Top e Flop, i protagonisti del giorno: venerdì 26 agosto 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di venerdì 26 agosto 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di venerdì 26 agosto 2022.

TOP

CHIARA FERRAGNI

Chiara Ferragni

C’è un tristissimo nulla sulle pagine dei programmi di quasi tutti i politici che si sono candidati alle elezioni con cui il 25 settembre si rinnoveranno Camera e Senato. I programmi e le idee per cambiare le cose non servono più: si viene eletti lo stesso. Basta trovarsi nella posizione giusta, sulla lista giusta, nel momento giusto.

Ci sarebbe bisogno di pagine scritte in maniera fitta: pagine riempite soprattutto da donne. Il perché lo ha dimostrato in questi ultimi cinque anni la Regione Lazio, da Destra a Sinistra. Perché una serie di provvedimenti che hanno reso più civile la regione con la Capitale d’Italia al suo interno sono arrivati dalla sensibilità delle donne: quella che un maschio non potrebbe mai avere.

Il Lazio ha approvato leggi che equiparano il lavoro di uomini e donne: stessa mansione, stesso stipendio; anche se a farlo sono un maschietto ed una femminuccia. Dovrebbe essere normale. Non lo è. Solo negli ultimi anni, nel Lazio sono stati realizzati 28 centri antiviolenza e 12 case rifugio; varata la legge contro il Revenge Porn; c’è stata la prevenzione nelle scuole, la formazione delle figure professionali. Il Consiglio Regionale del Lazio è stato il primo in Italia a ridurre al 4% l’Iva sugli assorbenti; abolendo la cosiddetta tampon tax.

Sara Battisti

E tutto questo lo si deve al lavoro di donne come Sara Battisti, Chiara Colosimo, Eleonora Mattia, Michela Di Biase. Hanno riempito un vuoto di sensibilità politica che i colleghi maschi non avrebbero potuto avere, con tutta la buona volontà.

Lo stesso ha fatto Chiara Ferragni, dicendo con chiarezza che la politica di FdI sull’aborto nelle Marche sta rendendo impossibile alle donne interrompere le gravidanze non desiderate. Lo ha fatto all’indomani dell’apertura della campagna elettorale di Giorgia Meloni proprio nel capoluogo della regione Ancona. Sollevando un’ondata infinita di reazioni: è la sua abilità più grande sulla quale ha costruito il suo business.

Il merito di Chiara Ferragni non sta nell’avere attaccato Fratelli d’Italia. Ma nell’avere messo a nudo che nella politica nazionale ci sono pagine bianche sulle quali c’è scritto nulla. In questo Paese si danno per acquisite cose che non lo sono. Ottenute dopo anni di lotte e sacrifici, rischiano di scomparire se non vengono difese. Basta guardare quanto avvenuto negli Usa dove l’aborto è diventato illegale.

E Chiara Ferragni ha avuto il merito di ricordarcelo.

Influencer suo malgrado.

CIACCIARELLI E MAGLIOCCHETTI

Pasquale Ciacciarelli

Se qualcuno pensa che Matteo Salvini abbia fatto tappa a Frosinone e Cassino per lanciare la candidatura di Nicola Ottaviani a Montecitorio ha una visione superficiale delle cose. Il sistema elettorale introdotto con il Rosatellum rende quasi superficiali le votazioni: più o meno tre quarti dei parlamentari sanno se verranno eletti già nel momento in cui vengono collocati in lista.

Lo stesso vale per il due volte sindaco di Frosinone, artefice anche del terzo successo di fila per il centrodestra nel Capoluogo. I sondaggi danno già per chiusa la partita e solo un’altra tempesta perfetta potrebbe impedirgli di centrare l’elezione: la stessa che si abbatté su Mario Abbruzzese cinque anni fa.

Allora a cosa serviva davvero quella visita? Nella massima discrezione, Pasquale Ciacciarelli e Danilo Magliocchetti hanno fatto partire ieri la campagna elettorale per le Regionali del Lazio. Nascondendosi nella scia che adesso si aprirà per la campagna nazionale di Ottaviani. (Leggi qui: Salvini per Ottaviani: dal mercato di Frosinone all’aperitivo di Cassino).

Danilo Magliocchetti

Il Consigliere regionale e presidente di Commissione alla Pisana ha già dato una prima grossa prova di forza il mese scorso. Quando ha ospitato a Castrocielo il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano per la presentazione del suo libro: zero pubblicità e circa novecento persone nel prato della Tenuta Guadicciolo. Un messaggio chiaro: i voti stanno qui. È qui che si deve bussare.

Danilo Magliocchetti non aspira alla Regione: nel suo ruolo di Assessore al centro storico di Frosinone sta divinamente. Ma ora che Nicola Ottaviani, bontà sua, sta lasciando qualche spazio, vuole dimostrare che è soprattutto nel ruolo politico che ha le sue abilità.

C’è il loro lavoro dietro alla visita di ieri. Chi ha visto un Salvini impegnato nella campagna per Ottaviani non ha visto la cosa giusta.

