Top e Flop, i protagonisti di martedì 21 febbraio 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 21 febbraio 2023.

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 21 febbraio 2023.

TOP

VINCENZO MANZO

Vincenzo Manzo (Foto: Piacenza calcio)

Brutto dirlo o scriverlo, ma quando parliamo ci calcio noi di solito pensiamo, con le dovute eccezioni, a trogloditi ricchissimi in auto lussuose che, tatuati come guerrieri papua, con un microfono davanti al grugno di solito non vanno oltre la modalità con cui nei film degli anni 60 Tarzan – Lex Barker apostrofava Tantor, il suo elefante da scorribanda preferito che poi era indiano “sennòquandoloammaestravi”.

Ovviamente è un’iperbole ed altrettanto ovviamente come tutte le iperboli parte da una solida base empirica, quella per cui sogni di carriera calcistica e vocabolario sono ai due poli dell’esistenza umana. Ecco perché quello a cui si è dedicato Vincenzo Manzo appartiene al novero delle cose da mettere in bacheca, medagliere, podio e casella degli esempi.

Partiamo dal principio, chi è Vincenzo Manzo? È il Il direttore sportivo della USD Vanchiglia 1915 di Torino, una squadra di calcio dilettanti che ha deciso di darsi al salto in alto e scavalcare lo stereotipo del calciatore che pensa solo a giocare e che lo fa a discapito della sua formazione umana e scolastica.

In che modo? Semplice: i ragazzini della Vanchiglia in campo ci vanno solo se vanno bene a scuola, altrimenti il campo lo vedono e calcano ma solo dal bordo. Una cosa piccola ed immensa che è frutto di un accordo con i genitori e che non ha alcuna finalità “eugenetica”. Nel senso che nessuno chiede ai ragazzi di diventare nerd con gli scarpini. No, la società dilettantistica del Piemonte piuttosto rilascia il “passaporto” per giocare facendolo passare attraverso la pagella scolastica.

Lo scopo lo ha spiegato proprio Manzo al Corsera: “Chiediamo di vedere anche i voti dei tesserati come uno dei punti per essere ammessi in squadra perché prima uomini e poi calciatori”, perché l’intelligenza scolastica è fondamentale per diventare buoni calciatori. E non viceversa. L’attività scolastica e quella sportiva “sono complementari nella crescita dei nostri atleti pertanto vi chiediamo la possibilità di poter visionare le pagelle scolastiche del primo quadrimestre, con l’obiettivo di avere una conoscenza maggiore del bambino-ragazzo ed essere di supporto nel correggere e migliorare i suoi aspetti comportamentali evidenziati a scuola”.

Per giocare bastano la sufficienza e buoni voti in condotta, per giudicare l’operato delle Vanchiglia USD basta ancora meno, un numero che è icona guarda caso nel calcio e fra i banchi: 10.

Assist al congiuntivo.

LUCA FANTINI

Luca Fantini

La perseveranza è una dote fondamentale in Politica. Se poi ci aggiungi la giusta dose di cazzimma hai quel sapore unico come le due gocce di Angostura che fanno la differenza tra un banale cocktail ed un Old Fashioned. Aggiungici poi l’esperienza, iniziata ad accumulare subito dopo avere sostituito il calzoncini corti con quelli a gamba lunga (che nel Pd, anche se il movimento giovanile, l’abito fa sempre il dirigente) ed il gioco è fatto. Ti trovi davanti un Segretario Provinciale capace di trasformare il Ko di Stefano Bonaccini nel Lazio in una vittoria. Mandando allo stesso tempo un telegramma politico ai vertici romani. (leggi qui: Primarie, Bonaccini di misura: decisiva Frosinone).

È quanto ha fatto il Segretario Provinciale Pd di Frosinone Luca Fantini. Che ha avuto la perseveranza di tenere uniti i fili delle varie sensibilità all’interno della sua Federazione. E portare al voto per il governatore dell’Emilia Romagna i leader delle due componenti maggioritarie: Francesco De Angelis e Sara Battisti (Pensare Democratico) ed Antonio Pompeo (Base Riformista). Gli sarebbe bastato esasperare e di un tanto così una situazione interna poggiata sulla polvere pirica per incendiare tutto il dibattito congressuale. Ha saputo evitarlo, lasciando la tranquillità necessaria per un voto che non tenesse conto delle ferite aperte dalle recentissime Regionali.

Il risultato politico di quel voto unitario è stato determinante. Ha preso la sconfitta di Bonaccini nel Lazio e l’ha trasformata in vittoria. Portando alle urne della provincia di Frosinone circa la metà dei votanti espressi da Roma e provincia. Con tanto di telegramma politico: a Frosinone si sarebbe potuto fare anche di più. Basta che Roma se ne accorga.

