Top e Flop, i protagonisti di martedì 25 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 25 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 25 aprile 2023

TOP

KLAUS ALGIERI

Klaus Algieri

Ci sono regioni italiane dove tutto è più difficile, punto. Che poi ci si debba perdere sulle origini di quelle difficoltà invece che sui modi per arginarle questo è sport tutto italiano che non porta a nulla se non alla retorica politica delle imputazioni storiche. Così in quelle regioni tutto resta più difficile ma almeno qualcuno ha detto per colpa di chi.

Con la Calabria fanno da sempre tutti così: la decantano come la più bella delle terre e dopo averle pettinato i capelli, ma solo d’estate. E in zona costiera si torna a guardarla solo per le ‘ndrine e le tare di servizi. Oppure per monti che sono sacelli corruschi di una bellezza che va contemplata si ma da lontano e che non va messa a sistema perché costerebbe troppo. Ma non è così, per fortuna non è solo così che va inquadrata la faccenda e ci sono uomini che provano ad ovviare alle difficoltà con proposte e non con sermoni.

Klaus Algieri è presidente di Confcommercio Calabria e vicepresidente di Unioncamere. Per lui la prima cosa da fare e subito è “passare dalla ‘fiscalità agevolata alla fiscalità dedicata per le aree montane”. E l’ha spiegata meglio, ovviamente: “Bisogna applicare, migliorare e opportunamente specificare il modello Zes alle costituende ‘Zone economiche montane’ (Zem) con fiscalità dedicata, che abbiano come destinatari i Comuni di montagna e che diano priorità a investimenti (nazionali e esteri) dedicati alla transizione green”.

Insomma, c’è una Calabria in quota che ha bisogno di essere incentivata per sviluppare il suo potenziale. E “per tutelare il patrimonio ambientale della montagna pur garantendone lo sviluppo e alla transizione digitale2”.

Ma lo scopo qual è? Algieri lo ha detto benissimo perché l’ha messa giù breve: Superare le ‘barriere infrastrutturali e naturali’ dettate dalla carenza di dotazioni infrastrutturali materiali e immateriali e dalla morfologia del territorio“.

Che significa? Che ogni terra porta una croce ed una spada ed è compito dei governi offrire la spalla per la prima ed affilare meglio la seconda.

Calibrato.

SARA BATTISTI

Sara Battisti

Non c’era bisogno di Elly Schlein per ricordare al Partito Democratico la sua natura ambientalista ed ecologista: in quel grande cilindro pieno di sensibilità diverse, che furono i due fondatori, c‘era già in abbondanza chi si batteva per il clima ed il rispetto della Terra. Ma una cosa è l’ideologia di bandiera (buona per i palchi) altro è la sensibilità pratica (che si traduce in azioni concrete). Che diventa sintesi politica quando ne fai promessa ed arriva il momento di mantenere. Come è arrivato ora per l’onorevole Sara Battisti.

La consigliera regionale del Lazio e vicesegretaria regionale del Partito Democratico Sara Battisti ha presentato l’iniziativa ‘Le radici nella carta‘. Lo ha fatto in occasione del 25 aprile. Consiste nel donare un albero ad ogni Comune della provincia di Frosinone dedicandolo ad un articolo della Costituzione.

L’idea è nata durante la recente campagna elettorale per le Regionali dello scorso febbraio quando la Consigliera prese l’impegno di piantare un albero ogni 500 chilometri percorsi sulle strade ciociare, per restituire così alla Terra una parte dell’ossigeno inquinato dalla Co2 prodotta negli spostamenti in auto. Invece di collocare tutte le piante nella stessa area “ho deciso di donare un albero ad ogni Comune della nostra Provincia, dedicandolo ad un articolo della nostra Costituzione. Un albero – spiega Sara Battistiper ricordare ogni giorno dove risiedono le nostre radici“.

I sindaci sono stati informati attraverso una lettera che spiega lo spirito dell’iniziativa. Nel testo si legge che “Il sacrificio degli uomini e delle donne che animarono la ‘Resistenza’, liberò l’Italia dall’occupazione nazifascista. Proprio in quella lotta di libertà sono radicati i principi fondamentali che hanno portato alla stesura della nostra Carta Costituzionale“.

Radici antifasciste.

FLOP

RAFFAELE FITTO

Raffaele Fitto

A Roma direbbero “je tocca”. Ma il problema sta a metà strada fra Roma e Bruxelles e va capito subito che è problema italiano contenuto in una scatola Ue. Diamo un timing di riferimento: fra una settimana o poco più, dicono i solenni calendari di Palazzo Chigi, ci sarà la prima relazione semestrale del Governo Meloni al Parlamento. Di cosa si tratta? Del primo vero confronto ecumenico fra l’Esecutivo che a casa sua fa “quel che gli pare” e le Camere che hanno due motivi per essere agguerrite. Primo, sono composte dalle opposizioni, interne ed esterne. Secondo, sono Camere, cioè luoghi da sempre insofferenti alle sgroppate decisioniste dei governi.

