Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 29 marzo 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 29 marzo 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 29 marzo 2023

TOP

JASMINE CRISTALLO

Jasmine Cristallo (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

L’anima del Partito Democratico così come eravamo abituati a concepirlo era fragile perché dava l’impressione di non essere in asse con la prevalenza di una linea comune; quella del Partito Democratico di oggi è fragile perché dà la nettissima impressione di averla trovata quella linea. Ed è una fragilità bella che coglie appieno la tensione di un Partito che sta cercando di trovare una Terra Comune da coltivare.

Lo si nota dalle posizioni dei suoi esponenti che, seguendo questa difficile tensione fra quello che pensano davvero e quello che sono chiamati a pensare, cercando di mettere assieme regole e pensiero individuale. C’è chi ci riesce non malaccio, chi ci riesce malissimo e chi ci riesce bene, come Jasmine Cristallo. E non parliamo di una esponente di secondo piano, ma di un membro della Direzione Pd.

I temi che la Cristallo ha affrontato sono fra i più divisivi fra quelli che oggi albergano come poltergeist al Nazareno: guerra in Ucraina e questione rifiuti a Roma. Sulla pace la silloge di Cristallo è stata esemplare: “Io sono pacifista, da principio mi sono detta contraria all’invio di armi all’Ucraina. E anche Schlein è pacifista, lo dice la sua storia. La sua posizione sull’invio di armi è diversa dalla mia”.

E poi: “Però c’è una novità: prima all’interno del Pd era difficile parlare di pace, c’era solo la direzione che spingeva per l’invio di armi mentre ora è in atto un dibattito molto articolato”. Insomma, il clima è cambiato e il tema divide ancora, ma almeno se ne parla. Poi il nervo scoperto di quel che tocca a Roberto Gualtieri: “Se sono favorevole al termovalorizzatore a Roma? Deve essere una extrema ratio. Non ho le competenze tecniche per approfondire questo tema, mi piacerebbe vedere una differenziata che funziona. Forse con un uso più virtuoso della differenziata potremmo vedere i risultati e valutare altre soluzioni come extrema ratio”.

Ecco, l’ecologismo talebano che lascia il posto ad una serena dialettica su un tema non più derogabile è l’esatto punto di incontro fra il Pd che doveva “scarrocciare” dai Cinquestelle e il Pd che deve tenere la sua identità ma senza la precondizione di mettere di nuovo i Cinquestelle alla porta. E con le percentuali del centrodestra il segnale non è importante, è vitale.

Cristallina.

GIUSEPPE SACCO

Giuseppe Sacco e la comitiva per Roccasecca

A prescindere dal finale, a prescindere dal risultato. Nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo sulla sfida lanciata dal sindaco Giuseppe Sacco per ottenere il titolo di Città della Cultura 2025 per la sua Roccasecca. E esiste ancora un grammo di onestà intellettuale più di uno deve ammettere d’avere lasciato che un sorriso si disegnasse sul volto quando Sacco ha reso pubblica la notizia.

Non importa se ci riuscirà, non importa se sarà Roccasecca la capitale italiana della Cultura per il 2025 oppure un’altra delle dieci finaliste. Ma Giuseppe Sacco, Roccasecca e la Ciociaria hanno già vinto. Hanno vinto nel momento in cui nelle ore scorse hanno dimostrato che questo è un territorio capace di fare squadra. Perché in un titolo assolutamente individualista, nel quale ogni città punta alla bandiera per se stessa, Roccasecca si è presentata a Palazzo Venezia per illustrare il suo dossier in maniera assolutamente plurale: accompagnata da 31 sindaci e dal presidente della Provincia di Frosinone.

Sacco ha dimostrato che in Ciociaria una città è capace di coinvolgere un’intero territorio. A sostenere quel dossier sono voluti intervenire il presidente della Banca Popolare del Cassinate Vincenzo Formisano, la professoressa Ivana Bruno in rappresentanza del rettore dell’Università di Cassino, monsignor Giandomenico Valente presidente dell’ufficio beni culturali della diocesi di Cassino – Sora, e la vecchia gloria dell’atletica nazionale Franco Fava, roccaseccano ed ex mezzofondista e siepista italiano, primatista nazionale dei 20.000 metri e quattro volte campione italiano assoluto su pista.

Chiunque vincerà il titolo, Giuseppe Sacco ha dimostrato che la Ciociaria sta maturando ed ora è possibile andare oltre i campanili.

Ha già vinto.