FLOP

GLI AMBIENTALISTI IN POLITICA

Maura e Picano

Daniele Maura è stato Presidente del Consiglio Provinciale di Frosinone, Gabriele Picano è il responsabile regionale di Fratelli d’Italia per le crisi industriali. A loro va riconosciuto il merito di essere intervenuti con chiarezza nel dibattito sulla totale assenza di un’agenda energetica nella politica del Lazio. (Leggi qui: ”È ora che il Lazio si doti di un’agenda per l’energia: o sarà la fine”).

Ma proprio il loro intervento apre la strada ad una serie di riflessioni. Perché è un’amministrazione di centrodestra ad avere detto no al progetto che avrebbe dotato Anagni del gas necessario a tenere in vita il suo sistema industriale. Altrettanto è di centrodestra l’amministrazione che tiene bloccato un progetto analogo nell’area industriale di Frosinone. In Regione. Le dichiarazioni del centrodestra regionale vanno tutte contro la realizzazione di una nuova linea nel Termovalorizzatore di San Vittore del Lazio.

Maura e Picano hanno indicato una via che è in sintonia con quella del loro Partito. Ma è la mancanza di chiarezza ad essere globale. E non riguarda solo Fratelli d’Italia. Per dirla tutta: è stata un’amministrazione Pd a far partire il progetto per il biodigestore ad Anagni ed è stato un segretario Pd a bloccarlo. È stato un governatore Pd di Regione a dire Stop ai termovalorizzatori nel Lazio ed è stato un sindaco Pd di Roma a ribaltare la situazione imponendone uno a Roma.

A sinistra come a destra. Matteo Salvini invoca subito termovalorizzatori e biodigestori, ricordando che a Milano non si producono più rifiuti; ma quando va a Frosinone dice che non si devono fare.

Il mondo è cambiato. L’economia circolare è l’unica via che potrà salvare la Terra: non ci sono più abbastanza risorse e se vogliamo sopravvivere dobbiamo riciclare tutto il possibile evitando di inquinare. Ora è il momento della chiarezza: tanto per sapere di che morte moriremo.

Green fino alle urne.

IL COVID IN POLITICA

L’ultimo è stato Matteo Salvini durante il tour compiuto nelle ore scorse in provincia di Frosinone. «Noi non candidiamo i virologi, che negli anni di lockdown andavano in televisione a darci lezioni e non ne azzeccavano unaNoi candidiamo donne e uomini normali che in Parlamento sapranno esattamente cosa fare. (Leggi qui: Salvini per Ottaviani: dal mercato di Frosinone all’aperitivo di Cassino).

È un’evidenza che Matteo Salvini sia stato fino alla fine dalla parte dei No vax. E con lui buona parte del centrodestra che si candida ad andare al governo. Il problema è che quella mentalità non è stata spazzata via nemmeno dalle evidenze di questi ultimi due anni.

L’altro giorno il ministro Roberto Speranza ha detto una cosa che consente di buttarla sui fatti crudi: “Il mio sottosegretario alla Salute, che è di centrodestra e ha idee diverse dalle mie, forse non sarà neanche candidato, forse perché è troppo pro vax?”. Poi, dopo il preambolo suppositivo e blandamente infido che crea il “fumus”, l’affondo di polpa: “Invito tutti a dire con chiarezza che l’evidenza scientifica è fondamentale e che sui vaccini non si indietreggerà di un millimetro”. Poteva mancare la chiosa con nomi e cognomi? “Sfido Salvini, Meloni e altri a dirlo con chiarezza”.

Roberto Speranza non ha mai avuto il dono di quella simpatia che ha fatto la fortuna di molti politici. Non proprio di cabotaggio eccelso ma graziati dalla verve, tuttavia in dono ha ricevuto una lucidità ascetica che a volte è disarmante. Quando perciò Speranza proclama che “gli italiani hanno diritto a saperlo” non dà quasi mai l’impressione di usare formulette elettorali per erodere un’oncia di consenso. Ma di adottare i toni di un ayatollah della salute pubblica che a volte ha esagerato, ma altre ci ha preso e tanto.

E dato che le cose su cui Speranza ci ha preso si chiamano Covid conviene farla, una riflessione. Quando Speranza cita esponenti del centrodestra che sui loro account social non sono stati mai teneri con i metodi per contrastare i coronavirus non fa solo un’opera, legittima, di sabotaggio della credibilità dell’avversario politico. No, lui fa la Cassandra patentata che rimette tutti nella giusta prospettiva e non annega nell’oblio una cosa molto più importante della governabilità del paese.

Per lui che in lizza ci siano personaggi come “Borghi della Lega o Malan di Fratelli d’Italia” di cui andrebbero riletti alcuni tweet è un segnale di allarme sociale, non politico. Lo è perché che lo dica Speranza o meno il problema esiste e la narrazione mainstream lo ha cancellato: il Covid muta spesso e si ripresenta spessissimo, l’Italia è persa nella sbornia elettorale. E fra le skill di chi si candida a governarla sembrano essere sparite quelle fondamentali per avercelo, un paese su cui applicare il Pnrr.

Questo significa che chiunque vinca non dovrà dimenticare mai che in cima all’agenda e molto ma molto prima dei “diritti del popolo” c’è sempre la salute della gente che passa per i vaccini aggiornati e polivalenti contro il Covid. Perché il Covid non vota e soprattutto non “tira”, ma ancor prima ed ancor più non molla.

Remember, please.