E fra quelli che saranno in tacca di mira, lui Raffaele Fitto, è forse quello che dopo la leader avrà più sniper a guatarlo. Come rilevano media ed agenzie c’è già stato una sorta di “antipasto” a Palazzo Madama. Lì Fitto si è esercitato per la più corposa informativa che il ministro si è impegnato a fare nella sede felina della presentazione della relazione semestrale al Parlamento.

Cosa si imputa a Fitto oltre che la questione del Pnrr? Nulla, appunto, se non il Pnrr. E sullo stesso non tanto la condotta generica dell’Esecutivo sui ritardi in casella, quanto la discrasia comunicativa con Giorgia Meloni si quei ritardi. Se da un lato la premier ha rassicurato in più fiate infatti che non verranno resettati target il ministro, sentendosi come quello sulla graticola esattamente mentre qualcuno attizza il fuoco, l’ha detta diversa.

Ebbene si, a suo avviso ci sono obiettivi tecnicamente e cronologicamente irrealizzabili. E la sincerità è un difetto? Assolutamente no, lo è il tentativo si sganciarsi dalla linea madre e mettere le mani avanti per poter esibire poi screen e frames video di quando si era stato sinceri e profetici.

In modo che se le cose andassero male il cerino acceso resterebbe a Meloni e non a Fitto. Che non sa di averne in mano uno più grosso e ricco di zolfo: la titolarità assoluta della questione e l’organicità ad un governo che in punto di dinamiche politiche risponde di tutto, non solo della parte su cui ha delega un suo singolo componente.

Sulla graticola.

DAMIANO IOVINO

I consiglieri FdI Borrelli, Iannarilli, Santucci e il coordinatore Iovino

L’abilità d’un lupo di mare non si vede con la bonaccia ma nella tempesta. È quello il momento in cui deve dare gli ordini giusti. Ma soprattutto trasmettere all’equipaggio la sensazione che sappia cosa fare, come farlo, quando farlo, come portare tutti in salvo, ottenendo la fiducia.

Damiano Iovino è il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia ad Alatri. Ed ha condotto il Partito allo scontro aperto con il sindaco Maurizio Cianfrocca ed il resto del centrodestra. Lo ha fatto per un ragione di principio: rivendica il riequilibrio dei ruoli di governo ora che FdI ha aumentato il suo peso in amministrazione, imbarcando il Consigliere Gianluca Borrelli messo fuori dalla Lega.

Un leader che porta la sua truppa allo scontro, difficilmente è un buon leader. O almeno ne è convinto uno dei più grandi strateghi di ogni tempo, il generale cinese Sun Tzu al quale si deve il manuale L’Arte della Guerra che viene studiato in ogni accademia militare ed ogni scuola di management che reclami un minimo di rispetto. Per Sun Tzu la migliore battaglia è quella che non viene combattuta. Perché se sei più debole eviti di farti massacrare dall’avversario; se sei più forte lo evita lui.

La scorsa settimana ha ribadito che FdI è pronta da oggi a prendersi con la forza ciò che aveva chiesto con la politica. In pratica? Sfiducia al Presidente d’Aula Sandro Vinci. (Leggi qui: La maggioranza apre a Fratelli d’Italia).

La risposta è arrivata nelle ore scorse. Con una porta sbattuta in faccia. Ad opera di Tiziano Latini. Che a nome della maggioranza annuncia: «siamo d’accordo ed uniti nel voler mantenere gli assetti attuali. Se è vero, come sostenuto dal coordinatore Damiano Iovino nelle scorse riunioni che loro, già da tempo hanno raccolto le adesioni di tutta la minoranza e dei consiglieri di FdI per avviare la procedura di sfiducia verso il Presidente del Consiglio Comunale, per il gruppo che rappresento possono procedere in tal senso anche da subito». (Leggi qui: Cianfrocca ribalta il fronte, stop a FdI: se avete i numeri sfiduciate Vinci).

È esattamente il punto in cui Sun Tzu dice che non si deve arrivare. Perché ora ci sarà un vincitore ed uno sconfitto. Da questo momento non c’è più possibilità di pareggio: o Fratelli d’Italia mantiene la sua minaccia o ci perde la credibilità politica. E se FdI ha i numeri, a perdere è l’amministrazione di centrodestra che ha contribuito ad eleggere. Tertium non datur.

Vivere o morire (politicamente).