Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo venerdì 14 gennaio 2022
Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questa giornata di venerdì 14 gennaio 2022
TOP
MATTEO RENZI
Prima la battuta fulminante: “Sono completamente d’accordo con Letta. Gianni”. Matteo Renzi a Metropolis live su Repubblica ha dato delle indicazioni da fuoriclasse per la partita della presidenza della Repubblica.
Quindi il ragionamento politico: “Io che sono un cultore degli schemi politici dico che Gianni Letta sarebbe sicuramente un uomo del centrodestra. Lo metteranno?”. Quindi ha aggiunto: “Io dico o il candidato del centrodestra o Draghi o si arriva ad una quarta votazione ad alto rischio che potrebbe essere Berlusconi contro tutti più che destra contro sinistra”. Un avvertimento politico soprattutto al Pd e al segretario Enrico Letta.
Perché se davvero nelle prime votazioni non si raggiunge alcun risultato, allora poi la possibilità che ce la faccia Berlusconi potrebbe diventare concreta. Ma il capolavoro è l’indicazione di una possibile via di uscita istituzionale e autorevole: Gianni Letta. Proveniente dal centrodestra ma apprezzato anche a sinistra.
Stratega sopraffino.
ROBERTO SPERANZA
L’assalto delle Regioni per cambiare i parametri che definiscono un contagio Covid è una mossa azzardata in questa fase della pandemia. Ma potrebbe essere accettata perché la preoccupazione principale delle Regioni è quella di evitare cambi di colore e ulteriori restrizioni.
Il ministro Roberto Speranza, supportato dal parere scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, sta cercando invece di resistere. Perché non calcolare gli asintomatici tra i positivi al Covid significherebbe allentare la concentrazione sul piano psicologico. Con conseguenze non prevedibili.
Ieri si è registrato il record dei decessi di questa quarta ondata e in ogni caso i contagi quotidiani sono tantissimi. Inoltre stanno aumentando i ricoveri. Ma ancora una volta la priorità delle Regioni è quella di evitare il passaggio a zone di colore con maggiori restrizioni. Roberto Speranza ha detto no.
Linea del Piave.
FLOP
GIULIANO AMATO
Lo schema, dal sesto o settimo scrutinio in poi, potrebbe essere quello di proporre il nome del Dottor Sottile, al secolo Giuliano Amato, giudice costituzionale e riserva della Repubblica. Dovrebbe essere il centrodestra a proporlo e il centrosinistra a prenderlo in considerazione.
Ma negli ultimi giorni è emerso chiaramente che sul suo nome ci sono i no della Lega e del Movimento Cinque Stelle. Il che renderebbe quasi una mission impossible una simile operazione.
Probabilmente lui stesso avrebbe dovuto lavorare maggiormente ad una sua ipotesi di candidatura. Invece è rimasto al coperto, ma la situazione non sembra poter evolvere in una direzione che porti al suo nome.
Statico.
ALESSANDRO DI BATTISTA
L’ex enfant prodige dei Cinque Stelle dispensa giudizi politici in ogni talk show o diretta che ci sia. Ha detto che Mario Draghi non capisce nulla di politica e poco di economia, poi ha spiegato che l’ipotesi di Silvio Berlusconi presidente della Repubblica potrebbe rappresentare una condizione per espatriare, quindi ha bocciato il Mattarella bis.
Tutto normale: siamo in una democrazia e ognuno ha il sacrosanto diritto di esprimere le sue opinioni. Il fatto però è che Di Battista le esprime come uomo politico. Ma a nome di chi? Non dei Cinque Stelle (non fa più parte del Movimento), non come leader di un soggetto politico nuovo che non è mai nato. Le esprime a titolo personale, forse sperando che qualcuno nei Cinque Stelle gli possa in qualche modo rispondere.
Dal Movimento però non arrivano segnali. Non da Giuseppe Conte, non da Luigi Di Maio. E neppure più da Virginia Raggi.
Opinionista.