Top e Flop, i protagonisti del giorno: venerdì 19 agosto 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di venerdì 19 agosto 2022.

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di venerdì 19 agosto 2022.

FRANCESCO DE ANGELIS

Francesco De Angelis ed Enrico Letta

Non ha aspettato un solo minuto. Appena sul suo smartphone sono iniziate ad arrivare decine di messaggi con il video dell’infuocato fine cena con il capo di gabinetto del sindaco di Roma, Albino Ruberti, ha acceso il computer ed inviato al Nazareno la sua rinuncia alla candidatura su Roma. Eppure in quel video Francesco De Angelis non è protagonista. Ma si sente una sola volta, mentre tenta di riportare la calma e far capire a tutti che stanno esagerando.

La sua formazione giovanile viene dai ranghi del Pci. E quello non era un Partito ma una chiesa. Alla quale si poteva solo essere devoti: altrimenti si è apostati. Proprio il Pci lo volle sul ponte di comando quando decise di eliminarsi, abbandonare le proprie radici, evolversi come sollecitava Gramsci per essere al passo con il Paese che cambia. L’ascesa di Francesco De Angelis comincia con la nascita del Pds, prosegue con tutte le sue declinazioni dai Ds al Pd. Ma dentro gli è rimasta l’indole trasmessa con i valori del Pci.

Che le candidature decise al Nazareno in settimana non lo avessero premiato è un’evidenza. Il fatto che lo abbiano candidato su Roma è l’attestazione del suo spessore e della sua dimensione non più solo provinciale. Ma il suo terreno di battaglia è il territorio: che da oltre quarant’anni batte palmo a palmo. Con quali risultati è poi questione di convinzioni personali e tifoseria politica. Per i sostenitori è l’ultimo dei grandi politici nel Sud Lazio, per i detrattori è l’artefice di tutti i mali amministrativi in quell’area. Dove però non concorrerà.

Non è un’operazione mirata. Non è una vendetta personale delle altre correnti. Ma se si approva un percorso che porta a cancellare 350 tra Deputati e Senatori da qualche parte bisogna pur cominciare a tagliare. A Viterbo ad esempio è scoppiata la rivoluzione per l’esclusione di Enrico Panunzi e per spegnere l’incendio oggi va in missione il Segretario regionale Bruno Astorre. Che presiederà la Segreteria Provinciale. La base minaccia di non votare i candidati romani calati dall’alto.

A Frosinone, nel feudo di Francesco De Angelis, dove ha eletto due consiglieri regionali e governa buona parte degli enti intermedi, non un fiato. Ordine del leader. Ha detto a tutti che la linea del Partito si discute: ma nelle sedi opportune e nei momenti indicati dallo Statuto. E per dare il buon esempio ha firmato l’accettazione alla candidatura, senza rilasciare dichiarazioni, rifiutando le interviste, mettendo la sua storia politica al servizio della comunità del Lazio e non del suo storico collegio. Senza polemizzare. Con orgoglio. Verrà poi il momento di fare i conti.

A mettere fine ad ogni discussione è arrivato poi quel video. Anche se lui non è il protagonista, il solo fatto di esserci è motivo di imbarazzo. Abbastanza per tirarsi indietro. E non coinvolgere il Partito.

L’ultimo di quella classe.

ENRICO COPPOTELLI

Enrico Coppotelli (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

La perseveranza non è solo un atteggiamento, non rappresenta soltanto un modo di essere. È qualcosa di più al punto che il calvinismo la considera uno dei suoi cinque punti fonmentali dai tempi del definiti al Sinodo di Dordrecht. Che il Segretario Generale Regionale Cisl del Lazio Enrico Coppotelli sia in odore di santità secondo i canoni calvinisti è legittimo nutrire ogni dubbio. Che però non sia un sindacalista incline alla resa dopo avere condotto senza risultati il primo assalto è una evidente certezza.

Lo dimostra l’assalto bis condotto nelle ore scorse. Quando è partito ancora una volta con la lancia in resta, avvertendo il mondo politico del Lazio che questo territorio sta marciando spedito verso la tempesta perfetta. Quella determinata dalla contemporanea questione del prezzo dell’energia, dalle drammatiche conseguenze della siccità, dai postumi sull’industria innescati da una pandemia non ancora domata. Le conseguenze? Inflazione fuori controllo: cioè prezzi che vanno alle stelle e stipendi che restano bloccati perdendo così il loro potere di acquisto.

Il vero problema però per il Segretario Coppotelli non è solo questo. Ma è il fatto che la politica è tutta assorbita da ben due elezioni che si terranno a stretto giro: le Politiche di settembre e le successive Regionali del Lazio. E per questo nessuno pensi da intervenire.

Enrico Coppotelli ci aveva già provato. Nove mesi prima dell’intervento compiuto ieri. Dicendo nella sostanza le stesse cose e poggiandole sui numeri appena diffusi dagli uffici studi di Bankitalia e Svimez. Ma nessuno ha mosso un dito. Ora ci riprova. Sperando che qualcuno lo ascolti e convochi un tavolo sul modello di quello istituito da Mario Draghi su scala nazionale. Ma senza molte speranze.

