Top e Flop, i protagonisti del giorno: venerdì 6 maggio 2022

I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo venerdì 6 maggio 2022

I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo venerdì 6 maggio 2022.

TOP

ANTONIO POMPEO

Antonio Pompeo durante l’iniziativa.

Ha rotto gli indugi. Ha riunito i suoi fedelissimi, riempiendo l’auditorium delle Terme Pompeo a Ferentino. Ed ha dato vita, in pratica, al preludio della campagna elettorale per le prossime elezioni Regionali 2023. Antonio Pompeo ha detto con chiarezza al Partito Democratico che lui ci sarà, rivendica quella candidatura a nome proprio e di tutti gli amministratori con cui ha riempito la sala. (Leggi qui Pompeo mostra i muscoli ed inizia la corsa per le Regionali).

È una mossa che rompe gli schemi. Ed allarga il campo del Pd. Cinque anni fa vinse Francesco De Angelis che portò in Regione Mauro Buschini e Sara Battisti, cannibalizzando i voti delle altre componenti e metabolizzandoli a suo favore. Oggi il quadro politico è diverso. Diventa necessario mettere in gioco anche tutta l’area di Base Riformista (quella di Pompeo) con il mondo dei sindaci civici e quello dell’associazionismo. Con un obiettivo: eleggere anche questa volta due consiglieri e creare un terzo posto attraverso l’assessorato che spetterà in Giunta.

Per riuscirci serve un gioco di squadra. Con la sommatoria di tutte le forze. Antonio Pompeo ha detto di essere disposto a giocarsi la partita. Con un patto che non si vedeva dai tempi dell’asse Scalia – De Angelis.

Strategico.

SARA BATTISTI

Sara Battisti

Il problema è la mentalità. Ed a furia di starci dentro nemmeno ci accorgiamo di quanto il nostro modo di vedere, di ragionare sulle cose, valutarle, sia permeato di maschilismo. Anche nel caso dell’omicidio di Romina Di Cesare uccisa dall’ex fidanzato a Frosinone.

A rilevarlo è stata il consigliere regionale Sara Battisti, madrina di molte delle proposte diventate Legge nel territorio del Lazio per accorciare le distanze tra i mondi maschile e femminile. Solo negli ultimi anni, nel Lazio sono stati realizzati 28 centri antiviolenza e 12 case rifugio; varata la legge contro il Revenge Porn e per la Parità Salariale fra uomini e donne; c’è stata la prevenzione nelle scuole e la formazione delle figure professionali.

«Il problema è culturale prima di tutto. Ha origine e dilaga in una società che, nonostante gli sforzi profusi ad ogni livello istituzionale, è ancora fortemente radicata su stereotipi che alimentano la disparità tra uomo e donna».

Una dimostrazione? Basta sfogliare le pagine dei giornali e dei siti web. «Una tragedia di una donna uccisa. E la stampa parla solo di lui, dell’assassino; parla delle indagini e del successo delle forze dell’ordine. Lei non c’è. Una donna viene uccisa da un uomo che non riesce più a possederla, siamo costretti a leggere sui giornali il racconto del disagio di quell’uomo, di cosa lo ha spinto a compiere un gesto così brutale e non di cosa aveva da raccontare quella donna».

Urla nel deserto

FLOP

SARA CUNIAL

Sara Cunial (Foto: Leonardo Puccini © Imagoeconomica)

Come pasionaria no vax e complottarda era discutibile, come “esorcista” dei mali che governo, Parlamento, istituzioni e praticamente nove decimi dell’Italia a suo dire avrebbero combinato è stata penosa. Sara Cunial ha approfittato delle dichiarazioni di voto sul Decreto Covid per sceneggiare al peggio ciò che peggiorabile era difficile: lo spirito indomito e cervellicida di una certa mistica che dai No Vax al 5G abbraccia tutto lo scibile scemo che ci ha tenuto compagnia in due anni di pandemia e terrore.

Armata in Aula di aglio come se dovesse rispedire a casa Vlad l’Impalatore camuffato da demoniaco pipistrello ematofago, la Cunial ha detto: “Io mi sono portata un kit di sopravvivenza, vi consiglio di starmi lontani perché ho qui con me acqua santa, aglio e paletto“. Così, in questo modo a metà strada fra Carpazi e ciarpame, la ex deputata grillina ha voluto significare che la più parte di chi sedeva in quell’aula era il Male e che chi ha blaterato come lei per mesi contro la “somministrazione di veleni con danni irreversibili e 40 morti improvvisi solo durante le ferie pasquali” era la sola speranza di un Italia parallela che sa cosa sia il Bene.

Ora, pagliacciata gotica a parte, ma davvero la deputata Cunial non riesce a recedere dall’idea che in una democrazia quel che lei chiama imposizione è il frutto di una delega affidata in esercizio a chi deve tenere la barra dritta nei mari di procella? E’ così difficile capire che Governo, Parlamento ed Istituzioni italiani non sono certo perfetti ma a paragone dei vaneggiamenti di cui la Cunial è totem sembrano addirittura Verbo? È davvero così difficile capire che senza le norme anti covid il covid ci avrebbe sterminati?

No, lei agita l’aglio e impugna un paletto. Mancava il cilicio del mea culpa, ma quello, ovviamente, non era in programma. Perché al mondo c’è chi ammette di aver sbagliato e chi maledice il prossimo.

Druida kitsch.

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte

Inizio ad avere il dubbio che qualcuno ci voglia fuori dal governo“: Giuseppe Conte leader (solo di nome) del Movimento 5 Stelle ha messo in fila i fatti accaduti in questi giorni, dalla decisione di realizzare il termovalorizzatore a Roma al superbonus 110% scomunicato da Mario Draghi di fronte alla Plenaria di Strasburgo.

Immerso nella sua visione post andreottiana della Politica, Giuseppe Conte era certo di poter imporre la sua linea al premier Mario Draghi. Una convinzione basata sul fatto di avere alle spalle il principale gruppo politico in questa Legislatura. E invece si è reso conto di contare poco più di un due di coppe quando la briscola invece è a bastoni.

Non riesce a farsene una ragione. Non trova la logica. Ed ai suoi ha detto che Draghi lo sta scientemente provocando: come ritorsione per essersi messi di traverso alla sua elezione al Quirinale.

La realtà è un’altra. Dalla nascita del Governo Draghi, Giuseppe Conte ha schierato il M5S con un piede nella maggioranza ed uno nell’opposizione, con un’ambiguità tipicamente andreottiana quando si diceva che l’Italia avesse la moglie americana e l’amante nordafricana. Ma qui siamo ad un livello infinitamente più becero: Conte ha posizionato il Partito contro l’aumento delle spese militari, l’invio di nuove armi in Ucraina, lo scostamento di bilancio, facendo ogni giorno la distinzione tra la posizione M5S e quella degli altri Partiti.

Non c’è qualcuno che lo vuole fuori dal Governo: ci si sta mettendo da solo.

Fuori rotta.

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