Top e Flop, i protagonisti di martedì 23 maggio 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì23 maggio 2023

TOP

ENZO AMENDOLA

Enzo Amendola (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Dalle denunce dei parlamentari su ciò che va fatto per i territori si evince la distanza, a volta siderale, fra quello che sta in agenda di Governo e le esigenze delle realtà locali. Non è una distanza voluta ma a volte sembra proprio che Palazzo Chigi, tutti i Palazzi Chigi o quasi, scordino che il solo dato di affezione alla politica dei cittadini passi per le cose che essi possono percepire e sperimentare come fatte proprio dove essi vivono. Le ultime amministrative hanno dato una lezione amara in questo senso, ma pare lezione inascoltata.

E la battaglia del deputato del Partito Democratico Enzo Amendola per la terra da cui proviene pare presa paro paro dagli ambiti in cui questi temi non sono stati mai cassati. Il parlamentare lo aveva già detto in occasione dei lavori di conversione del decreto legge riguardante il Ponte sullo Stretto.

Il dato era ed è che “governo e maggioranza hanno respinto un ordine del giorno a mia prima firma che impegnava l’Esecutivo e in particolare il Ministro delle Infrastrutture a convocare un tavolo istituzionale con le province di Potenza e Matera sulla viabilità minore”. Ecco la parola chiave in negativo: “minore”. Ha proseguito Amendola: “La carenza di trasferimenti e di risorse sta mettendo in ginocchio l’intero sistema viario di competenza provinciale”.

Con questo ordine del giorno chiedevamo di poter affrontare in sede istituzionale una criticità avvertita quotidianamente dai cittadini a maggior ragione dopo questa ulteriore ondata di maltempo”. Perché si, spesso ci sono cose che vanno sanate prima che il non averle sanate faccia danni e lutti.

Ma cosa chiedeva Amedola? Che a questo tavolo potesse prendere parte Anas per valutare la possibilità di fare passare sotto la propria competenza alcune tra le arterie ritenute maggiormente strategiche per la mobilità dei lucani. Hanno votato contro, nel totale silenzio dei deputati di destra eletti in Lucania”.

Il deputato lamenta un atteggiamento discriminatorio ma il problema che ha sollevato è più grande. E’ il problema di una terra e di tanti territori a cui giunge solo l’eco di ciò che va fatto su vasta scala e non arriva lo spartito di quello che andrebbe fatto su scala “minore”. Perché minore non significa meno importante. E Amendola ce lo ha ricordato.

Alfiere dei territori.

ALBINO RUBERTI

Albino Ruberti (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Di nuovo in prima linea. Di nuovo su un fronte caldo. Non c’era motivo per tenerlo lontano. La Procura della Repubblica di Frosinone ha concluso ormai da mesi le indagini sul movimentato dopocena di un anno fa nel capoluogo: quello al quale partecipò l’allora braccio destro del sindaco di Roma, Albino Ruberti e del quale hanno parlato i giornali e le trasmissioni di tutta l’Italia. Ipotizzando Suburre, affari loschi, promozioni di primari e costose assicurazioni regalate. Nulla di tutto quello che hanno scritto i giornali si è rivelato vero. Nulla.

Solo una discussione chiassosa tra amici che due sere dopo stavano di nuovo a cena. Con un dettaglio al confine del ridicolo: come poteva minacciare di morte qualcuno, un signore che impugnava un ombrello come se fosse un fucile? La Procura ha chiesto l’archiviazione dell’intera storia: sulla quale aveva aperto un fascicolo conoscitivi senza avere mai indagato né Ruberti né altri.

Così Albino Ruberti può tornare in prima linea: senza ombre, senza sospetti. È lui il nuovo vice presidente di Acea Ato2, la società del Gruppo Acea che gestisce acqua e depurazione nella provincia di Roma. Ato2 è uno dei fronti più caldi e delicati. Lo ha designato Roma Città Metropolitana. Il suo curriculum è risultato irraggiungibile da qualunque altro aspirante.

È un rientro in punta di piedi. Albino Ruberti ora può puntare a Risorse per Roma società in house di Roma Capitale che svolge servizi e attività strumentali relativi alla progettazione e trasformazione urbana e territoriale. L’amministratore unico Simone De Santis è dimissionario ed a giugno ci sarà la scelta del suo successore.