Il Segretario perseverante.

FLOP

ALBINO RUBERTI

Albino Ruberti (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Geniale lo è. Capace, pure ed oltre ogni dubbio. Il carattere è notoriamente fumantino e facile all’innesco, catalizzato dal fatto che sia più permaloso d’una scimmia. Albino Ruberti è stato l’abilissimo motore giuridico ed organizzativo della Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti. A lui si deve se molte delle scelte politiche ed amministrative prese dal Governatore e dalla Giunta sono poi diventate concretezza attraverso gli atti predisposti in prima persona e dai suoi uffici. Non è un caso che il sindaco di Roma Roberto Gualtieri lo abbia voluto al suo fianco come Capo di gabinetto.

Il video che lo immortala al termine di una cena a Frosinone e pubblicato ieri sera dal quotidiano Il Foglio con uno scoop firmato da Simone Canettieri ha fatto in pochi minuti il giro di tutti gli smartphone di chiunque faccia politica. È una cena che risale ad un paio di mesi fa. Fatta con gli amici più stretti. E l’argomento è stata come sempre la politica. Dove – come spesso accade – le posizioni non sempre sono uguali.

L’argomento centrale della discussione è il posizionamento politico della Federazione Pd di Frosinone. Su cosa, ci sono due versioni. La più accreditata vuole che si discutesse sulla candidatura da appoggiare per il dopo Zingaretti. Si genera una contrapposizione. Netta. Al punto da dire “Io Frosinone questa volta non la tollero più“.

La discussione prosegue anche dopo la cena, a notte fonda, sulla strada in quello che dovrebbe essere il momento dei saluti. Che prendono una piega imprevista. Perché Vladimiro, uno degli interlocutori della serata, per nulla disposto ad accondiscendere dice in senso di sfida a Ruberti “Io me te compro”. È la goccia di acido nitrico lasciata cadere nella glicerina che trasforma due sostanze in una miscela esplosiva fuori controllo. Complice anche la cena accompagnata non solo da acqua minerale.

Il felpato Capo di gabinetto si trasforma. Lasciandosi andare a frasi in totale libertà, come “Vi ammazzo” e “Dovete inginocchiarvi gridate in piena notte al centro di una strada pubblica. Sono finite sulla memoria di uno smartphone, girate via whatsapp e tirate fuori nel momento più devastante. Infatti una nota durissima il Pd nazionale ha invitato alle dimissioni Albino Ruberti, definendo l’episodio “Caso gravissimo che non può restare senza conseguenze“. Non sembra vero a Virginia Raggi poter dire “Deve lasciare subito“.

In quel video si sente la voce di Francesco De Angelis, che non strilla ma invita i presenti ad abbassare i toni perchè stanno dando spettacolo. In mattinata, con una mail inviata al Nazareno, l’ex assessore regionale e già europarlamentare del Pd Francesco De Angelis (il fratello di Vladimiro) ha ritirato la candidatura alla Camera.

Geniale ma sregolato.

PIER LUIGI LOPALCO

Di voler essere della partita lui lo aveva fatto capire subito dopo la caduta del governo Draghi e di non esserlo più, anzi, di non esserlo mai stato lui non lo ha capito: lo ha desunto per stanchezza. Pier Luigi Lopalco rappresentava la “punta della lancia” di Roberto Speranza e di Articolo 1 all’interno della coalizione di centrosinistra che sta passando le lame sulla cote per il 25 settembre.

Lo sta facendo in maniera talmente belluina, tanto per dire, che Enrico Letta è andato sua sponte a ficcarsi nel tritacarne di Vicenza, dove vuole il voto leghista di quelli “che sanno chi ha tradito Draghi”. Insomma, è uno schieramento tutto all’attacco e Lopalco, forte delle sue skill anti covid (ormai tema elettorale) e del suo passato di assessore regionale alla Sanità pugliese, in lizza voleva esserci.

Non se lo è filato nessuno. Dopo tre Direzioni nazionali per capire a chi ficcare nelle orbite gli occhi della tigre il suo nome non è stato spuntato fra quelli che andranno a tenzone. Lopalco quindi non sarà candidato alle elezioni del 25 settembre con il centrosinistra e Roberto Speranza la prende malissimo, tanto male che Articolo 1 diffonde un comunicato al vetriolo contro le scelte dei vertici del Partito Democratico.

Cosa dice la nota? “Avevamo proposto candidature che sono state totalmente ignorate in nome di una arroganza senza limiti, di una concezione padronale della lista. In Puglia a parole ci è stato assicurato che ciò sarebbe accaduto, nei fatti è successo esattamente il contrario. Ne prendiamo atto”.

Si, ma a Lo Palco, che aveva dato disponibilità ad essere candidato praticamente con Leone presidente, cosa ha detto, come è andata? “Non ho notizie sulla mia candidatura alle elezioni politiche quando si è aperta la crisi, la segreteria regionale di Art 1 ha fatto il mio nome come proposta di candidatura. Tutto qui. Da allora non ho sentito più nessuno”.

Io Tigro, tu Tigri, egli no.