Top e Flop, i protagonisti del giorno: venerdì 22 luglio 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di venerdì 22 luglio 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di venerdì 22 luglio 2022.

TOP

MARIASTELLA GELMINI

Maria Stella Gelmini e Renato Brunetta

La patente di “cocca del Cav” gliela avevamo appioppata forse con troppa sicumera già agli esordi della sua militanza circa 20 anni fa, quando Mariastella Gelmini era diventata l’icona pop della mistica pretoriana in rosa di Silvio Berlusconi. Insomma, anche a fare la tara alle specificità individuali ed alle circostanze non ci eravamo mai riusciti, a considerare la ministra uscente agli Affari Regionali come una capace di dire la sua in distonia con gli slogan del capo, neanche in situazioni estreme come questa.

Sbagliavamo, clamorosamente ed anche un po’ sciovinisticamente sbagliavamo tutti. E siamo doppiamente colpevoli perché i segnali li avremmo dovuti cogliere già da qualche tempo. Ad esempio, quando la Gelmini aveva apertamente criticato la posizioni del Cav sulla guerra della Russia all’Ucraina e sull’atlantismo spinto del governo Draghi. Insomma, sempre cerchio magico è, ma in questo caso conta più che si sia spezzato il primo rispetto al fatto che ne sia nato un secondo.

Ora è arrivato lo strappo e di fronte al ritorno di tigna di Forza Italia e Lega sul Draghi Bis ma senza i Cinquestelle e sulla mozione a cui Draghi aveva preferito quella di Pierferdi Casini la Gelmini ha mollato un Partito di cui è stata vestale per un quarto di secolo.

Lo ha fatto l’altro giorno cazziando a viso aperto la valkiria massima di Arcore, Licia Ronzulli: “Contenta, ora che hai mandato a casa il governo?“. Lo ha fatto sentendosi rispondere “va’ a piangere da un’altra parte e prenditi lo Xanax“. L’ha fatto spiegando che Forza Italia “ha definitivamente voltato le spalle agli italiani e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini, non lo riconosco più, non posso restare un minuto di più in questo Partito“.

Insomma, al di là del merito che di questi tempi e sul caso di specie è roba da raccogliere a microgrammi con il setaccio la Gelmini ha scelto ed ha scelto non in sintonia con i desiderata del capo di un Partito-azienda dove ogni “manager” aveva solo e soltanto una mission: fare politica, dire cose e perfino respirare al ritmo del fondatore.

Che a muoverla siano stati governismo spinto, atlantismo di ritorno o il semplice fatto che a volte un disaccordo diventa scriminante fra stare in un club e scendere in strada a cercare combriccole meno compromesse la decisione della Gelmini rappresenta il punto più basso della parabola di una macchina del consenso che non ammetteva deroghe. Quello e il punto massimo della sola cosa che quella macchina poteva minarla: l’orgoglio di una donna che aveva scelto di farsi guidare, ma alle sue condizioni. Il che significa che sotto sotto a farsi dare la rotta non ci era mai stata del tutto, e questo è bello.

Cocca di chi?

SANTO BEVITORE

Ha la passione per la politica. Che non è fissazione capricciosa ma inclinazione genetica: suo padre Vincenzo è stato sindaco di Terelle ma soprattutto riservato architrave delle trame democristiane di oltre un ventennio. (Leggi qui Addio Vincenzo Leone, il politico che reggeva le architravi).

Benedetto Leone ha anche un’altra abilità. Che gli riesce bene. Ma che per paradosso nessuno o quasi prende in considerazione. Pensando che il mestiere di Leone sia la Politica ed il suo hobby sia il vino. Sbagliato. È vero il contrario. Talmente vero che il Santo Bevitore, ristorante – enoteca da lui creato insieme ad altri soci, ha portato Cassino nella guida del Gambero Rosso cioè la bibbia dei buongustai.

