Top e Flop, i protagonisti di venerdì 24 marzo 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 24 marzo 2023

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 24 marzo 2023

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TOP

MARCO TRONCONE

Marco Troncone (Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

Siamo abituati forse da troppo tempo a considerare figo tutto ciò che è italiano e primeggiante solo con cibo e style, il che è vero. O con la cultura ed il turismo: il che è falso. O con la musica: il che è falsissimo. Per converso ed inossidabile luogo comune tendiamo a considerare le skill logistiche e tecnologiche nostrane non proprio all’altezza e viviamo nell’eterna sudditanze di Germania, Usa ed Estremo Oriente.

Cosa questa che è vera ma con riserva. Ecco, l’aeroporto di Fiumicino è una delle riserve che ogni tanto permettono agli italiani di togliere il prosciutto dagli occhi e scoprirsi concorrenziali dove si credeva non vi fosse gara. L’hub capitolino è stato valutato miglior aeroporto europeo per la qualità da 5 anni. E non ci si è fermato a questo, perché il “Da Vinci” ha ottenuto le 5 stelle Skytrax.

Di cosa parliamo? Del massimo riconoscimento assegnato dall’organizzazione internazionale di rating del trasporto aereo. Si, la “nostra” è stata una valutazione a 5 stelle e da quanto leggiamo è stata ottenuta al termine “di un’approfondita analisi dei servizi e delle strutture dei terminal condotta nel corso del 2022”. Quel report riconosce ed assegna al “Leonardo da Vinci” standard eccellenti nella qualità del servizio erogato ai passeggeri e nell’attività del personale.

Marco Troncone è l’Ad di Adr ed in quel podio ci ha messo lo zampino grosso dei manager che non si fanno intimidire dalla mistica cinematografica di Heatrow e del JFK. E lo ha detto chiaro con un sottile senso di rivalsa che ci è piaciuto perché dimostra la tigna di un popolo che ha smesso di auto compiacersi e non ha rinunciato a gareggiare. Ed a vincere.

Il percorso è iniziato da lontano e Troncone lo ha detto: “Dopo anni di confermata leadership a livello europeo siamo stati confermati per la sesta volta primo aeroporto per qualità in Europa. Questo nuovo riconoscimento 5 stelle Skytrax ci porta ad un nuovo livello globale e normalmente sono solo appannaggio dei grandi hub asiatici, Tokio, Seoul, Singapore”.

Che vuol dire? Che da ora Fiumicino è in un club privè di grana assoluta “in quella sfera di qualità ed è una enorme soddisfazione. Siamo proiettati verso il futuro. Abbiamo percorso l’eccellenza ma ora è il momento di rilanciare sull’innovazione, disegnare l’aeroporto del futuro, più smart, più tecnologico, più sicuro”.

Volare alto non è proibito.

AMBROGIO SPREAFICO

Ambrogio Spreafico (Foto © Stefano Strani)

L’umiltà è una virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifugge ogni forma d’orgoglio e di superbia. Non è facile da trovare, non è semplice da applicare: ci sono persone che si esercitano un’intera vita per raggiungerla. Padre Ambrogio Spreafico è l’uomo che ha parlato con il rettore dell’università de Il Cairo e con quel dialogo ha contribuito a spianare la strada per il viaggio di papa Francesco in Iraq; è l’interlocutore con il quale gli ebrei si confrontano per interpretare insieme le Scritture; stimatissimo dai Valdesi, per tre mandati è stato rettore dell’Urbaniana e poi presidente della conferenza dei rettori delle università cattoliche romane. Non a caso guida il dicastero per il Dialogo tra le Religioni in quello che è l’organismo nel quale sono riuniti i vescovi italiani.

Vestito come un semplicissimo parroco, ieri si è confrontato con un centinaio di studenti nel liceo di Ceccano: lì dove un recente sondaggio dice che i ragazzi delle Superiori all’interno delle cinque vicarie sono o atei o agnostici. È andato lì non per fare prediche ma per ascoltare, perché «anche noi uomini di chiesa abbiamo la necessità di capire il mondo in cui siamo». È andato non per farsi sentire ma per sentire perché «I giovani hanno bisogno di essere ascoltati. Tante volte noi li giudichiamo, ma non li capiamo perché non li ascoltiamo. È tutta una catena per cui alla fine diventa difficile vivere insieme».  

Ha ascoltato, risposto alle domande sull’amore, sulle coppie gay, sulla guerra, la violenza, la droga. Spiegando a tutti che il dialogo è l’arma più forte. E citando un esempio che risale al suo lavoro nella Comunità di Sant’Egidio: ha spiegato che il dialogo «Ha reso possibile la pace in Mozambico dopo quindici anni di guerra grazie a due anni di trattative. La pace è sempre un compromesso, non c’è niente da fare. È inutile sbraitare e inveire contro l’uno o contro l’altro».

La forza della parola.

