Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 5 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 5 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 5 aprile 2023

TOP

GIORGIA MELONI

Giorgia Meloni

Il segreto di Giorgia Meloni che poi tanto segreto non è sta tutto nella capacità della premier di intercettare gli umori e sintonizzarsi sulle frequenze “calde” della società italiana. A volte lo fa con i rimasugli di un passato comiziante che alla fine lusinga solo i suoi, ma sempre più spesso le riesce di farlo con determinate fasce della società che hanno la sola tessera di appartenenza a quella fascia.

È abilissima nel cambiare scenario. E mentre è in corso la rappresentazione di una tragedia, con rara abilità lei riesce ad imporre l’attenzione su un altro spettacolo: basato sui buoni sentimenti, tranquillizzante. Il caso è di queste ore: ci sono evidenti quanto gravi ritardi sul Pnrr: per la Corte dei conti, escluse le somme spese sulla Transizione 4.0 ed i bonus edilizi, l’Italia fino a oggi è riuscita a spendere solo il 6% dei fondi. Una figuraccia: perché quei soldi sono stati chiesti a prestito per risollevare il Paese e modernizzarlo. ma mancano i fondamentali. Le mosse della Lega mirano con evidenza ad indebolire la premier. E lei, in mezzo a questo scenario cosa fa? Cambia scenario e mette al centro gli anziani.

Sia chiaro, il merito di ciò che il governo in carica sta approntando per il loro “favor” è roba non immune da critiche politiche, aggiustamenti e perfino da accuse di spot. Ma la forma ed il metodo con cui Giorgia Meloni ha messo la terza età in agenda sono cose che funzionano. “Il Patto per la Terza Età pone le basi per una riforma strutturale delle politiche in favore degli anziani e contro la loro marginalizzazione e solitudine”.

Cosa c’è di più simile ad uno spauracchio per un anziano che restare solo e vivere ai margini? Nulla, a contare che per molti di essi sembra quasi un destino segnato e non certo per colpa della politica ma dei figli immemori. E ancora, nel tecnico: “L’approvazione definitiva in Parlamento del disegno di legge delega è un risultato estremamente importante e il mio ringraziamento va a tutte le forze politiche, al Terzo Settore, ai sindacati e alle categorie professionali di riferimento che hanno dato il loro contributo durante l’esame parlamentare e hanno consentito di migliorare il testo iniziale“.

Ecco la Giorgia che un mese fa è andata a testa alta e con una frizzante strategia in saccoccia alla Cgil: i sindacati sono ormai parte del suo lessico e delle sue dinamiche interlocutorie, se non di quelle decisionali, e gli anziano in questo caso sono stati grimaldello efficacissimo. E in chiosa: “Gli anziani rappresentano il cuore stesso della società e prendersi cura di loro significa avere cura di tutti noi. Questo è l’impegno che ci siamo presi e lavoreremo velocemente per dare concreta attuazione a questa riforma”.

Cuore e mistica della risorsa attiva perché ispiratrice. Le due parole chiave con cui la Meloni ha riaffermato una gerontocrazia etica che in Italia non è mai mancata, ma che troppo spesso era andata a soccombere in questi anni rispetto alla “premiership” argomentativa dei giovani.

Duttile.

ENZO SALERA

Enzo Salera

Stanno provando a dire che è una specie di abusivo: come quelli che di notte e con la suocera di vedetta per controllare se arrivano i vigili, impilano quattro mattoni ed un po’ di calce per fare una stanza in più alla casa diventata troppo stretta. Solo che Enzo Salera non si sta facendo casa ma sta rendendo moderno e degno di questo nome il cuore di Cassino: corso della Repubblica.

Nei giorni scorsi i consiglieri di opposizione (tranne Bevilacqua e Calvani) hanno scritto alla Procura della Repubblica, puntando il dito sul fatto che il Comune non abbia tutte le autorizzazioni. Mettendo in chiaro che l’opposizione non è contraria ai lavori su Corso della Repubblica (altrimenti avrebbero votato contro quando era il momento): ma vogliono lo stop ai lavori perché mancherebbe la carta che autorizza l’impiego delle nuove mattonelle. Che poi sono le stesse usate nella vicina piazzetta trasformata da parcheggio ingorgato a gioiellino con luci e fontane.

La risposta della Soprintendenza arrivata nelle ore scorse dice che l’assenza di quella carta “di per sé, non attribuisce l’illegittimità all’atto amministrativo, bensì è da considerarsi inefficace, fino alla successiva acquisizione della predetta autorizzazione”. Cioè: non è illegale e non c’è niente di cui scomodare le Procure; ma fino all’arrivo dell’autorizzazione non si possono posare i pavimenti.

S’è provato ad interessare la Regione Lazio. Che oggi è a guida del centrodestra. E con tutta la buona volontà non s’è trovato uno che intimasse lo stop ai lavori: anche perché i danni poi li pagherebbe lui davanti alla Corte dei Conti. In viaggio c’è una lettera che invita (non intima) il Comune a sospendere la posa dei pavimenti. Cosa che non è in corso.