È la prima volta che un ristorante di Cassino entra nella guida del Gambero Rosso, ottenendo la sua prima forchetta. Che, nel suo piccolo, in Italia è come la stella Michelin è per i buongustaio del mondo. Al Santo Bevitore sono stati assegnati 78 punti. per il menu ambizioso e coraggioso e per la cantina che può vantare una ampia selezione di vini naturali. Sono infatti ben cinquemila le bottiglie a correre lungo le pareti del ristorante di Cassino. (Leggi qui: Jamon iberico e vini abruzzesi: l’azzardo indovinato).

Il team del Santo Bevitore (Foto Ristori)

Finora, Cassino era entrata nelle guide nazionali grazie alla sua abbazia, ai percorsi della II Guerra Mondiale o alla presenza dello stabilimento un tempo Fiat ed oggi Stellantis. Le varie amministrazioni, di centrosinistra e centrodestra (di questa, Leone è stato per un breve periodo vicesindaco) hanno provato a candidarla come città della Cultura. Ma nulla da fare. 

Ora l’ingresso nell’Olimpo dell’enogastronomia. Ed a pieno merito. Senza politica, senza interrogazioni strumentali, senza alleanze più o meno strategiche. Ma vuoi vedere che il vero mestiere di Leone è davvero la vigna mentre la politica è solo un hobby?

FLOP

FRANCESCO ZICCHIERI

Francesco Zicchieri (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Sul piano strategico è stata una genialata, sul piano politico è più complesso spiegarla. L’onorevole Francesco Zicchieri passa a Italia Viva. Proprio lui che fino a poche settimane fa è stato vice capogruppo della Lega a Montecitorio, viene dai ranghi di Fratelli d’Italia, si è formato politicamente in Alleanza Nazionale.

Non è impazzito. Nelle settimane scorse aveva avviato un percorso con Luigi Di Maio e la nuova formazione che il Ministro degli Esteri sta allestendo dopo essere uscito dal Movimento 5 Stelle. Ma lo scioglimento delle Camere e l’indizione di nuove elezioni non ha dato il tempo di strutturare la formazione. Che doveva essere presentata a settembre. (Leggi qui: Zicchieri abbraccia di Maio: tutto è nato un giorno a Fiuggi).

La prospettiva, a ieri sera, era di un’aggregazione centrista. Con Italia Viva, Azione, ambientalisti, fuoriusciti da Forza Italia. E anche Di Maio. Francesco Zicchieri ha aderito al gruppo parlamentare di Matteo Renzi in attesa della costituzione del polo di centro. Nel quale aspira a ricandidarsi a Montecitorio. Italia Viva incassa un parlamentare che, al momento di mettere sulla bilancia il proprio peso per ripartire le candidature, farà muovere l’ago.

Se va è una genialata. Se non va è uno schianto epocale.

Una legislatura vissuta intensamente.

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte (Foto: Leonardo Puccini © Imagoeconomica)

Il ritratto della scena da fine impero lo traccia l’Huffington Post. Raccontando il caos nelle file grilline subito dopo lo scioglimento delle Camere e l’indizione di nuove elezioni. Nel M5S non hanno capito.

E tutto un chiedersi a vicenda: “Ma domani dobbiamo venire a lavorare in commissione o no?”, domanda Luciano Cantone. “Ma no, non hai capito. È finita, vengono sciolte le Camere”, spiega l’altro. Oppure un altro deputato chiede: “Ma tu che dici vado a parlare con Di Maio?” (…) Tanti parlamentari sono esterrefatti dal “capolavoro” dell’ex premier che in un colpo solo “ci ha tolto il seggio e non ce ne può garantire un altro”. Perfino Paola Taverna che è stata la pasionaria di tutta questa vicenda adesso andrà ricollocata in altra sede che non sia la Camera e il Senato.

L’Italia, i suoi destini, le sue alleanze, le sue strategie, lo sviluppo delle sue fabbriche, la tutela delle pensioni, la lotta al Covid, sono state in mano a loro.

Grazie Conte.