FLOP

ALFREDO MANTOVANO

Alfredo Mantovano

Poche cose sono state in queste settimana su groppone e strozza di Giorgia Meloni come il nodo immigrazione. Ci sono state perché la Meloni è una che viene da posizioni nettissime sul tema (draconiane, direbbero gli studiati). Ed è approdata sulla nuvola delle posizioni forzosamente sfumate. E di quella contraddizione ne risentono un po’ tutti, a Palazzo Chigi, in un senso o in un altro.

La Lega lamenta troppe spalmate di marmellata Ue sui legiferati. Forza Italia paventa derapate Ue che tolgano all’Italia le skill del Pnrr e dei soldi che contiene. Insomma, tutti in ambasce ed ognuno per motivi suoi più o meno credibili. Ma nessuno nei guai, guai solo dialettici, come l’uomo di Meloni per eccellenza, il potente sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministro Alfredo Mantovano.

Che in tema di immigrazione pone il problema di timing e congruità dei legiferati. “Un conto è un decreto urgente, altro è rimettere mano alla intera legge sull’immigrazione che ormai ha fatto il suo tempo, è stata rattoppata non so quante volte, ci sono gli articoli bis, ter, quater”. Il punto di partenza di Mantovano è ottimo, perché punta alla giugulare della Bossi-Fini che “ormai è diventata una legge-arlecchino. Bisognerà fare qualcosa di nuovo, ma con calma e in maniera articolata”. Mantovano ha in un certo senso perfettamente ragione. Ma la spaventosa logicità della sua parole cozza con una cosa che di questi tempi e dalle parti di Palazzo Chigi sembra essere “passata poco”: si parla di vite e di tempi strettissimi per salvarle, non (solo) di normati solidi che rimettano lo Stato in asse con una impalcatura di leggi serie e compatte.

Ho letto di spaccature. Io nel mio ruolo presiedo il pre-consiglio, dove si esaminano le norme sotto il profilo tecnico. Non c’è stata nessuna spaccatura”. Insomma il problema di Mantovano è solo smentire che dove lui fa il mazziere di cerimonia non ci sono scazzi.

Ma il problema è un altro e non è quello della compattezza di chi governa o della sostanza di ciò che è frutto del governo: il problema è sbrigarsi anche con leggi-tampone che vadano a mettere una nuova pezza a quell’Arlecchino che Mantovano cita.

Ma che almeno e per ora diano strumenti veri a chi salva vita per uscire in mare senza attendere che il mare si sia già preso la sua cambiale di vite umane.

Lucido ma gelido.

FRANCO EVANGELISTA

Franco Evangelista

Il sospetto è sempre legittimo. E la richiesta di chiarimenti è doverosa. Soprattutto se si indossa la veste di Consigliere della minoranza: che per suo ruolo deve vigilare, osservare, sollecitare coloro che dalla maggioranza sono al governo. Ma c’è modo e modo per farlo, c’è un solco nel quale muoversi, esistono limiti ben precisi oltre i quali la legittimità cade e si sconfina nel fango gratuito e si rischia la diffamazione.

Come ha fatto l’altra sera il consigliere comunale di opposizione Franco Evangelista: eletto nell’Aula di Cassino nella lista della Lega, transitato in Fratelli d’Italia, dichiaratosi indipendente, rientrato in FdI. Ha dato lettura di un’interrogazione, legittima e doverosa. Riguarda i materiali inseriti nel capitolato d’appalto per i lavori di pedonalizzazione del centralissimo Corso della Repubblica. Bene.

Ma in quella interrogazione non ha sollevato dubbi sulle scelte tecniche, né su quelle economiche. Cioè: perché avete messo questa pietra e non quest’altra che si intona meglio? Oppure: perché avete scelto questa che costa tot ma quest’altra che costa tot? No. Evangelista ha sollevato un’altra questione: per sapere se quei materiali sono pericolosi per la salute in quanto realizzati anche con ceneri che vengono dai termovalorizzatori.

Se si svolge un ruolo pubblico in una città che è la seconda per importanza in tutta la provincia di Frosinone ed è conosciuta in tutto il mondo, un minimo di cose andrebbero conosciute. Ad esempio: i materiali scelti dal Comune e prodotti dal gruppo Saxa Gres a Roccasecca sono gli stessi che stanno rivestendo le strade del più recente centro direzionale Microsoft negli Usa, sulla via Cristoforo Colombo a Roma, su città d’arte come Gualdo, a Miami ormai si usa solo quel materiale e proprio gli ordini americani e nordeuropei sono stati un successo per il progetto.

Supponiamo che li stiano mettendo lì perché a Roma coma a Miami non hanno la fortuna di avere un Franco Evangelista che si fa venire i dubbi: ma sulla base di quali perizie industriali il Consigliere avanza i suoi sospetti per contrastare le tre relazioni di tre diverse università italiane che sono state necessarie per convalidare il brevetto dopo due anni di sperimentazione? Nessuna.

Il sospetto è legittimo e l’interrogazione è dovuta. Ma oltre un certo limite è fango, mentre qui si parla di gres porcellanato.

Fango sulla porcellana.