Top e Flop, i protagonisti di giovedì 20 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 20 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 20 aprile 2023.

TOP

ALBINO RUBERTI

Albino Ruberti con Sara Battisti

Il tempo. È lui uno dei pochi galantuomini rimasti in giro. Ma prima o poi anche le cose più nascoste escono dal loro recesso e si sottopongono al suo giudizio. Qualunque storia può essere scritta dal più fazioso dei vincitori: ma la ruota del tempo gira inesorabile e poi le prospettive cambiano, consentendo anche letture diverse. Stalin era un dittatore assoluto ed ogni biografia doveva rispondere ai canoni, ogni libro ed ogni pensiero dovevano essere allineati all’ortodossia: chiedere, per restare nell’area, ad Aleksandr Isaevič Solženicyn ed al suo Ivan Denisovich; anche per loro sono arrivati un Gorbaciov, una glasnost, una perestroijka.

Il tempo ora cambia tutta la prospettiva su un episodio finito al centro della cronaca che riguarda Albino Ruberti, felpatissimo Capo di Gabinetto della Regione Lazio ai tempi di Nicola Zingaretti; efficientissimo braccio destro di Roberto Gualtieri fino a quando un sfuriata in piazza a Frosinone l’ha costretto a mettersi nell’ombra (per la gioia dei suoi tanti avversari).

Ieri la Procura della Repubblica di Roma ha fatto scattare i sequestri per le migliaia di mascherine che la Regione Lazio stava disperatamente cercando di procurarsi nel marzo 2020. Erano i primi giorni dell’ondata di pandemia. Le indagini dicono che cercarono di truffare la Regione. (Leggi qui: Truffa delle mascherine in Regione, bloccati 14 milioni).

Durante i giorni del caso nato dalla sfuriata a Frosinone ed approdato ad un nulla, su tutti gli organi di informazione uscì un altro audio del dottor Ruberti. Che oggi assume tutta la sua importanza, la sua reale dimensione, il suo vero spessore. Perché oggi è chiaro che il Capo di Gabinetto capì come la Regione fosse finita al centro di una truffa. E letteralmente buttò fuori dagli uffici gli uomini che oggi sono al centro delle indagini.

Quell’audio ora racconta il tentativo della Regione Lazio di recuperare il denaro investito nell’acquisto di mascherine: in quel settembre 2021 Ruberti pretende che alla Regione vengano restituiti i due milioni anticipati. Tra i corridoi scoppia la lite: «La prossima volta che alza la voce faccio venire la forza pubblica», intima Ruberti prima di mettere alla porta gli interlocutori. «Uscite, siete dei truffatori» tuona per i corridoi cacciando quelle persone che provano ad avere altri soldi ancora. Non si impressione e li sfida: «Mettimi le mani addosso».

La riabilitazione del tempo

MICHELE FACCI

Michele Facci

Al di là dell’uso politico smodato e cretinoide che all’epoca se ne fece, Bibbiano resta una macchia per la pedagogia attiva italiana. Non solo e non tanto per tutto ciò che ha fatto emergere in uno storico contraddittorio ed in una parte penale controversa – lì non ci si addentra – ma soprattutto perché Bibbiano ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio una cosa serissima.

Che quando si parla di minori e famiglie “difficili” insindacabilità ed univocità del giudizio sono veleno puro. Ecco perché il progetto di Michele Facci sembra essere una nota di buon senso in uno spartito di mezza follia. Facci è consigliere della Lega in Emilia-Romagna e primo fautore dell’iniziativa “Allontanamento zero”.

Di cosa si tratta? Di una proposta normativa che punta su due step fondamentali: risorse certe “per sostenere i minori all’interno delle proprie famiglie, laddove vi siano delle problematiche, attraverso stanziamenti di bilancio che oggi non ci sono”.

E fin qui ci siamo e di molto, con i soldi non risolvi l’abiezione ma un po’ ne contieni alcuni presupposti oggettivi e birba chi sostiene il contrario in punto di pauperismo scemo. Poi la parte viva e pedagogica: l’allontanamento del minore potrà essere disposto sulla base di una valutazione ‘multidisciplinare‘.

Cioè? “Che non sia, ad esempio, l’intervento dei soli assistenti sociali che dica che la casa è sporca, ma ci sia una presa in carico da più soggetti, lo psicologo, l’educatore, lo psicoterapeuta: una équipe che faccia una verifica e ci sia un programma finalizzato a una sistemazione provvisoria preferibilmente presso famiglie affidatarie, compatibili con le caratteristiche del minore, e finalizzata al rientro“.

Insomma, l’idea è evitare diaspore devastanti senza che ce ne sia bisogno o decantazioni pericolose ove non vi siano i mezzi.