Un modo per dire – a chi vuole leggerlo – che la Federazione si sarebbe stancata di dover fare movimenti di lato con cui da dieci anni cede il passo (ed i suoi voti) a candidati romani sia alla Camera che al Senato. E se Frosinone si mette a giocare di squadra (come ai tempi di Scalia e De Angelis) ce n’è per nessuno.

Sara ha già l’erede.

FLOP

FARAONE-BOSCHI-GIACHETTI

Roberto Giachetti

Davide Faraone, Maria Elena Boschi e Roberto Giachetti hanno ragioni da vendere nel fare loro la battaglia per le vittime degli errori giudiziari. Ma hanno torto da scialare quando hanno deciso che quella battaglia dovesse andare a massa etica nell’ennesima “giornata nazionale”.

Contro le “Giornate” dedicate a qualcosa di agghiacciante che non deve ripetersi non ci sarebbe nulla di male se non il fatto che sono talmente tante che a questo punto converrebbe istituire una “Giornata nazionale in cui non è giornata Nazionale di nulla”, così per semplice ubbia di singolarità.

Il discorso è serissimo e il tema è di quelli che in Italia hanno fatto danni immensi, a volte irreparabili. Danni spesso irreversibili come il danno che subì la persona a cui la Giornata voluta dal trio di Italia Viva dovrebbe essere dedicata. Il 17 giugno del 1983 fu arrestato Enzo Tortora e Faraone-Boschi- Giachetti vorrebbero che la Giornata nazionale in memoria delle vittime degli errori giudiziari venisse sancita proprio il 17 giugno.

La proposta di legge dei tre deputati poggia su dati solidi: “In media sono mille i cittadini innocenti che, ogni anno, finiscono in carcere ingiustamente. Le Camere penali indicano che, tra il 1992 e il 2018, sono state più di ventisettemila le persone che hanno ottenuto un indennizzo per ingiusta detenzione. Le spese di risarcimento da parte dello Stato, ad oggi, ammontano a circa 740 milioni di euro, 33 dei quali solo per il 2018”.

E secondo loro quei dati “testimoniano una distorsione del sistema giudiziario su cui non solo è necessaria una profonda opera di sensibilizzazione dei cittadini, ma che richiama anche l’esigenza di una dignitosa riflessione politica”. Ecco, a sensibilizzazione e riflessione è tornata altissima la marea retorica che proprio quell’argomento così delicato non dovrebbe cercare.

Non sarebbe meglio agire in punto di norma e fare pressioni parlamentari per modificare la norme sugli arresti facili o punire chi li esegue invece di affidare tutto all’ennesima simbologia parolaia? Non ne sarebbe stato felice quel Tortora di cui Camilla Cederna disse lombrosianamente che “aveva la faccia” del camorrista?

Se in Italia ogni battaglia deve passare per i gargarismi del “mai più” senza che mai più diventi una unità temporale i problemi resteranno gli stessi e cresceranno solo le occasioni per dire che quei problemi ci sono. E con il carcere e la libertà di mezzo non è una bella cosa.

Retorici.

MAURIZIO CIANFROCCA

Maurizio Cianfrocca

Il bello comincia solo adesso. Il primo anno e mezzo da sindaco di Alatri è stato una specie di passeggiata sull’erba. Con l’opposizione di centrosinistra ancora tramortita per avere perso la città dopo due mandati consecutivi al governo. Divisa tra due differenti sensibilità perché se non si divide non è Pd. Con il ‘leghista’ Gianluca Borrelli che da un certo momento in poi ha smesso di tirare calci negli stinchi della maggioranza di cui fa parte. Soprattutto con un ingombrante Antonello Iannarilli in profondo letargo. Senza la velleità di mostrare il peso dei suoi due mandati da deputato, uno da presidente della Provincia, uno da assessore regionale e due da consigliere regionale.

Adesso si sono svegliati. Tutti. E tutti insieme. Il gruppo che aveva promosso la candidatura unitaria di Cianfrocca gli ha ritirato il suo appoggio morale, Borrelli è passato con Fratelli d’Itaia e sta lucidando le punte delle scarpe, Iannarilli ha già mandato a dire “Le elezioni regionali sono finite, adesso sono tornato”. Il Pd sta iniziando a fare opposizione un po’ più di sostanza.

Per il sindaco Maurizio Cianfrocca è finito il periodo in cui poteva occuparsi solo di amministrazione. Adesso è il momento di occuparsi anche di politica. E con avversari tutt’altro che di retrovia. Adesso si vedrà la tenuta nervosa. (Leggi qui: Doppio terremoto ad Alatri: Cianfrocca in bilico).

Il rischio minore è che vogliano buttarlo giù: questione di poco, poi toccherebbe ai cittadini decidere con il loro voto. Il rischio maggiore è che vogliano tenerlo dov’è, ma dettandogli le mosse e le scelte. Lasciandolo a tagliare nastri, baciare anziani e bambini, e soprattutto a metterci la faccia.

Dalla luna di miele alla luna di fiele.