Inutile il Consiglio, inutili le sue attività. Comprese le tonnellate di interrogazioni, interpellanze, mozioni, proposte di legge firmate Barillari. Inutile la foto in cui punta una pistola contro il suo braccio per denunciare l’inutilità dei vaccini. Inutile l’occupazione fatta con la parlamentare Sara Cunial immaginando un’irruzione delle teste di cuoio tra i gas lacrimogeni, finita banalmente nell’indifferenza e per l’impossibilità di andare a comprare i panini alla buvette.

Barillari l’ha scoperto ed ha avuto il coraggio di ammetterlo. Chissà perché in molti, nell’Aula della Regione, speravano che se ne accorgesse prima. E conseguentemente se ne andasse.

Consapevolezza di fine mandato.

GIAN FRANCO SCHIETROMA

Gian Franco Schietroma (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

«Il Pd ha perso il senso della realtà»: ne è convinto Gian Franco Schietroma, coordinatore regionale e leader provinciale dei Socialisti. Non gli è andata proprio giù che Francesco De Angelis, capo politico del Pd ciociaro, abbia urlato dal palco di Piazza Garibaldi – durante il tour elettorale del segretario Letta – testuali parole: «Questa lista del Pd è la più forte di sempre. Quando siamo uniti, non ci battono. Vinciamo noi». Sottinteso: contro la Destra. Detto da chi, gettandone le basi in Provincia, ha creato il Campo largo di centrosinistra a sostegno del ricandidato sindaco Domenico Marzi

A detta dell’ironico Schietroma, invece, «è evidente che De Angelis, oltre alle innegabili capacità politiche, abbia acquisito nel frattempo anche straordinarie doti umoristiche». Lo fa sorridere il fatto che De Angelis abbia parlato di unità – rispetto a una coalizione che, attorno al Pd, va dal Movimento 5 Stelle a Italia Viva, da un antipodo all’altro.

Perché sorride? Perché «nell’area di centrosinistra ci sono altri due candidati a sindaco». Ovvero Vincenzo Iacovissi, sostenuto dal Nuovo centrosinistra trainato dal Psi – con la sola Più Europa – e Mauro Vicano, «candidato di Azione – evidenza il leader socialista – dopo essere stato per un anno e mezzo addirittura il candidato sindaco sponsorizzato da Francesco De Angelis». Ora, però, definirlo di centrosinistra è troppo: diciamo di Centro, visto il Partito di Calenda, l’Udc, Progetto Lazio e il movimento Autonomi e Partite Iva. 

In conclusione, dopo le critiche al Pd di questi mesi, Schietroma si augura «ad ogni buon fine, che il PD di Frosinone possa presto riacquistare quel senso della realtà che finora ha evidentemente smarrito». Un non troppo velato messaggio in vista del tavolo per costruire la coalizione delle Regionali 2023? O in vista di un potenziale ballottaggio Mastrangeli-Marzi? Si può leggere così. Ma, in ogni caso, ormai è tardi. 

Fuori tempo massimo.

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