Top e Flop, i protagonisti di sabato 29 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 29 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 29 aprile 2023

TOP

MOBY FANTASY

La Moby Fantasy

I cetacei hanno una caratteristica che magari non a tutti è chiara: sono mammiferi. Mammiferi marini che hanno deciso di assomigliare ai pesci e prendere la forma e lo stile di vita di chi in acqua trova maggiori vantaggi che sulla terra. Via le zampe e benvenute pinne, via i peli e ciao pelle liscia ed idrodinamica tanto per dirne due. Ma sono mammiferi, come noi e come il toporagno, non pesci.

E la Cina è un po’ come i cetacei: ha imparato a fare le cose dell’occidente come e meglio di esso. Ed oggi è la gigantessa del mondo. Il suo ultimo parto è italiano e si chiama Moby Fantasy. Il cantiere cinese Guangzhou Shipyard lo ha consegnato alla nostra Moby e non senza sforzo.

Perché? Perché è un traghetto di nuova generazione e perché la Moby è la nuova ammiraglia della flotta Moby. Quella cioè che dovrà essere punta di lancia di turismo e mobilità del decennio 2025-2035. È il futuro con la carena insomma. La nave arriverà al porto di Livorno entro la metà di maggio e per fine estate arriverà la gemella, Moby Legacy, atteso per fine estate. Moby Fantasy è in viaggio dalla Cina e sta attraversando due oceani per giungere poi nel Mediterraneo.

Farà la rotta Livonio-Olbia. Ed è una gigantessa: “Con i suoi 237 metri di lunghezza per 32 di larghezza e una stazza lorda di 69.500 tonnellate la Moby Fantasy è il traghetto passeggeri più grande finora costruito a livello mondiale, con una capacità di 3.000 passeggeri e 3.850 metri lineari di carico rotabile”. E chi l’ha fatta fa sapere che “è stata ideata secondo i più elevati standard di sostenibilità adottando dotazioni e tecnologie all’avanguardia. Che mirano alla tutela dell’ambiente e alla transizione energetica ed ecologica con l’obiettivo di abbattere al massimo le emissioni”.

La nuova ammiraglia green “è il primo traghetto al mondo ad ottenere la certificazione EEDI3 con un risparmio in termini di emissioni di oltre il 50% rispetto ai traghetti tradizionali”. E sapete quel è il simbolo della Moby? Ecco, la grande Balena Blu. Un cetaceo. Uno che ha cambiato pelle per vivere come nessuno avrebbe mai creduto.

Balena mandarina.

ADRIANO PIACENTINI

Adriano Piacentini (Foto © AG. IchnusaPapers)

La diplomazia si esercita in mille modi. Finanche con una partita di ping-pong, come fecero americani e cinesi negli anni 70 quando la squadra a stelle e strisce ricevette l’invito a disputare una gara contro la nazionale della Repubblica Popolare: furono i primi americani a mettere piede da quelle parti da quando Mao aveva fatto piazza pulita di mandarini ed ogni traccia dei rapporti con il mondo di Marco Polo.

L’assessore al Bilancio del Comune di Frosinone Adriano Piacentini non gioca a ping pong. Ma conosce il sottile linguaggio della diplomazia. Lo ha usato nelle ore scorse, aprendo un canale di dialogo amministrativo con l’opposizione. «A proposito della Tari, ci sono state alcune richieste avanzate dai Consiglieri di minoranza Angelo Pizzutelli e Claudio Caparrelli. Al momento non è possibile tenerne conto per un limite tecnico. Ma terremo in considerazione quelle sollecitazioni non appena sarà possibile intervenire sulla tariffa».

Al di là del merito, al di là dei contenuti: è la disponibilità di cui si è fatto carico l’assessore Piacentini a fare la differenza. È una logica del tutto inedita quella alla quale spiana la strada nel nome dell’amministrazione del sindaco Riccardo Mastrangeli.

Non è consueto che nelle nostre amministrazioni si tenga conto di quanto viene suggerito dall’opposizione. E se proprio quei concetti non possono essere ignorati si ricorre allo stratagemma di farli riscrivere: con parole diverse ma identica sostanza a qualcuno del proprio gruppo. Bloccando la mozione avversaria e spianando la via a quella del proprio fronde. Assumendosi così ogni merito ed onore che derivi da quella proposta.

Nella fattispecie, l’altra sera Angelo Pizzutelli capogruppo Pd, ha proposto al comune di Frosinone uno sconto sulla Tari per quelle attività che non ospitino al loro interno slot machines. Un modo per dire no al gioco d’azzardo ed incentivare a dismetterlo. Adriano Piacentini e l’amministrazione Mastrangeli avrebbero potuto diluire quella proposta, renderla meno visibile, ignorarla e poi riesumarla sotto altra forma.

Invece no. Adriano Piacentini si è fatto carico di dire che quella proposta va tenuta in considerazione, al punto che lui e l’amministrazione la faranno propria. E la approveranno appena sarà tecnicamente possibile: cioè dopo il via libera al Bilancio quando si potranno poi fare le variazioni.

