Top & Flop * Lunedì 10 giugno 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

ENZO SALERA

Ha vinto con la sua squadra, la sua strategia, le sue mosse. E quando dopo il successo delle primarie ha capito che una parte del Pd non lo avrebbe seguito comunque, ha alzato la voce andando avanti però per la sua strada.

Enzo Salera

Non è vero che il successo è scaturito dall’unità del Partito, non è vero che ha avuto il sostegno di tutte le correnti. E’ vero invece che ha tenuto il punto su tutto e che l’intervento del senatore e segretario regionale Bruno Astorre ha avuto l’effetto di costringere Marino Fardelli ad uscire allo scoperto prima e dal Partito poi. Ma soprattutto, “responsabilizzando” Mauro Buschini come garante delle primarie, Astorre ha costretto Pensare Democratico ad osservare Giuseppe Golini Petrarcone con simpatia e nulla di più. Da qui l’ira funesta di Peppino.

Al ballottaggio ha fatto quello che doveva fare: restare fermo e calmo, chiedendo il voto come fosse un referendum. Perfetto.

Antonio Pompeo

La sua strategia nel Pd ormai è chiara: avanzare sul fronte degli amministratori e dei Comuni, considerando che all’interno del Partito la macchina da guerra di Francesco De Angelis non concede spazi per avere una maggioranza.

Antonio Pompeo

Le Comunali hanno un punto a favore di Pompeo, che ha voluto rimarcarlo con la presenza in due occasioni. Nel successo bis di Simone Cretaro a Veroli e nel capolavoro di Enzo Salera al ballottaggio di Cassino. Non soltanto Pompeo è ormai il leader dell’area che fu di Francesco Scalia, ma la sta plasmando sul versante degli amministratori, dei sindaci, dei consiglieri comunali, degli assessori. Vuol dire che pensa ad una futura candidatura importante: alla Camera o alla Regione. Occhio lungo.

FLOP

Antonio Tajani

Mario Abbruzzese è stato il suo referente sul territorio per anni. L’europarlamentare di Forza Italia avrebbe dovuto blindare la sua candidatura a sindaco di Cassino, sia all’interno di Forza Italia che nei rapporti con gli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia.

Antonio Tajani

Invece ha continuato ad attaccare il Carroccio un giorno sì e l’altro pure (e Francesco Zicchieri lo ha bacchettato sul palco a Veroli), mantenendo un distacco assoluto da Fratelli d’Italia. Infine ha sostanzialmente lasciato Forza Italia in preda alle solite contrapposizioni tra le diverse aree. Dimostrando ancora una volta di occuparsi della dimensione territoriale fino ad un certo punto. La “missione” di Abbruzzese era disperata, ma proprio per questo la faccia avrebbe dovuto mettercela anche Tajani. Invece no. Assenza di leadership.

Francesca Gerardi

La sconfitta a Cassino appartiene a tutte le forze del centrodestra. Quindi anche alla Lega, che dopo aver contribuito in modo decisivo alle dimissioni di massa che hanno mandato a casa Carlo Maria D’Alessandro, ha avuto una folgorazione al cospetto della quale quella di Paolo Di Tarso sulla via di Damasco era una passeggiata di salute.

Francesca Gerardi

Alla fine il Carroccio ha sostenuto la candidatura di Mario Abbruzzese, scaricando il dimissionario Carmelo Palombo. E a Cassino la referente del Carroccio è l’onorevole Francesca Gerardi. C’è un particolare però: i risultati alle comunali continuano ad essere poca cosa rispetto alle percentuali delle politiche o delle Europee. Tanto per fare un esempio: la Lega a Cassino nel 2016 aveva il 4% a livello nazionale ed il 4% a livello locale, eleggeva 2 consiglieri a Cassino. Oggi la Lega a livello nazionale ha il 34% ma a livello locale prende infinitamente meno eleggendo ugualmente 2 consiglieri, esattamente come quando aveva il 4%. Infine, al ballottaggio di Cassino la Lega è rimasta sostanzialmente a guardare. Il segnale è stato il fantomatico comizio di Matteo Salvini, che non si è mai tenuto. Perché Salvini non voleva intestarsi la sconfitta.

Francesca Gerardi farà finta di nulla e anzi cercherà la scalata al partito in provincia di Frosinone. Resta il fatto che a Cassino il risultato della Lega è stato al di sotto delle attese. Sfuggente.