Top e Flop, i protagonisti di venerdì 31 marzo 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 31 marzo 2023.

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 31 marzo 2023.

TOP

GOLAR TUNDRA

La nave Golan Tundra

Ci sono approdi che fanno bene alle nazioni e magari meno bene ai punti di approdo. Ma resta il fatto che in una società civile il bene della collettività dovrebbe sempre prevalere su quello della singola comunità. Il motivo perciò per il quale l’arrivo della nave rigassificatore Golar Tundra davanti alla costa di Piombino, in Toscana, è da considerasi fatto ottimo appare evidente a (quasi) tutti.

Ma cosa farà la Golar? Sarà uno dei grimaldelli con cui l’Italia prima di Mario Draghi e poi di Giorgia Meloni hanno giocato le loro carte dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ed il caos energetico annesso all’orrore della sopraffazione armata. In merito esisteva un preciso cronoprogramma che proprio a partire dal primo giorno di aprile avrebbe visto la nave avviare la fase tecnico-operativa per sopperire a ciò che non abbiamo. E che, dopo che il nome di Putin è finito in fascicolo Aia, dalla Russia non avremo più.

Il dato è che, piaccia o meno, noi siamo atlantici per il più diretto degli imprinting, quello “provato empiricamente” sul campo di un conflitto al quale stiamo partecipando per procura logistica ma con piglio da primissima linea. E che questo sia giusto o meno, il dato per cui con il gas avrebbe dovuto trovare altre fonti restava saldissimo. Ne abbiamo bisogno da parti del mondo che lo possono spedire solo per mare perché allo stato liquido. E ci servono navi come la Golar Tundra per uscire dai guai.

Lo scopo è “consentire al nostro Paese di liberarsi del tutto, entro quest’anno, dalla dipendenza del gas russo“. Chi lo ha detto: un soddisfatto ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso che ha segnato col puntaspilli anche lo step due: “Quando arriverà l’altra nave a Ravenna azzereremo del tutto la dipendenza. Siamo già passati dal 40% di import di gas dalla Russia nel 2021 al 16% dello scorso anno. Con queste navi completeremo la nostra autonomia, anche grazie agli accordi fatti con l’Algeria“.

Insomma, piaccia o meno da oggi la Golar rappresenta una speranza che non si paghino più conseguenze di scelte che poi e solo in un secondo momento sottoporremo al giudizio della storia. Oggi ci serve solo che facciano il loro dovere. Senza pesci d’aprile.

Gasatissimi.

RICCARDO DEL BROCCO

Riccardo Del Brocco

Ci sono congiunzioni astrali favorevoli: quando i pianeti si allineano in una maniera ottimale e tutto allora comincia ad andare per il verso giusto. Poi homo faber fortunae suae come ebbe a dire Appio Claudio Cieco. Ed all’assessore all’Ambiente del Comune di Ceccano Riccardo Del Brocco questa settimana sta andando tutto non bene ma benissimo. Astri, forse: che di certo però s’è andato a cercare.

Domenica c’è stato il Pranzo di Primavera: in apparenza un classico pranzo di street food, ben organizzato, conviviale, con una grafica accattivante (finalmente) e comunicato bene (alleluia). In realtà è l’iniziativa con cui ridare ossigeno ai commercianti messi in crisi dal blocco del traffico per via dello smog: Del Brocco ha dato un motivo alla gente per andare comunque in centro e consumare. Ha fatto il pieno. Secondo colpo: la riapertura del sentiero di Monte Siserno, che esiste da secoli ma ora entra nell’anagrafe ufficiale CAI. Un po’ come se un ristorante entri nelle prestigiose guide Michelin o Gambero Rosso.

Ieri sera il terzo ma più clamoroso colpo: ha centrato il bando del Pnrr. In pratica al suo assessorato arriveranno i fondi per il potenziamento e l’ammodernamento dell’eco centro di via Anime Sante.

Tre, nella stessa settimana.

Giocati la schedina prima di sabato.

FLOP

I COMITATI DI PIOMBINO

La nave Golan Tundra

Ogni medaglia ha il suo rovescio e ve ne sono alcuni che a rovescio ci mandano il mondo. Ma sono meravigliosamente garantiti da una cosa seria che si chiama democrazia e dalla sua madre nobile, la libertà di pensiero. Pistolotto etico a parte, resta il dato per cui a Piombino nessuno pare aver capito che se non si fa di necessità virtù e se non si guarisce dalla sindrome Nimby le cose andranno male.

Schierati contro la nave rigassificatore che da oggi si farà carico di risolvere parte dei problemi energetici italiani ci sono un po’ tutti: comitati no gas, Cobas, ambientalisti, 5 stelle. Sono tutti sul piede di guerra a protestare ferocemente contro la nave di Snam Golar Tundra. Lo stesso primo cittadino della città, Francesco Ferrari, dopo un esordio ruvido di fiero oppositore, era stato fischiato dai manifestanti.

La parola d’ordine è che se il rigassificatore arriva a fare il suo dovere nelle acque cittadine allora “romperemo la città”. Cerchiamo di capire: abbiamo una comunità che su basi umorali non vuole “accollarsi” un impianto da cui dipendono le sorti energetiche del Paese. Ed abbiamo un Paese che sulla scorta dell’emergenza energetica non vuole sentire ragioni.

Non vuole farlo perché in questo caso vige la ragione prevalente: Piombino è Italia e l’Italia ha bisogno che un suo pezzo faccia il suo dovere per risolvere un’equazione di interezza. Messa così i comitati hanno dalla loro la sola ragione di una territorialità discriminatoria che nella migliore tradizione tricolore non vuole guai in casa ma lamenta i guai del condominio come se non avesse avuto parte anch’essa nella loro mancata cassazione.

Tutto nella norma, tutto libero, tutto per certi versi anche giusto. Tutto così mesto e disarmante in un Paese a cui i Padri Fondatori hanno dato giochi di equilibri nobili e prerogative così belle che a volte di nobile e di bello resta solo il fatto che sulla carta sono stati sanciti per il bene della Nazione. Anche quando il bene abita palesemente altrove.

Rovescio della medaglia.

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte

La politica è la capacità di illudere, far sognare, dare una visione agli elettori. Poi però arriva un momento in cui si traccia la linea dei totali. E si fa il conto di quanto siano state concrete le promesse fatte dai politici. Un momento che per il Movimento 5 Stelle sta arrivando adesso. Ora che una intera legislatura nella quale sono stati al Governo del Paese si è conclusa ed altri ne hanno preso il posto.

A tracciare quella linea e mettere in colonna i numeri è stata la Banca d’Italia, in audizione alla commissione Bilancio di Montecitorio. Dove ha smontato il mito del Bonus 110 in edilizia.

Infatti Giuseppe Conte ed il suo Partito finora hanno sostenuto con certezza che è stato quel provvedimento ad innescare la ripresa economica nel Paese. Non è così ha detto, numeri alla mano, Bankitalia. La spesa aggiuntiva finanziata dal bonus al è stata “meno della metà” del totale. L’altra metà degli investimenti – ha spiegato il nostro istituto centrale – è una “spesa che le famiglie avrebbero effettuato anche se non ci fossero state le agevolazioni”.

Il risultato è evidente. L’effetto moltiplicatore dell’investimento è inferiore a 1, cioè per ogni euro investito si è sviluppato meno di un euro. Spiccioli se confrontati con i coefficienti sostenuti da Conte e M5S.

Poi venne maggio e si tosò la pecora.