Sulla sua capacità di analisi e soluzione dei problemi ci sono pochi abili come lui, sulla sua capacità diplomatica e politica non teme confronti. Ma non parlategli di derby: avete visto cosa può succedere.

Ruvido ma indispensabile.

FLOP

ILARIA PAOLILLO

Da una poltrona per due a due poltrone per uno, anzi, per una, è stato un attimo. Premessa: in politica c’è un ventaglio di scelte possibili così ampio, così maledettamente normato e così libertario che in realtà censurare determinate circostanze è sempre e solo atto etico, di opportunità diciamo.

E il caso di Ilaria Paolillo in questo senso, piaccia o meno, è caso scuola. Lei è di fatto una candidata per due comuni. Dove? Ovviamente in Sicilia, dove le comunali sono previste in punto di calendario il 28 e 29 maggio. Il dato è noto: in 128 comuni siciliani e in 39 comuni della Sardegna le amministrative sono state fissate a fine mese, cioè fra pochi giorni. E cosa ha deciso di fare la Paolillo?

La dirigente del Partito animalista italiano di fatto corre per le amministrative in due Comuni. Con schieramenti tra loro contrapposti. Esatto, c’è poco da sbattere gli occhi allocchiti. La candidata è nella lista ‘Per Catania Maurizio Caserta‘, del candidato sindaco del centrosinistra nel capoluogo etneo. E per ‘Sud chiama Nord‘ a Gravina di Catania, lista che appoggia il primo cittadino uscente del centrodestra, Massimiliano Giammusso, esponente di Fratelli d’Italia. E che si richiama alla compagine politica fondata da Cateno De Luca.

Ovviamente e come si sono affannate a spiegare le agenzie in caso di doppia elezione scatterebbe l’incompatibilità e la Paolillo dovrebbe scegliere in quale consiglio comunale sedere. In quello “scegliere” sta tutto il senso di una faccenda che sarà anche legittima e sacrosanta, anche a contare la trasversalità del messaggio che la Paolillo incarna di fatto, ma che obiettivamente sa di ubiquità forzosa.

Quel tanto che basta poi per scatenare polemiche. Ma cosa ha detto in merito la “bi-candidata”? Parlare di supercazzola non pare azzardato: “Quale dirigente regionale del Partito animalista italiano posso ricordare come il nostro sia un movimento post ideologico e indipendente, come in altre circostanze diamo la nostra fiducia e collaborazione a chiunque porti avanti in modo convinto i nostri temi, le nostre battaglie, i nostri programmi, così come successo sia a Gravina che a Catania, in cui crediamo nelle persone e non in una background politico“.

Ecco, tutto chiarissimo diremmo.

Ubiqua.

MASSIMO RUSPANDINI

Massimo Ruspandini (Foto Erika Del Vecchio)

Il senso dell’ironia non manca al Destino. Che sa aspettare beffardo dietro l’angolo, anche per anni. E poi presentarti il conto. Non di una colpa, non di una brutta azione. Ma di un gesto che anni prima serviva per attirare l’attenzione, rompere la congiura del silenzio riservata ad un Partito minoritario e di nicchia: che se voleva conquistare un titolo di giornale o le immagini della tv doveva inventarsi qualcosa di eclatante. Come fece l’allora giovane Massimo Ruspandini, consigliere comunale di Ceccano che bruciò sulla pubblica piazza il capolavoro di Dan Brown ‘Il Codice Da Vinci‘.

Gli anni passano in fretta. E la ruota del Destino gira. Quel Partito di nicchia finisce per essere sdoganato dalla Svolta di Fiuggi, diventa formazione di Governo e addirittura cresce tanto da diventare il primo Partito del Paese. Ed esprimere il presidente del Governo. Chi prima dominava la scena ora contesta. Ed impedisce che le idee scritte su un libro da un ministro vengano esposte durante una fiera letteraria. (Leggi qui: La sinistra che legge i libri senza rispettare chi li scrive).

Ma non è la ruota e la sua ineluttabile azione ad essere beffa. Lo sono le parole di quello che è uno dei minsitri di riferimento del nuovo esecutivo. Francesco Lollobrigida giustamente tuona su Twitter “Impedire di presentare un libro è come bruciarlo, riportando alla mente i peggiori episodi nella storia dell’umanità”.

Esattamente quello che fece massimo Ruspandini: per tenere in vita l’attenzione sul loro Partito.

Destino cinico ma non baro.