Pare un buon inizio, sia per evitare di creare mostri che mostri non sono che di ignorare dove gli eventuali mostri abbiano già dato i loro morsi.

Potrebbe funzionare.

FLOP

ATTILIO FONTANA

Attilio Fontana © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

Il tema del Pnrr è ormai il cardine del nostro futuro immediato di italiani ed è cardine serissimo. L’imperativo, per molti di noi ancora surreale, ammettiamolo, è quello di una spendita forsennata di soldi che l’Europa ci ha dato per essere più europei per evitare che gli stessi facciano la fine del reso in pizzeria per i barboni: che vada cioè in pattumiera.

Messa così è truce ed inesatta ma la definizione di grana grossissima è voluta. Lo è perché proprio negli ambiti in cui persone e conoscenze dovrebbero centellinare la faccenda Pnrr con la saggezza dovuta ci sono invece iperboli che il tema ce lo stanno rendendo un po’ “peperone”, indigesto cioè.

Iperboli come quelle di Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia (basta con ‘sto governatore, non siamo in Iowa). Lui che sul Pnrr ha idee pantagrueliche e un pizzico di livore territoriale. Ha detto il nostro: “Il tema è spendere in modo efficace ed efficiente le tante risorse oggi a disposizione, a partire dai fondi europei, sia quelli del Pnrr sia quelli del settennato ’21-27”.

Bene, benissimo, e poi: “Noi ci candidiamo a spendere anche le risorse che altri non riescono a spendere”. Qui lo “spiegati meglio Attì” parte d’imperio, e lui lo fa: “Partendo da una constatazione: aver messo le Regioni ai margini della definizione e realizzazione del Pnrr si sta rivelando una scelta che rischia di non far centrare tutti gli obiettivi“.

Fontana doveva presentare, e lo ha fatto ormai da tempo, il programma di governo della nuova legislatura ed ha pensato bene di metterci le pezza pubblicistica, alla sua agenda. “Noi ci siamo sempre mossi per supportare gli enti locali, lavorando con Anci Lombardia per chiedere la revisione di alcuni criteri che penalizzano i nostri comuni. E abbiamo chiesto con forza di riconsiderare alcuni obiettivi del Pnrr, centrandoli di più sui temi dell’autosufficienza energetica, tecnologica ed alimentare dell’Europa”.

Qui Fontana dimentica che parte dei soldi dirottati (male) sulla logistica portuale sono stati sottratti alle sue esigenze da due che si chiamano Matteo Salvini e Giancarlo Giogetti, non proprio due sconosciuti a casa sua. E in chiosa: “Ci è stato risposto allora che tutto andava bene, ma le domande rimangono aperte: per questo rinnovo al governo la disponibilità ad avviare questo percorso insieme“.

Insieme dopo che un terzo del Pnrrr contiano è stato riscritto da Draghi e cesellato di spendita costiera dai suoi compagni di Partito? Ci pare non solo un’iperbole, ma un autogol fatto e finito.

Ingordigia meneghina.

MAURIZIO CIANFROCCA

Maurizio Cianfrocca

In bilico. Tra trionfo e disfatta. Abile nel non farsi logorare. ma incapace di scalfire l’avversario. Il sindaco di Alatri Maurizio Cianfrocca è ancora alle prese con l’ultimatum lanciato da Fratelli d’Italia che pretende il posto da Presidente del Consiglio Comunale. Di ragioni ne avrebbe da vendere: ha i numeri per reclamarlo e già questo basterebbe. Ma allo stesso tempo anche Cianfrocca ha ragioni a iosa che giustificano il suo niet. (Leggi qui: Rimpasto, si va allo scontro: respinto l’ultimatum di FdI; e leggi anche Alatri, “questo c’è se vi accontentate”).

Le prossime ore sono ancora una volta decisive. Martedì c’è stato l’ennesimo faccia faccia. L’ipotesi è quella di capitolare. E cedere al Presidenza d’Aula al Gruppo di Antonello Iannarilli. (Leggi qui: Alatri, crisi verso la soluzione: venerdì si decide).

Il vero problema però non è politico. Ci sta. Il tema è la tenuta dell’amministrazione dopo che sarà passato questo eventuale rimpasto. Ed è un’amministrazione che sta trascorrendo il suo tempo a risolvere i problemi interni prima di quelli della città.

Il rischio è quello di vedersi aprire delle crepe. Indebolendo una struttura che ha tanto da fare e per tanto tempo. Siamo ancora al confronto, al braccio di ferro, alla discussione portata avanti in maniera logorante.

Venerdì sarà il giorno delle decisioni. Lo spera anche Maurizio Cianfrocca.

Eternamente in bilico.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright