Top & Flop * Giovedì 25 luglio 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

FRANCESCO DE ANGELIS

Secondo top di seguito, a testimoniare il periodo d’oro. Sul piano amministrativo, come presidente del Consorzio Asi, per il cambio d’uso al sito ex Permaflex. Sul piano politico con l’annuncio che in autunno potrebbe lasciare la guida di Pensare Democratico, la potentissima corrente interna al Pd. Attraverso la quale De Angelis ha conseguito risultati enormi in questi anni. (leggi qui Francesco De Angelis rivela: «A settembre lascio Pensare Democratico»)

Foto: © Imagoeconomica

Non soltanto sul piano personale, ma di squadra. E il punto è proprio questo. Pochissimi leader politici hanno fatto crescere una generazione futura. In questo ristretto Olimpo c’è Francesco De Angelis. Basta guardare i livelli raggiunti da Maria Spilabotte (senatore), Mauro Buschini (presidente del consiglio regionale), Sara Battisti (consigliere regionale). Per non parlare di intuizioni negli anni passati: dalla candidatura a sindaco di Frosinone di Memmo Marzi a quella alla guida del partito di Luciano Gatti.

Non voglio fare come  Berlusconi”, ha detto De Angelis. Capace di creare un Partito nel Partito. Però, per essere sinceri fino in fondo, chi ci crede che alla fine non sarà comunque lui il leader di tutto? Intanto però fa quello che ogni fuoriclasse politico riesce a fare: immaginare un futuro senza di lui. Visionario.

MASTRANGELI-PIACENTINNI

Continuano a blindare la maggioranza al Comune di Frosinone. Dimostrando che a loro non serve neppure far parte di un partito per dare le carte. Riccardo Mastrangeli, nella cabina di regia di assessore al Bilancio, sta portando l’ente fuori dal Piano di rientro. E quindi è tra i più ascoltati da parte del sindaco Nicola Ottaviani.

Quanto ad Adriano Piacentini, il presidente del consiglio da ormai due anni sta sostanzialmente definendo i confini del dibattito consiliare sui temi più spinosi. In questo momento Domenico Fagiolo, Enrico Cedrone, Carmine Tucci e Carlo Gagliardi (Lega) stanno provando a cambiare le cose, a cercare di vedere se ci sono margini per convincere Ottaviani a cambiare la giunta. Piacentini e Mastrangeli, con l’ausilio prezioso di Massimiliano Tagliaferri, stanno chiudendo tutti i varchi. E lo faranno anche in futuro. Rimane da vedere cosa succederà a dicembre, quando Ottaviani deciderà il da farsi.

Provare a farsi sfiduciare per ricandidarsi a sindaco o continuare? Mastrangeli e Piacentini saranno con lui a stabilire strategie e cronoprogrammi. Richelieu e Mazzarino.

FLOP

BEPPE GRILLO

È troppo comodo sparire quando le cose vanno male. Cioè da diversi mesi a questa parte. Beppe Grillo in politica direttamente non è mai entrato, ma indubbiamente è stato lui a creare uno dei più grandi fenomeni della vita politica italiana, vale a dire il Movimento Cinque Stelle. Capitalizzando nel tempo gli “scoop”  di trasparenza e legalità fatti nei teatri italiani. Fino alle manifestazione come il Vaffa Day o quella con l’elenco urlato di tutti i condannati che stavano in Parlamento.

Il 4 marzo 2018 i Cinque Stelle sono stati il primo partito italiano, con il 33%. Un italiano su tre ha votato per loro. Poi, una volta raggiunto l’obiettivo, il crollo verticale nel consenso ma anche e soprattutto nell’identità. Il Movimento Cinque Stelle ha perso tutte le partite che contavano, dal reddito di cittadinanza al Tav. Il Movimento appare imbolsito, stanco, in fuga dalla realtà politica, marginale, in soggezione psicologica verso la Lega di Matteo Salvini. Sganciato perfino dal premier Giuseppe Conte.

Servirebbe una scossa, servirebbe il capo, servirebbe Beppe Grillo. Che però resta in poltrona a mangiare il pop corn. Te la do io la politica.

NICOLA ZINGARETTI

Il centrodestra lo ha svegliato brutalmente, ricordandogli che non ha una maggioranza vera in consiglio regionale. Altro che patto d’aula. Lo ha fatto in una data storica importante (25 luglio), lo ha fatto sul tema principale di ogni Amministrazione Regionale, la sanità. Bocciando, in commissione, tre dei cinque nomi proposti per la guida di altrettante Asl regionali. Tra le quali quella di Frosinone.

NICOLA ZINGARETTI Foto: © Imagoeconomica, Alessia Mastropietro

Il fatto che il parere sia consultivo significa poco sul piano politico. Zingaretti procederà alla nomina dei manager, ma da questo momento in poi potrà succedere di tutto. I consiglieri regionali  del centrodestra del Lazio Aurigemma, Colosimo, Giannini, Maselli e Simeone lo hanno scritto: “Oggi la commissione regionale sulla sanità ha bocciato i decreti di nomina dei direttori generali dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea, dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni e della ASL di Frosinone. Il nuovo segretario nazionale del Pd ha utilizzato la nostra regione come una sorta di cabina di compensazione per problematiche legate alle sue componenti nazionali, prendendo personale proveniente da altre regioni (Emilia Romagna, Sardegna e Friuli Venezia Giulia). Ora ci auguriamo che il voto della commissione possa consentire al presidente Zingaretti di rivedere le sue scelte“. Il messaggio è: Zingaretti adesso è soprattutto il segretario nazionale del Pd.

L’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato ha provato a ridimensionare. Spiegando: “Oggi è stato acquisito il parere non vincolante della commissione sanità relativo alle nomine dei nuovi direttori generali dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea, dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata, della Asl di Frosinone, dell’Ares 118, e della ASL Roma 4. La Commissione ha espresso parere a maggioranza non favorevole sulle prime tre designazioni, mentre ha espresso parere favorevole a maggioranza sulle restanti due.

Fatto questo passaggio ora si può procedere con l’insediamento di tutti i nuovi Direttori Generali, ovvero il dottor Adriano Marcolongo per l’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea, il dottor Massimo Annichiarico per l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata, il dottor Stefano Lorusso per la Asl di Frosinone, la dottoressa Maria Paola Corradi per l’Ares 118 e il dottor Giuseppe Quintavalle per la Asl Roma 4. Mi spiace che si sia persa un’importante occasione di valutazione e di confronto, ma siamo certi che il nuovo assetto darà i risultati attesi e per i quali abbiamo lavorato”. Toppa peggiore del buco, perché evidenzia il 2-3 subìto. Nicola Zingaretti sembra aver smarrito la freddezza nei momenti topici. Forse l’assedio interno di Matteo Renzi inizia a pesare. Circondato.