Allora, giù la maschera: il centrodestra, le opposizioni, vogliono o non vogliono la pedonalizzazione di Corso della Repubblica? Se no, perché non l’hanno impedita quando è stato il momento di approvare il progetto e chiedere i fondi? Perché lo fanno ora che i commercianti protestano legittimamente temendo un lucro rinviato? Vogliono bloccare il cantiere solo per allungare i tempi e poi dire in campagna elettorale che saranno loro a completarli? Meglio saperlo subito. Tanto per avere chiaro chi è a candidarsi a guidare la città alle prossime elezioni.

Non è illegittimo.

FLOP

LA CONSOB

La sede della Consob (Foto © Sergio D’Afflitto

Mala tempora currunt sed peiora parantur”, spiegava solenne un detto latino che troppo spesso mettiamo in bocca ai grandi autori per apparire studiati. Ma che ha origini pop. E quei tempi infausti stiano arrivando lo testimonia quanto sta accadendo in Consob. La Commissione Nazionale per le società e la Borsa sembra essere diventata due cose: un bacino di pescaggio per il Governo a caccia di nuove figure di profilo stellare. Ed al contempo un posto da cui “fuggire” prima che la più grande crisi finanziaria dal 2008 arrivi come una slavina.

Dal primo di questo strano aprile, ad esempio, sono operative le dimissioni di Paolo Ciocca dall’incarico di commissario della Consob. Lo stesso ente lo aveva fatto sapere, esprimendo un protocollare ma algido “apprezzamento al dottor Ciocca per il contributo professionale qualificato reso al Collegio e a tutta la Consob”. E siccome in certi ambienti i convenevoli al limone si ridanno, lo stesso commissario Ciocca “nell’augurare al Collegio un buon proseguimento dei lavori, ha ringraziato per i cinque anni di proficuo lavoro fin qui svolto insieme“.

Tutto normale quindi? Non molto, a considerare che saranno due i nuovi commissari da nominare. E che oggi che le servono più che mai ranghi pieni la Consob lavora con soli tre componenti: il presidente Paolo Savona e i commissari Chiara Mosca e Carlo Comporti. Perché?

Perché Cioccia non è il solo “desaparecido”. A inizio febbraio è infatti terminato il settennato di Giuseppe Maria Berruti. E tanto per glassare il tutto, il 15 marzo e dopo poco più di cinque mesi dall’inizio dell’incarico, Enrico Ajello aveva a sua volta rassegnato le dimissioni da direttore generale di Consob.

Ciocca sembra destinato al ruolo di nuovo direttore generale per l’Economia. Ce lo vorrebbe Giancarlo Giorgetti in persona. Ma non è dove andrebbe che interessa, quanto piuttosto da dove è andato via. Un ente che pare in emorragia continua e massiva di intelligenze e che oggi assomiglia ad una nave rompighiaccio con la plancia di comando deserta e la rotta dritta addosso alla banchisa più dura e minacciosa del Polo.

Una nave che a bordo ha molti, moltissimi passeggeri ignari.

I topi, la nave e il naufragio.

RAI VLOET

Rai Vloet durante Frosinone-Empoli, stagione 2018-19

Gli atleti erano sacri, un tempo. Le guerre venivano sospese per consentirgli di esibirsi sotto l’ombra benevola della dea Olimpia. E anche per questo erano tenuti ad un atteggiamento consono al loro ruolo. Non fosse altro per il fatto che un’impresa sportiva non la ottieni con un sorriso ma solo con sacrificio, tenacia, impegno, costanza ed anche un pizzico di fortuna. Non è quello che ha fatto Rai Vloet meteora calcistica che per meno d’una stagione nel 2018 ha avuto il privilegio di indossare la maglia del Frosinone Calcio.

Nelle ore scorse un tribunale olandese lo ha condannato a due anni e mezzo di carcere. Più quattro anni di di ritiro della patente. Colpa di un incidente stradale nel quale è morto un bambino di quattro anni. Succede. Dispiace. Ma anche no. Perché quel giorno di novembre del 2021 il calciatore era alla guida sulle strade vicino ad Hoofdorp: nel nord dell’Olanda dove ancora portano le calosce per evitare di bagnarsi i piedi. Era lanciato a 200 all’ora e poco lucido perché brillo.

Criminale ma ammissibile per un relitto umano. Doppiamente criminale ed inammissibile per uno che di mestiere fa l’atleta . E per questo non può permettersi di bere più d’un bicchiere di lambrusco a pasto. Pena le prestazioni sportive. Che infatti non erano memorabili.

Nemmeno un minimo di dignità. Alla polizia provò a far credere che al volante ci fosse l’amico che era con lui. Venne fuori che non era così. La sua unica salvezza ora è il fatto che stia giocando in Russia. Chissà se anche a lui offriranno l’arruolamento per non scontare la condanna.

Pessimo esempio.