Top & Flop * Giovedì 20 giugno 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

FILIPPO TORTORIELLO

Il lavoro non finirà, ma cambierà, anche radicalmente. Professioni oggi considerate di nicchia saranno presto molto diffuse”. Chi lo ha scritto? Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria.

Foto: O. Crescenzi

In una lettera al direttore de Il Foglio Quotidiano. Qualche ora fa. Sul tema del rapporto tra Università e imprese. Aggiungendo: “Nonostante un gap evidente di risorse con altre realtà internazionali, le nostre università sono eccellenti, tant’è vero che altre nazioni beneficiano ogni anno di 28.000 dei nostri laureati: colpa di un sistema-Paese con poca attrattività e, spesso, non a misura di talento“. Siamo di fronte a un passaggio culturale importante nel modo di concepire l’uomo rispetto al lavoro e alla sua formazione, a tutti i livelli: il mondo accademico e quello imprenditoriale ne sono ben coscienti. Un modo attuale e moderno di affrontare il tema del lavoro ma anche della ricerca.

E per promuovere l’evento di stasera, A Cena con Unindustria, Tortoriello ha pure registrato un messaggio di 32 secondi su Youtube. Tecnologico e… connesso.

NICOLA ZINGARETTI

Ha fiutato il pericolo, cioè quella che è stata ribattezzata la vocazione minoritaria della Sinistra italiana. Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, nelle ultime ore ha chiamato sia Matteo Renzi che Carlo Calenda, consapevole che il Pd non può dividersi ora.

La Lega di Matteo Salvini sta lavorando per elezioni anticipate, non necessariamente ad ottobre. Anche tra un anno. Giusto il tempo per logorare ancora di più il Movimento Cinque Stelle. Il Pd deve cambiare marcia e cercare di legittimarsi come unica possibile alternativa al Carroccio. Ecco perché su twitter Zingaretti, oggi, ha attaccato così: “Si scrive flat tax ma si legge tagli: meno sanità, meno sicurezza, meno istruzione, tagli alle pensioni, alle imprese, al trasporto pubblico. La colpa non è dell’Europa ma di questo Governo. Noi vogliamo più lavoro, più investimenti, più servizi”. Nel mirino c’è Salvini.

Basta buonismo.

FLOP

GIUSEPPE CONTE

Oggi il presidente del consiglio ha consegnato la lettera dell’Italia per evitare la procedura di infrazione, che avrebbe conseguenze catastrofiche sui cittadini, sulle famiglie e sulle imprese. Sul Sistema Paese.

Conte, come gli capita spesso, si è autopromosso. Non solo. In un passaggio della lettera scrive: “L’equilibrio dei conti pubblici è certamente un punto cardine della complessiva architettura economica e finanziaria europea. Vero è che non può essere il fine di questa nostra architettura e, soprattutto, non può costituire l’unico parametro di riferimento di qualsiasi misura di politica economica e sociale”. Ma il Governo vuole evitarla o no la procedura di infrazione visto che le regole sono regole. Infatti il commissario Pierre Moscovici ha risposto: “In questo momento una procedura per debito è giustificata, quindi andiamo a lavorare, in maniera costruttiva, per evitarla. Ma non lo si fa attraverso scambi, commenti sulle regole: lo si fa sul rispetto delle regole che sono intelligenti e favoriscono la crescita“. Messaggio chiaro. Ma Giuseppe Conte insiste.

Dateci l’altro Conte. Antonio.

GIOVANNI TOTI

Si è affrettato a dire che la riunione del 6 luglio al teatro Brancaccio di Roma è “straconfermata”. Spiegando che c’è bisogno di rilanciare la Casa dei moderati, che Forza Italia deve aprire le porte a tutti, anche a quelli che se ne erano andati e via di questo passo.

Foto: © Imagoeconomica, VINCE PAOLO GERACE

Ma per mesi aveva sottolineato che l’Italia è in Crecita avrebbe dovuto rappresentare un punto di rottura rispetto a quella che era stata la linea azzurra degli ultimi anni. Il punto è che Toti deve decidere che tipo di collocazione vuole dare a Forza Italia. Ammesso che alla fine Silvio Berlusconi decida davvero di concedergli “carta bianca”. In un anno Giovanni Toti è passato dal poter essere la sponda moderata della Lega o il punto di riferimento della seconda gamba del centrodestra in tandem con Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), a rappresentare il “semplice” successore di Berlusconi. Normalizzato.