FLOP

GISELLA CARDIA

Gisella Cardia

Con la fede non si esita, si tira dritti e basta perché la fede è una cosa che non ammette deroghe di pensiero analitico, piaccia o meno. Però una cosa resta altrettanto chiara: chi dovesse avere fede e proclamarla ha il diritto di farlo, chi arrivasse ad usarla ha il dovere di far capire perché la sta usando, e se le sue sono motivazioni genuine. Liquidata la vexata quaestio di quello in cui ognuno di noi ha il diritto di credere, bisogna dire che la presunta veggente di Trevignano non sta facendo molto per onorare il concetto di fede discreta che del mondo ha cittadinanza assoluta.

Non si discute che ella veda la Madonna piangere o essudare. Non tocca al pensiero complesso degli scettici irridere o studiare le formule per cui nel mondo ogni tanto l’Eterno decide di andare in scena invece di pervadere le coscienze con immensa discrezione. Tocca alla parte cartesiana del mondo però cercare di capire perché la signora Gisella Cardia abbia deciso di mettere su un tendone circense di accolitismo che si è offerto alle televisioni. Così come ad internet e, pare, perfino al mercato di web market. Tutto senza tener conto del fatto che forse certe cose vanno vissute con stupore si, ma con garbo.

La 53enne balzata agli onori della cronaca nazionale per i suoi dialoghi con la Madonna di Trevignano raccoglie folle di fedeli in preghiera nel luogo in cui è posta la statua. Esattamente al centro di un’area sua ma tutelata dall’ente parco di Bracciano e Martignano.

E lei, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, ex imprenditrice in atti per bancarotta, dà troppo e troppo forte l’impressione di aver trovato nella fede degli altri una surroga proficua alla fiducia che lei ha perso nella spendibilità occidentale della vita terrena. Noi non contestiamo, noi non censuriamo, noi con critichiamo.

Ma all’uomo moderno piace pensare che ci siano tante strade per trovare se stessi. Tante, purché però nessuna di esse passi per l’irrisione in cupidigia della credulità altrui. Perché se nel mondo di chi non crede quello è sbagliato ed illegale, nel mondo di chi crede quello è peccato.

Credere senza far credere.

MAURIZIO CIANFROCCA

Maurizio Cianfrocca

La scelta è difficile, lacerante. Giustificata solo dalla cinica ragion di stato della politica. Mondo al quale il sindaco di Alatri Maurizio Cianfrocca è estraneo. Ma nelle settimane scorse Fratelli d’Italia ha presentato il suo ultimatum pretendendo la Presidenza del Consiglio Comunale ed un assessorato di peso. Pena, un disimpegno dalla maggioranza.

Cedere, per Maurizio Cianfrocca significa perderci la faccia. Resistere significa perdere la fascia da sindaco e tornare al più presto a nuove elezioni. Perché che la tregua sia finita glielo ha ricordato nelle ore scorse il consigliere di Fratelli d’Italia Gianluca Borrelli. Con un post su Facebook con il quale gli ha dato, di fatto, dell’incompetente e dell’incapace.

Borrelli punta l’artiglieria da uno dei punto più cari agli alatrensi: la festa patronale: “Avrei immaginato che dal palco si fosse iniziato un percorso. Un qualcosa per cercare di ricucire lo strappo sociale, quello squarcio che si è aperto da troppo tempo e che continua ad allargarsi nella nostra comunità. (…) Uno come il maestro Eugenio Bennato… un nome a caso, o forse no. Uno come il maestro Enzo Avitabile… un nome a caso, o forse no. Magari chiedere anche la partecipazione di una figura carismatica, uno percepito come uno zio dai nostri giovani, come Padre Maurizio Patriciello… un nome a caso, o forse no”.

Manco a dirlo, la festa sarà in tono contenuto. Le casse non consentono grandi fasti. E qui arriva il colpo: “Forse qualcuno prenderà questa mia riflessione come una provocazione. Non lo è, anche perché se avessi voluto provocarvi, avrei potuto scrivere che buona parte degli artisti sopracitati sono stati contattati da un nostro concittadino e sarebbero venuti volentieri ad Alatri con una spesa simbolica e pienamente in linea con le possibilità del nostro Bilancio comunale”.

Questa sera c’è la riunione di maggioranza. E Maurizio Cianfrocca è ad un bivio. Perderci la faccia e cedere a FdI. O perderci la fascia. Perché è chiaro a questo punto che FdI lo logorerà fino allo sfinimento.

O la faccia o la fascia.