Top & Flop * Lunedì 29 luglio 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

IMPRENDITORI

I numeri di Movimprese evidenziano che il saldo tra imprese cessate e nuove attività è positivo. (leggi qui Imprese, il Lazio cresce: Frosinone meno di tutte). Ma è il peggiore dato degli ultimi anni. Cresciamo meno che nel passato, nascono meno attività, ne chiudono di più e Frosinone è quella che sta peggio.

A tenere ancora in positivo i numeri sono gli imprenditori del Lazio che continuano a scommettere sul territorio ed investire. Meriterebbero una medaglia al valore considerando le difficoltà nelle quali si muovo. Con una burocrazia elefantiaca, borbonica e opprimente. E con una politica che si affretta sempre più lentamente a risolvere i problemi.

Senza considerare le locomotive Lombardia e Veneto. Nel Lazio è dieci volte più difficile. Eroici.

NICOLA OTTAVIANI

All’interno della maggioranza di centrodestra sono in tanti che, quando nessuno li ascolta, vorrebbero farlo cadere, creare delle difficoltà. Insomma, mettergli il bastone tra le ruote. A cominciare dai consiglieri comunali del suo stesso Partito, la Lega. I quali da mesi chiedono invano un rimpasto di giunta.

Nicola Ottaviani Foto: © Giornalisti Indipendenti

Parliamo, tanto per fare nomi e cognomi, di Mimmo Fagiolo e Carlo Gagliardi. Poi ci sono consiglieri, come Marco Ferrara (Lista per Frosinone), che hanno sbattuto contro il muro del sindaco sempre sul tema del riassetto della giunta. Quindi, gli innumerevoli mal di pancia ogni qual volta si affronta una delibera importante oppure si cercano spazi che Ottaviani non concede. Lui è immobile, come il famoso Prodi-semaforo impersonato da Corrado Guzzanti. Tanto poi quando si arriva in consiglio comunale e i microfoni sono aperti, alla fine sono tutti con lui.

Perfino Domenico Fagiolo, che qualche ora fa ha fatto il suo ingresso ufficiale in aula. Per non parlare degli assessori, allineati e coperti. A Ottaviani bastano pochi minuti per avere tutti al seguito. Pifferaio magico.

FLOP

GIOVANNI TOTI

La sua sembra la barzelletta della prostituta che riusciva sempre ad evitare le gravidanze, scegliendo solo clienti comunisti “perché stanno sempre per arrivare ma alla fine non vengono mai”.

Anche lui, con il suo movimento, è sempre in procinto di arrivare ma alla fine resta sempre attaccato alla gonna protettiva di Berlusconi. Fa tutto benissimo, gioca con schemi avvolgenti che ricordano il tiki taka del Barcellona di Pep Guardiola. Ma non segna, non concretizza, non finalizza il gioco. Rimanda da mesi un strappo annunciato almeno quattro volte al giorno.

Prima o poi lo strappo arriverà, ma non ci crederà più nessuno. Aspettando Godot.

ANTONIO TAJANI

La manifestazione L’Italia e l’Europa che vogliamo non si farà più a Fiuggi. (leggi qui Addio a Fiuggi, la tre giorni di Tajani si sposta a Viterbo). No, a settembre tutti (si fa per dire) a Viterbo.

ANTONIO TAJANI SILVIO BERLUSCONI Foto: © Imagoeconomica, Daina Le Lardic

L’ex presidente del Parlamento europeo e talebano di Silvio Berlusconi lo ha annunciato motivando la scelta con il fatto che la location  è interessata da una fase di lavori in corso. Parliamo del Grand Hotel Palazzo della Fonte. Ma che c’entra? Fiuggi ha rappresentato il simbolo della sua carriera politica. E’ come se Matteo Renzi facesse la Leopolda a Grosseto e non a Firenze. Come se Ligabue, invece di Campovolo, andasse a Salerno. In realtà la scelta fotografa la parabola politica discendente dell’eterno delfino del Cavaliere.

Per carità, la lealtà e la coerenza sono fondamentali e degni di nota, ma pure la prospettiva politica è importante. Rinunciare a Fiuggi equivale a decretare il rompete le righe. La messa è finita.