Top e Flop, i protagonisti di martedì 18 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 18 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 18 aprile 2023

GIOVANNI CIARROCCA

A pensarci bene l’Italia è un po’ come qui gioielli immensamente preziosi, figli di secoli barocchi in cui sotto un primo strato di gemme ve n’era un secondo, tutto da scoprire. La Storia ha stratificato nel nostro Paese il meglio (ed il peggio) di sé e, come in un carotaggio di epoche, ha sovrapposto da noi, a volte in zibaldone, altre in geometrica sequenza. Cose da mozzare il respiro. Cosa che in una chiave turistica seria e programmatica rendono l’Italia potenzialmente imbattibile e livello di galassia, non di pianeta.

Ecco, per togliere quel “potenzialmente” che da decenni ci affligge serve però mettere a punto alcune cose e centrare alcuni singoli casi. Sia pur in un’ottica generale che grida più alla rivoluzione che alla riforma del sistema.

Cose come le dimore storiche. Ne ha parlato, e bene, Giovanni Ciarrocca, che sta alle case storiche italiane come la signora Enea stava alla scrivania di Giulio Andreotti. Lui è infatti il segretario generale dell’Associazione dimore storiche italiane (Adsi). In una parola lui è quello che ha le chiavi di uno degli scrigni segreti più ricchi del paese e più importanti per il turismo, di prossimità e di ampio respiro.

Ha detto il tipo: “Alcune cose per valorizzare il patrimonio culturale privato sono state fatte e per questo un ringraziamento particolare va al Ministro Gennaro Sangiuliano e all’onorevole Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera”.

A cosa alludeva Ciarrocca? Al “Fondo per la cultura italiana previsto con l’ultima legge di bilancio”. Ma a suo parere non basta ed ha fatto bene a dirlo: “Tuttavia questo deve rappresentare solo un primo passo, oltre alle necessarie detrazioni fiscali consentite sembra solo per le spese mediche e non per quelle culturali, per la reale valorizzazione di un patrimonio unico che può essere il perno dello sviluppo sostenibile dell’Italia nel medio e nel lungo periodo“.

Che significa? Che è ora che l’Italia la smetta di bearsi dei primi step e che si cimenti con i circuiti interi. Perché il risultato arriva proprio dal loro percorrerli senza interruzioni.

La guida delle guide.

TIROMANCINO

Federico Zampaglione

Il vero regalo è quello senza secondi fini, spontaneo, non reciproco, cioè dal quale nulla ti aspetti indietro. Un po’ come ha fatto la celebre giornalista americana Oprah Winfrey con la sua foto della pagnotta di pane comprata a Torre Cajetani rendendo un fenomeno mondiale quel piccolo forno artigianale che l’aveva cotta e l’intera Ciociaria in cui la star americana aveva soggiornato. Un po’ come ha fatto ora Federico Zampaglione con i suoi Tiromancino.

Perché il video di “Due Rose” il nuovo brano lanciato dalla band è stato girato in Ciociaria. Scelta dai Tiromancino e non proposta da qualche agenzia di marketing e comunicazione. Il video è stato realizzato con la regia di Federico Zampaglione e mostra i Tiromancino in riva a un lago: è stato il sindaco di Collepardo Mauro Bussiglieri a rivelare che il video è stato girato pochi giorni fa in riva al lago di Canterno e nel bosco della Certosa di Trisulti.

«La troupe è venuta in Comune giovedì 6 aprile – ha raccontato il sindaco ad Annalisa Maggi de Il Messaggeroce li siamo visti arrivare senza preavviso, hanno chiesto consigli. Ci siamo messi subito a disposizione accompagnandoli alla Selva Decio cioè il bosco che si trova davanti alla Certosa di Trisulti dove si sono cambiati e dove hanno lasciato le attrezzature». Le altre scene sono state girate sulle sponde del lago di Canterno, riserva naturale che tocca i territori di Fiuggi, Fumone, Torre Cajetani e Trivigliano.

È un altro fenomenale colpo d’immagine per il territorio che nel giro di pochi giorni si trova catapultato al centro dell’attenzione nazionale. In maniera del tutto spontanea. Perché – nonostante i ciociari che ne parlano male – la Ciociaria è bella.

Tiro forunato

FLOP

RICCARDO MAGI – ILARIA CUCCHI

Ilaria Cucchi (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Premessa: come in tutte le realtà che si occupano dei punti e dei momenti di massima abiezione dell’umanità anche i Centri di Permanenza per i Rimpatri non sono immuni da una mistica truce e tutt’altro che civile. Truce perché il problema dei migranti porta a traino con sé la logistica difficilissima della loro gestione. Abietta perché nei sistemi complessi di gestione è difficile non trovare soluzioni sbagliate, regole sotterranee barbare e spaccati di umanità che va a farsi benedire.

Accade insomma un po’ come nelle carceri, dove la legittimità del sistema detentivo cozza con l’inumanità di molti metodi che si adottano per preservarlo o irrigidirlo. Insomma, senza pistolotti etici, trovare sulla terra dei luoghi dove non si sostanzino degli abusi di potere equivale a considerare la Terra come Utopia di Moro.

Ecco perché, a fare la tara alla bontà di fondo delle argomentazioni mirate, le affermazioni di Ilaria Cucchi del Pd e di Riccardo Magi di + Europa lasciano un po’ perplessi. A lor parere i Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) “vanno chiusi“, perché “incostituzionali” e “peggio del carcere“.

Insomma, che siano dei mezzi lager pare appurato e insindacabile. Ma che la loro funzione debba abdicare rispetto alle iperboli malefiche del loro utilizzo pare abbastanza discutibile. I due hanno denunciato una “emergenza palese legata all’abuso di psicofarmaci all’interno delle strutture“. E ancora: “Sono luoghi concepiti con l’unico scopo di afflizione e annientamento della persona. Sono gabbie non pensate per la vita delle persone“.

Lo ha detto Magi. E Cucchi? “Definirli una gabbia non rende l’idea. Sembra di stare allo Zoo e tutto questo succede nel disinteresse totale, con violazione dei diritti e spesso con la morte“. Il dato è inoppugnabile: nel Cpr qualcuno viola la legge e non è chi lì dentro ci viene rinchiuso, ma sta dalla parte di chi gestisce.

Assodato questo però la domanda è ovvia: dato per assunto che i Cpr non possono essere resettati perché in tal caso si dovrebbero utilizzare strutture che non abbiamo, non è meglio migliorarli e sottoporli a nuove norme parlamentari che li rendano meno inumani invece di auspicarne la scomparsa senza dire dove andrebbero a finire quelli che comunque ci dovranno stare?

Retorici assai.