È il segnale di un nuovo modo di relazionarsi tra maggioranza ed opposizione, dialogare, confrontarsi. L’abilità diplomatica sta in un concetto antico delle feluche: portare l’avversario sul terreno del confronto significa allontanarlo da quello dello scontro.

Assessore alle finanze con delega agli Esteri.

FLOP

FABRIZIO CORONA

Fabrizio Corona

Nessuno che sia sano di mente cadrà mai nel trappolone infido di applicare a Fabrizio Corona quel teorema di polarizzazione tutto italiano per cui o si sta con lui o contro di lui. Fabrizio Corona è un furbo di tre cotte che in punto di Diritto a volta ha fatto il furbo oltre il limite del consentito.

È un profittatore di guai altrui ed è a suo modo un genio della comunicazione e della tragedia tragediata. In una parola Fabrizio Corona è un italiano medio perfetto e criticare lui è fare come Tafazzi ma con una roncola al posto della bottiglia in plastica. Tutto questo aveva però valore di Vangelo fin quando il nostro si barcamenava fra gossip, questioni giudiziarie gracchiate nel mainstream e cazziatoni alla sue ex.

E probabilmente vale per ogni altro ambito in cui Corona decida di stuzzicare l’innato manicheismo tricolore. Ma ammettiamo che con la faccenda di Catania la perplessità è andata al suo “acmé”. Fra due settimane, il 14 ed il 15 maggio, un certo numero di Comuni italiani rinnoverà i suoi Consigli comunali e Corona è della partita. “Fabrizio Corona ha accettato di candidarsi a consigliere comunale nella nostra lista Movimento popolare catanese“.

Lo aveva annunziato “magno cum gaudio” il candidato a sindaco di Catania del Mpc, l’avvocato Giuseppe Lipera. Premessa: non solo è un suo diritto, ma in un certo senso è anche in prefetto mood con il personaggio che necessita da sempre di sbocchi mainstream sempre diversi ed appetibili.

Non esistono i Partiti. Abbiano visto come un Partito, il M5S, sia riuscito ad ottenere ciò che ha ottenuto. Abbiamo visto come tantissimi incapaci ed inetti si sono trovati in posizioni importantissime dal punto di vista governativo“. Ecco una chicca.

Tuttavia ed al di là del sincero amore che Corona prova per la sua terra di origine resta il fatto di una scelta che sa più di proposta di se stesso che per un luogo ed un modo di concepire i bisogni della collettività. E per il momento con il beneficio del dubbio Corona ha lasciato molti cittadini e qualche elettore. Perché votare non è mettere un like ad una storia e un cittadino non è certo uguale ad un follower.

Fra diritto ed opportunità.

IL CODICE CIVILE

Il Guardasigilli Carlo Nordio

Non funziona e non può funzionare. E nemmeno funzionerà fino a quando la riforma viene demandata a coloro che dei cavalli, degli arzigogoli, delle ambiguità contenute nei nostri Codici dovranno poi usufruire. Perché se si fa la tara, in Parlamento ci sono molte più toghe da avvocato che da magistrato.

E se le cose non funzionano non si può dare la colpa sempre alla magistratura. Una parte non secondarie è delle regole all’interno delle quali la stessa deve operare. Regole talmente bizantine ed estranee alla concretezza delle cose da creare veri e propri mostri.

Come quello materializzatosi in queste ore a Latina. Dove oltre mezzo secolo è stato necessario per risolvere un esproprio. Che ora viene pagato dal Comune di Latina per una cifra complessiva di 2,8 milioni di euro. Con l’effetto sul quotidiano del condizionare l’azione di qualsiasi amministrazione uscirà dalle urne dei prossimi 14-15 maggio quando si rinnoverà l’amministrazione comunale.

La vicenda affonda nei primi anni Settanta: l‘allora amministrazione comunale acquisisce aree per circa 16mila metri quadri dietro l’attuale stazione delle autolinee. Ci realizza quattro vie, sotto le quali fa passare le fogne ed i sottoservizi. Ma dimentica di avviare le procedure di esproprio. E soprattutto non versa una lira ai proprietari. Il problema non è tanto questo: quanto ciò che è accaduto quando i proprietari sono andati a reclamare i loro diritti in tribunale.

C’è voluto mezzo secolo. A vedere la sentenza sono stati i discendenti di quelli che avevano promosso la causa. E partiamo da un presupposto: tutto ha funzionato e nessuno ha dormito: Ma non è così che può funzionare. Perché in queste condizioni nessuno sano di mente verrà ad investire un centesimo da queste parti.

E proprio perché tutto ha funzionato come sta scritto che debba funzionare, allora è il momento che la riforma della Giustizia venga fatta. Presto e bene. Non solo perché ce lo impone l’Europa in cambio dei soldi che ci ha dato per modernizzarci. Ma perché lo impongono le evidenze. Così non funziona.

Manco a Bisanzio.