Top e Flop, i protagonisti del giorno: venerdì 16 dicembre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di venerdì 16 dicembre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di venerdì 16 dicembre 2022

TOP

GUARDIAGRELE

Nella mistica italiana che ci vuole “brava gente”, a volte in vulgata altre in dato empirico, uno degli elementi chiave è quello del “caffè sospeso”. Si tratta come tutti sanno, anche quelli che la mattina sbirciano le Dolomiti invece del Vesuvio, di una usanza partenopea per cui ogni cliente che se la senta ne lascia uno pagato al bar per chiunque non potesse permetterselo.

Ecco, a Guardiagrele hanno fatto lo stesso ed il piccolo centro in provincia di Chieti ha deciso di dare un nome ed un volto alla solidarietà vera. In che modo? Per i mercatini di Natale adesso arriva il “regalo sospeso”, in pratica un dono che chi può permetterselo compra e lascia per chi ha bambini e magari dovrà scegliere fra una bolletta mannara ed il sorriso di suo figlio.

Chi ha organizzato una cosa così sontuosamente bella e geniale? L’Ente mostra dei mercatini natalizi locali in sinergia con il Comune di Guardiagrele, la Caritas, le parrocchie di Santa Maria Maggiore, San Giuseppe Artigiano e San Francesco d’Assisi.

Viene da pensare ai film di Frank Capra, a fare le pulci al cuore grande di questi teatini solerti, viene voglia di vederlo, uno di quei film e sperare che per una volta la sceneggiatura si faccia vita e diventi esempio non solo per un campanile ma per tutti i campanili di un’Italia che viaggia da sempre a due marce: quella di chi può permettersi la gioia e quella che deve farsi bastare la difficoltà superata.

Un’Italia che oggi come non mai paga pegno alla crisi ma non demorde e lancia esempi bellissimi. L’Ente mostra di Guardiagrele allestisce fino all’Epifania, all’interno del Palazzo dell’artigianato di via Roma, un mercatino di Natale pieno di oggetti della tradizione locale.

E quello è un mercatino speciale, perché lì non si acquistano regali, lì si comprano sorrisi, quelli di chi scarterà una bambola e di chi ha permesso che quel fruscio di carta accadesse. Così la magia si rinnoverà. E Natale sarà Natale per gli unici che a natale non devono rinunciarci mai. I bambini.

L’Abruzzo è una cosa meravigliosa.

IACOPO SCASCITELLI

Iacopo Scascitelli

Quella del clown dottore è una figura diventata famosa dopo Patch Adams, un bel film di qualche anno fa con Robin Williams come protagonista. In cui si racconta la storia vera di Hunter Patch Adams, un medico americano fermamente convinto della possibilità di curare, oltre che il corpo, anche l’anima delle persone. Ad Anagni l’eredità di Patch Adams da qualche anno l’ha raccolta Iacopo Scascitelli.

È un giovane appassionato di teatro, da anni punto di riferimento della Andrea Tudisco, un’associazione nata nel nome di un bimbo morto nel 1997 per una grave malattia. Da lì la decisione dei genitori di creare un’associazione per aiutare le famiglie dei piccoli malati. Tra i servizi c’è appunto la clown terapia.

E Iacopo, ormai da qualche anno, è uno dei coordinatori di questo servizio. Nel nome di questa missione, è diventato un medico clown, con il nome d’arte di Dottor Ciappotto. Sta accanto ai malati, cerca di distrarli, di farli sorridere: curando la loro anima ed aiutandoli così a far guarire il corpo.

Per molti bambini è il suo, l’ultimo sorriso regalatogli dalla vita prima di andare via vinti dalla malattia. Un ultimo alone di serenità. Lui lo sa. Forse ci pensa, la sera, quando toglie il trucco e, come tutti i clown, vorrebbe che ci fosse qualcuno a far sorridere pure lui. Un momento di tristezza cancellato da una gioia: quella dei milioni di sorrisi creati in corsia per chi altrimenti non ne avrebbe mai avuti.

Un sorriso vi curerà.

FLOP

CRISTIANO CUPELLI

Il professor Cristiano Cupelli

Quando a parlare sono gli esperti di Diritto ci sono due cose che possono succedere: o che un tema diventa chiaro oppure che diviene chiaro un suo aspetto, magari non marginale ma che poco ha a che vedere con la polpa di quel che il legiferato tocca. E’ andata così anche per il decreto legge numero 162 del 2022, uno degli atti normativi di esordio del governo Meloni che ha messo subito il Viminale in spunta di retaggio salviniano. Puro e diretto.

