Top e Flop, i protagonisti del giorno: venerdì 6 agosto 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di venerdì 6 agosto 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di venerdì 6 agosto 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

VINCENZO ZACCHEO

Vincenzo Zaccheo

Sette mesi fa aveva detto: “Il centrodestra senza di me non potrà vincere le prossime elezioni amministrative”. Lo aveva detto dopo aver recuperato completamente onore e rispettabilità: non luogo a procedere sul caso della Metropolitana leggera con la quale voleva “ricucire” la città di Latina. Nessun processo per lui e gli altri otto indagati con l’accusa di truffa allo Stato. In precedenza altri giudici avevano riconosciuto che non chiese all’allora presidente della Regione Lazio Renata Polverini di sistemargli la figlia.

Dieci anni dopo Vincenzo Zaccheo torna in pista per riprendersi la fascia tricolore e finire il lavoro iniziato. Non sarà semplice, ma intanto il centrodestra è andato esattamente dove voleva lui. Da… Vincenzo Zaccheo. (Leggi qui Il candidato è Zaccheo: se non hai allevato Messi giochi con Altafini).

Claudio Durigon, coordinatore regionale della Lega, ha dovuto sventolare bandiera bianca. Nicola Calandrini, presidente provinciale di Fratelli d’Italia e Claudio Fazzone, coordinatore regionale di Forza Italia, non hanno esitato a chiudere l’accordo sul nome di Vincenzo Zaccheo. Dopo mesi di trattative “matte e disperatissime” il centrodestra pontino ha dovuto prendere atto che il ritorno al futuro passa attraverso il passato (nobile) di Vincenzo Zaccheo.

Il quale sa bene che il rischio maggiore che corre è quello che i big del centrodestra possano giocare a perdere. Perché? Perché è troppo ingombrante. Però una sconfitta a Latina avrebbe effetti a cascata nella coalizione, ad ogni livello. Da Durigon a Fazzone, passando per Calandrini. E arriverebbe anche a Salvini e Meloni. Dovranno sostenerlo e bisognerà che si veda bene.

Rambo 2, la vendetta. 

ANGELO CAMILLI

Angelo Camilli

Ancora una volta il presidente di Unindustria ci ha messo la faccia. Al momento giusto. Sottolineando come il protocollo d’intesa tra la Regione Lazio e “Power4Future” del gruppo Fincantieri è veramente una svolta.. Svolta che peraltro coinvolge anche l’Università di Cassino, il Cosilam e l’Itis Meccatronico.

Insomma, il meglio che c’è in termini di industria e di cultura nel territorio. Un’operazione che prevede un investimento di 26 milioni di euro, con una ricaduta occupazione di 200 unità a regime. (Leggi qui Perché P4F è l’operazione più importante dai tempi di Fiat).

Ha sintetizzato Camilli: “La scelta di Fincantieri di scegliere il cassinate come sito produttivo rispetto ad altri importanti territori è un ulteriore motivo di orgoglio per il nostro sistema imprenditoriale”. Poi il plauso pubblico a Francesco Borgomeo, presidente di Unindustria Cassino, uno dei massimi strateghi dell’intera operazione. (Leggi qui (Leggi qui Camilli: “Abbiamo di fronte anni di grande sviluppo”).).

Inevitabile la sinergia con Stellantis. Una delle più grandi sfide del sistema produttivo territoriale. Angelo Camilli ha voluto sottolinearlo bene.

C’è solo un presidente

FLOP

CLAUDIO DURIGON

Claudio Durigon (Foto: Leonardo Puccini / Imagoeconomica)

Ogni tanto inciampa da solo. E le cadute sono rovinose. Cosa gli sia passato in mente non è dato sapere. Fatto sta che il potentissimo sottosegretario al Mef e coordinatore regionale della Lega Claudio Durigon ha proposto di togliere i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dal parco di Latina, per sostituirli con quello di Arnaldo Mussolini, fratello del duce. (Leggi qui «Ridateci il parco Mussolini»: e su Durigon si scatena la polemica bis).

Lo ha detto durante un comizio, non considerando che si sarebbe scatenato il putiferio. Come infatti è accaduto. Il parco originariamente era intitolato al fratello minore di Benito Mussolini. Nel 1943 il riferimento fu cancellato, nel 1993 venne riproposto da Ajmone Finestra, storico sindaco del Movimento Sociale. L’attuale primo cittadino Damiano Coletta lo ha invece dedicato ai giudici assassinati dalla mafia. Il Pd è insorto e più di qualcuno ha apertamente detto che la presenza di Durigon al Governo ormai è un problema.

Lui con questo autogol ha aperto il varco a certi attacchi. Però il punto vero è che periodicamente si trova nella bufera. E’ un fedelissimo di Matteo Salvini, ma gli scivoloni cominciano ad essere troppi. Paradossalmente questa polemica ha oscurato il dato politico: la sconfitta di Claudio Durigon sulla candidatura a sindaco del centrodestra.

Giornata… nera.

MICHELE EMILIANO

MICHELE EMILIANO. FOTO © GAETANO LO PORTO

Vedi Durigon. Forse anche peggio. Il presidente della Regione Puglia, candidato perfino alla segreteria del Pd, ha voluto fare l’endorsement pubblico a Pippi Melone, sindaco di Nardò, che ha annunciato la sua ricandidatura alle elezioni amministrative di ottobre.

C’è un piccolo problema: Pippi Melone è politicamente vicino a CasaPound. Il rapporto tra i due è fortissimo, ma ciò non toglie che l’opportunità politica esiste.

Nei Democrat più di qualcuno ha invitato Enrico Letta a svegliarsi. Il punto è che nel momento in cui il Pd dice di voler recuperare valori e identità di sinistra, è difficile pensare che si possa andare a braccetto con Casapound. Anche se qualcosa di simile è avvenuto ad Anagni, con convergenze parallele “contro” il biodigestore.

Ma torniamo a Michele Emiliano. Sicuramente il sindaco di Nardò sarà un fuoriclasse amministrativo, ma Casapound dovrebbe essere all’opposto del Pd. Se voleva essere una provocazione, il voto in pagella è 2. Se invece non voleva essere una provocazione, allora siamo a 0 spaccato.

Politicamente indifendibile.

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