Top e Flop, i protagonisti di venerdì 17 febbraio 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 17 febbraio 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 17 febbraio 2023

TOP

ENZO SALERA

Enzo Salera

O la va o la spacca. L‘azzeramento della Giunta comunale deciso dal sindaco di Enzo Salera porta a ridosso del baratro un intero progetto politico: quello che lo ha condotto a vincere le elezioni Comunali tre anni e mezzo fa, portando Cassino sotto la bandiera del centrosinistra.

Se Cassino cadrà nel baratro o continuerà a correre dipenderà dalle scelte che verranno fatte da Enzo Salera entro martedì. Entro quella data annuncerà i nomi dei nuovi assessori. E si comprenderà la nuova fisionomia politica di quel progetto. Che stando ai primi segnali, si apre al Terzo Polo ed al mondo dei civici. E rischia di escludere pilastri come quelli rappresentati dall’intera area maggioritaria Pd Pensare Democratico, il cattolicesimo impegnato di Demos, i movimenti di Danilo Grossi. Che in questi tre anni e mezzo è stato l’ideologo e lo spin doctor. (leggi qui: Salera azzera la Giunta, scintille in maggioranza).

Sarebbe un cambio di fisionomia. Legittimo. Per alcuni aspetti anche doveroso: dal momento che la sintonia con Enzo Salera si è allentata. Ma al tempo stesso rischioso. Molto. Perché si tratterebbe di un vero e proprio cambio di strategia Un campo nel quale finora il sindaco di Cassino non ha brillato. Perché non sono stati brillanti i risultati ottenuti con la sua linea per le elezioni Provinciali: in aperto contrasto proprio con quella proposta dalle aree oggi messe in discussione nella Giunta.

E nemmeno sono stati brillanti i risultati ottenuti con la sua linea sulle Regionali: al di là dei numeri eccezionali, il suo candidato non entra in Regione mentre entra quello dell’assessore Arianna Volante e del presidente d’Aula Barbara Di Rollo. Prima ancora non aveva brillato la scelta del candidato schierato alle Politiche di settembre.

Enzo Salera è consapevole di questi limiti. Ma ha giocato la carta del tutto per tutto. Ed il coraggio va sempre elogiato. Anche perché è lui a rischiare in prima persona l’osso del collo politico.

La naturare ammirazione per il temerario.

GIANFRANCO PASQUINO

Gianfranco Pasquino (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Non c’è retorica alcuna nel dire che a Pisana e Pirellone siederanno persone elette in un voto “guastato” dall’astensionismo. Non potrebbe esserci perché il dato è reale e tiene banco in questi giorni di analisi della tornata d’urna per le Regionali nelle due più importanti realtà territoriali del Paese. Cosa è successo anzi, cosa sta succedendo da ormai molti anni a questa parte e perché gli italiani votano sempre di meno?

Disillusione, voto “inutile” a fini speculativi, rappresentanze monche e dissociazione dai territori. Qualunque cosa sia accaduta ci sono analisi e rimedi che andrebbero letti senza saccenza enciclopedica ma con urgenza strategica.

Analisi come quella a tre teste di Gianfranco Pasquino, politologo dell’Università di Bologna. “Non si vota per impossibilità di andare alle urne; non si vota perché non si vuole votare; non si vota perché i partiti sono una realtà lontana, priva di rete sociale, che non incontra e non si interfaccia con i cittadini“.

Poi Pasquino è andato in verticale su come combattere il fenomeno.
Con un intervento politico: sul territorio attraverso i cosiddetti leader naturali, il commerciante il professore….; E con il voto online, che, favorendo il voto da casa, farebbe risalire le percentuali di partecipazione di almeno 10-15 punti percentuali“.

Il campo minato è quello del voto obbligatorio: “Non sono a favore del voto obbligatorio, perché è importante la libertà di scelta. Ma va ricordato l’articolo 48 della Costituzione secondo cui il suo esercizio è un dovere civico“.

Insomma, ricordarsi di un dovere era importante, ma rammentare che quel dovere non coincide con un obbligo e che forse la strada è altrove lo era ancora di più.

Capire senza imporre.

FLOP

ANTONIO POMPEO

Antonio Pompeo

Alle Provinciali ha perso per 3 voti ponderati, alle Regionali ha conquistato una marea di consensi ma non sono bastati per essere eletto. Ora deve affrontare le Comunali di Ferentino. Dove è stato sindaco per dieci anni. Ma a dominare è il suo silenzio mentre tutto intorno è un fermento per le altre formazioni che hanno costituito la sua maggioranza. (Leggi qui: Le mosse di Pizzotti e di Virgili per archiviare Pompeo).

L’abilità di un leader è quella di costruire nel tempo la sua successione. Che al momento opportuno deve avvenire in maniera quasi naturale, assolutamente de plano. A Ferentino questo non è avvenuto. Ma sono maturate invece le legittime aspirazioni che dovevano essere colte dai primi germogli e guidate verso la soluzione che il leader voleva.

Antonio Pompeo non è una figura irrilevante nello scenario politico: tanto in quello Regionale quanto in quelli Provinciale e Comunale. A testimoniarlo sono i numeri: sia quelli elettorali e sia quelli delle sue amministrazioni. Proprio per questo il silenzio di questi giorni è ancora più evidente. Tanto più perché nel frattempo gli altri giocatori stanno facendo la loro partita.

Rischio triplete. ma al contrario.

ALESSANDRO ZAN

Alessandro Zan (Foto: Sara Minelli / Imagoeconomica)

Era partito bene ma si è un po’ perso per strada, come suo solito. Alessandro Zan è un po’ così: infila idee modernissime e persegue concetti che rimettono l’Italia al passo con il mondo ma poi va in iperbole e sovraccarica tutto.

Come con il Festival di Sanremo ad esempio, che per Zan è ancora pietra miliare di riflessione malgrado dopo ci siano state le Regionali che hanno consegnato il Lazio alla destra e consacrato come destrorsa la Lombardia.

A Zan interessa però di parlare delle polemiche legate ai baci e alle scene ‘scandalo’ in chiave gay. Ma secondo quale chiave di lettura? Quella per cui prime e secondo abbiano potuto influenzare il voto in senso negativo per il centrosinistra.

La questione era tossica a monte ma Zan a valle ci è voluto scendere lo stesso. E ha detto come la pensa senza prima ossigenare il suo pensiero che è venuto fuori pieno del tannino di una accusatio non petita: “Distinguerei il festival nazional-popolare per eccellenza dove da anni si trattano certi temi dalle ultime elezioni che hanno piuttosto evidenziato il dato di un allarmante astensionismo“.

E poi: “Che la gente vada o meno a votare a causa di Sanremo, francamente…”. Infine la lettura cartesiana:Il segnale è rivolto ad una politica che non dà risposte. In questo quadro, anzi, devo registrare un risultato del Pd migliore rispetto alle politiche di settembre, nelle regioni interessate“.

E se io sostengo la mozione Schlein è proprio perché dobbiamo indicare una politica in grado di dare risposte alle persone che dovremmo rappresentare e che non si sentono rappresentate, le persone che reclamano diritti, le persone con i redditi più bassi…“.

Tutto bene dunque? No, perché nel tentativo di cogliere un’usta seria a favore della mozione che lui sostiene all’interno del rinnovando Pd Zan non ha colto il pericolosO. Invece di limitarsi a liquidare la faccenda come ridicola ci ha attaccato un micro spot inutile.

E come suo solito è andato in sovraccarico rispetto alla bontà della sua posizione originaria.

Upgrade inutile.