Ma di cosa parliamo? Di quello conosciuto ai più come “Decreto rave”. Ecco, in ordine alla funzionalità di quella “legge” con discussione e votazione in programma al Senato il professor Cristiano Cupelli ha detto la sua. E cosa ha detto l’ordinario di Diritto penale all’Università di Roma, Tor Vergata? Che emendato è meglio. E che dalle dinamiche parlamentari una proposta di legge tende sempre ad uscire migliorata.

Gli emendamenti approvati in Commissione Giustizia al Senato, in sede di conversione del decreto legge n. 162 del 2022 non solo migliorano il testo originario del decreto. Offrono anche interessanti spunti di riflessione, tanto di metodo quanto di merito. E lo fanno sui primi passi dell’attività del nuovo governo in tema di giustizia e sulle prospettive dei successivi interventi“.

E dove sta la bellezza del metodo? Quella è evidente: “Sul piano del metodo, si può ben dire che il Parlamento, da più parti ritenuto in crisi irreversibile, funziona! L’opera di mediazione e rivisitazione realizzata in seno alla Commissione Giustizia del Senato ha difatti restituito l’immagine di un Parlamento capace di ascoltare e accogliere soluzioni e proposte migliorative. Idonee a superare le criticità emerse all’indomani dell’emanazione del provvedimento”.

Metodo giusto e normativamente eugenetico dunque. Ma il merito? “Nel merito, poi, il decreto, per come è stato emendato, sembra non solo avere superato molte delle denunciate criticità, ma anche avere assunto una coerenza interna. Che in fondo può rappresentare una linea programmatica di politica penale, da tenere a mente per studiare i prossimi passi in tema di giustizia“. Tutto bene dunque. Con un testo scremato dalle ruvidezza originarie ed una “quasi legge” che va ad occupare una nicchia di società molto sensibile.

Si è andati ad introdurre nell’ordinamento l’articolo 633-bis perché la versione riformulata che lasciava intatta la pena massima a 6 anni per gli organizzatori “non specificava il numero dei partecipanti”. Adesso viene separata la responsabilità tra partecipanti e promotori. Solo che a volte si tratta della stessa persona e il problema del diritto di assemblarsi anche per cose sceme resta tutto.

Non ci ha convinti, prof.

MARTA FASCINA

Fascina e Berlusconi

Piaccia o non, Silvio Berlusconi è stato uno dei personaggi che più di molti altri ha condizionato lo scenario politico italiano. Ed a dispetto di ogni scivolone e nefandezza che gli si possano attribuire, un ruolo non secondario lo ha recitato anche sullo scenario internazionale.

Al netto di ogni giudizio, umano e politico, il ruolo esercitato gli va riconosciuto. Come anche l’indubbia abilità politica. Spesso sussurrata con discretissima sapienza da Gianni Letta, talvolta frutto invece di sue intuizioni personali. Impareggiabile poi la sua capacità di sintonizzarsi sulla pancia degli italiani: forse perché ne incarnava e sintetizzava tutti i difetti e gli italiani, guardandolo, si riconoscevano in lui, nelle sue debolezze, nelle sue smargiassate.

Un po’ come Alberto Sordi nella cinematografia: maschera antipaticissima per la sommatoria delle piccolezze che incarnava, destinato all’eternità per la sua capacità di riassumere gli italiani.

Piaccia o no, Silvio Berlusconi è stato Silvio Berlusconi. Proprio per questo fa tristezza vederlo accompagnare claudicante ed incerto, mentre va all’Agribrianza di Concorezzo come un Giorgio Mastrota qualsiasi impegnato in un tour da testimonial sul viale del tramonto.

Gli anni passano per tutti. E questa è la maledizione per un Berlusconi che tra i tanti paradigmi nazionali ha cambiato proprio quello della vecchiaia. Prima di lui, nella nostra cultura la vecchiaia era fonte di saggezza e rispetto; con la sua ‘discesa in campo‘ il vecchio era insopportabile, superato e quindi da sostituire al più presto. Con lui.

Che ora, piaccia o no, è diventato anziano. Conserva molti dei guizzi che ne hanno fatto ciò che è. Ma proprio per questo la sua immagine va preservata. E non esibita in patetiche discussioni su cagnolini e cagnoloni. E questo è il compito di Marta Fascina.

Immeritato viale del tramonto.

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